Vuoi consacrarti anche tu a Maria? Ecco l’atto solenne di consacrazione scritto e spiegato da San Massimiliano Kolbe

Postato il 

Come ci si può consacrare «in proprietà» alla Vergine Immacolata? Ecco le indicazioni che dava padre Kolbe:

1. Con un atto della volontà emesso una volta e non revocato. Si possono usare anche parole, brevi formule.
2. È bene rinnovare personalmente tale atto di consacrazione a lei, affinché divenga sempre più autentico.
3. Anche se apparteniamo già a lei, tuttavia, quando vi sono faccende più importanti, è bene donargliele in proprietà (pur essendo noi già proprietà sua), anche con la sola invocazione: «Maria». In caso di difficoltà, offrire pure questa in proprietà dell’Immacolata, con l’invocazione «Maria»; la rimuova, la lasci stare, la riduca o la accresca come le piace. Conclusa la faccenda, sempre mediante l’invocazione «Maria», ella la purifica, ripara ciò che vi è di male e la offre al sacratissimo cuore di Gesù quale sua offerta personale. Gesù, a sua volta, per i meriti infiniti del suo sangue preziosissimo, eleva tale azione ad un valore infinito; la offre all’eterno Padre quale dono degno della maestà infinita. In questo modo tale nostra azione diviene una volontaria offerta del nostro cuore, dell’Immacolata e di Gesù presentata a Dio uno e trino.
4. È bene altresì concludere un accordo con lei, in base al quale, anche se ci dimenticassimo di offrirle qualsiasi cosa, l’impegno che usiamo nel compierla bene sia già da solo un segno che la facciamo per lei.
5. Quando la distrazione distoglie l’attenzione, il ritorno immediato, ma sereno, a ciò che si sta facendo, sia un segno che l’azione è per lei.
6. Quando l’orgoglio sussurra: «la gente ti loda», sforzati di operare ancora meglio e questo sia un segno che ciò che fai è per lei

***

L’ATTO DI CONSACRAZIONE ALL’IMMACOLATA

Noi ci possiamo consacrare all’Immacolata in vari modi e questa consacrazione noi la possiamo formulare con diverse parole, anzi è sufficiente perfino un atto interiore della volontà, poiché in questo appunto è racchiusa l’essenza della nostra consacrazione all’Immacolata. Per maggior comodità, tuttavia, esiste una breve formula composta da San Massimiliano Kolbe. Ecco:

1. O Immacolata, Regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia, 2. io, indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua, e di fare ciò che ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità. 3. Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di te: «Ella ti schiaccerà il capo» (Gn 3,15), come pure: «Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero» (ufficio della B.V. Maria), affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto regno del sacratissimo cuore di Gesù. Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre, attraverso le tue mani, dal cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.
V. – Concedimi di lodarti, o Vergine santissima.
R. – Dammi forza contro i tuoi nemici.

Come si vede – e lo abbiamo fatto rilevare ponendo dei numeri – quest’atto di consacrazione consta di tre parti: 1. un’invocazione, 2. una domanda affinché ella voglia accettare in proprietà colui che a lei si consacra; 3. una domanda affinché ella voglia servirsi del consacrato per conquistare altre anime a sé. Pertanto, è molto interessante riflettere sul commento che lo stesso padre Kolbe ne fa. Lo riproduciamo seguendo l’ordine suddetto.

1. INVOCAZIONE

Nella invocazione diciamo innanzitutto:

«O Immacolata».

Noi ci rivolgiamo a lei con questo titolo, poiché ella stessa a Lourdes volle presentarsi con questo nome: Immacolata Concezione […]. Tutte le altre persone sono una concezione, macchiata tuttavia dal peccato. Unicamente lei è non solo concepita, ma Concezione e per di più Immacolata. Questo nome contiene molti altri misteri che col tempo saranno svelati. Esso indica, infatti, che l’Immacolata Concezione appartiene in certo qual modo all’essenza dellTmmacolata. Questo nome deve esserle caro, poiché indica la prima grazia ricevuta nel primo istante della sua esistenza, e il primo dono è sempre il più gradito. Questo nome, poi, si è realizzato lungo tutta la sua vita, poiché ella è stata sempre senza peccato. Perciò fu altresì piena di grazia e Dio fu con lei (Le 1,28) sempre e fino al punto che ella divenne la Madre del Figlio di Dio.

«Regina del cielo e della terra».

In una famiglia i genitori che amano i loro figli appagano, nei limiti delle loro possibilità, i desideri dei loro bambini, purché tali desideri non siano loro di danno. Tanto più Dio, creatore e prototipo dei genitori terreni, vuole soddisfare la volontà delle sue creature, purché questa non rechi loro danno, vale a dire a condizione che tale volontà sia conforme alla sua volontà. L’Immacolata non si scostò mai in nulla dalla volontà divina.

«Rifugio dei peccatori».

Dio è misericordioso, infinitamente misericordioso, tuttavia è pure giusto, infinitamente giusto, così che non può tollerare neppure il più piccolo peccato e deve esigerne la completa riparazione. La dispensatrice del preziosissimo sangue di Gesù, che ha un valore infinito e che lava questi peccati, è la misericordia divina personificata nell’Immacolata. A buon diritto, quindi, noi la invochiamo Rifugio dei peccatori, dei grandi peccatori, anche se i loro peccati fossero i più gravi e i più numerosi possibile, anche se essi avessero l’impressione di non meritate mai più misericordia. Certamente ogni purificazione dell’anima è per lei una nuova conferma del suo titolo di Immacolata Concezione, e quanto più un’anima è sprofondata nei peccati, tanto più si manifesta la potenza della sua immacolatezza che rende tale anima pura come la neve.

«Madre nostra amorosissima».

L’Immacolata è la madre di tutta la nostra vita soprannaturale poiché è la mediatrice delle grazie, anzi la madre della grazia divina, perciò è nostra madre nella sfera della grazia, nella sfera soprannaturale. È, inoltre, una madre amorosissima, poiché tu non hai una madre così amante, così amorevole, così di Dio, come l’Immacolata, tutta divina.

«Cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia».

In una famiglia talvolta il padre si rallegra allorché la madre, con un proprio intervento, trattiene la sua mano che vorrebbe castigare il figliolo, poiché in tal caso vien data soddisfazione alla giustizia e si manifesta pure la misericordia. Non è senza ragione, infatti, che la giustizia viene sospesa. Allo stesso modo anche Dio, per non castigarci, ci offre una madre spirituale, alla cui intercessione non si oppone mai. Ecco perché i santi affermano che Gesù ha riservato a sé l’economia della giustizia, per affidare all’Immacolata l’intera economia della misericordia. In ogni cosa amò la volontà divina, amò Dio, perciò giustamente è chiamata: onnipotenza supplice; esercita la propria influenza su Dio stesso, sull’universo intero, è la regina del cielo e della terra […]. Ella desidera, e ne ha diritto, di essere riconosciuta spontaneamente da ogni cuore, di essere amata quale regina di ogni cuore, affinché questo cuore sia purificato sempre più attraverso lei, divenga immacolato, simile al suo cuore e sempre più degno dell’unione con Dio, con l’amore di Dio, con il sacratissimo cuore di Gesù.

2. DOMANDA AFFINCHÉ ELLA VOGLIA ACCETTARE IN PROPRIETÀ COLUI CHE A LEI SI CONSACRA

Nella seconda patte dell’atto di consacrazione noi diciamo:

«Io, indegno peccatore».

Riconosciamo di non essere immacolati come lei, ma peccatori. Tanto più che nessuno di noi potrebbe affermare di trascorrere una sola giornata senza commettere alcun peccato, ma si sente colpevole di molte infedeltà. Diciamo pure indegno, poiché, in effetti, tra l’Immacolata e una persona contaminata dal peccato vi è, in certo qual modo, una differenza infinita. Perciò, con tutta verità noi ci riconosciamo indegni di rivolgerci a lei, di pregarla, di cadere ai suoi piedi per chiederle di non diventar simili al superbo Lucifero.

Per questo motivo noi diciamo pure:

«Mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua».

Con queste parole noi preghiamo, supplichiamo l’Immacolata di volerci accogliere e ci offriamo a lei completamente e sotto ogni aspetto quali suoi figli, suoi schiavi d’amore, suoi servi, suoi strumenti, sotto ogni aspetto, sotto ogni denominazione che qualsiasi persona in qualunque tempo potrebbe ancora formulare. E tutto questo come cosa e proprietà a sua completa disposizione, perché ella si serva di noi e ci sfrutti fino alla nostra completa consumazione.

«E di fare ciò che ti piace di me e di tutte le facoltà dell’anima mia e del mio corpo, di tutta la mia vita, motte ed eternità».

A questo punto noi consegniamo a lei tutto il nostro essere, tutte le facoltà dell’anima, vale a dire l’intelletto, la memoria e la volontà; tutte le facoltà del corpo, cioè tutti i sensi e ciascuno singolarmente, le forze, la salute o rìnfermità; consegniamo a lei l’intera nostra vita con tutte le sue vicende piacevoli, tristi o indifferenti. Consegniamo a lei la nostra morte, in qualsiasi momento, luogo e modo essa ci capiterà. Le consegniamo perfino tutta la nostra eternità. Anzi, noi abbiamo la ferma speranza che solo in paradiso potremo appartenere a lei in un modo incomparabilmente più perfetto. In questa maniera noi formuliamo il desiderio e la preghiera di permetterci di diventare sempre più perfettamente suoi sotto ogni aspetto.

3. DOMANDA AFFINCHÉ ELLA VOGLIA SERVIRSI DEL CONSACRATO PER CONQUISTARE ALTRE ANIME A SÉ

Nella terza parte dell’atto di consacrazione la supplichiamo:

«Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di te: “Ella ti schiaccerà il capo”, come pure: “Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero”».

Nelle statue e nei quadri dell’Immacolata vediamo sempre ai suoi piedi un serpente che avvolge il globo terrestre tra le sue spire e al quale ella, con il piede, schiaccia il capo. Egli, satana, macchiato di peccato, si sforza di insozzare con esso tutte le anime sulla terra, odia colei che è stata sempre immacolata. Pone insidia al calcagno di lei nei suoi figli, ma nella lotta con lei ella gli schiaccia sempre il capo in ogni anima che a lei ricorre. La preghiamo di volersi servire anche di noi, se vuole, come di uno strumento per schiacciare nelle anime infelici l’orgogliosa cervice del serpente. Continuando il versetto già riportato, la Sacra Scrittura aggiunge: «E tu porrai insidie al suo calcagno», e in effetti lo spirito del male insidia in modo particolare coloro che si consacrano all’Immacolata, poiché vuole offenderla almeno in essi. Tuttavia i suoi tentativi contro le anime sinceramente consacrate finiscono sempre in una sconfitta ancor più ignominiosa; perciò il suo furore impotente diviene ancor più violento. Le parole: «Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero», sono tratte dall’ufficio divino che la chiesa impone ai sacerdoti di ripetere a lei. La chiesa parla di eresie, non di eretici, perché ella, Maria, li ama e proprio per questo amore desidera liberarli dall’errore dell’eresia. Dice ancora: tutte, senza alcuna eccezione. Tu sola, poiché basta lei; Dio, infatti, appartiene a lei con tutti i tesori di grazia, grazie di conversione e di santificazione delle anime. Sul mondo intero: nessun angolo della terra qui è escluso. In questo tratto dell’atto di consacrazione noi la supplichiamo di volersi servire di noi per distruggere tutto il corpo del serpente, vale a dire le più diverse eresie che tengono avvinto il mondo.

«Affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti».

Sulla terta noi vediamo tante anime infelici, traviate, che non conoscono neppure lo scopo della loro vita, che amano diversi beni caduchi anziché runico bene, Dio. Molte di esse, inoltre, sono indifferenti nei confronti dell’amore più sublime. Noi desideriamo «innestare e incrementare il più fortemente possibile la gloria» dell’Immacolata in queste anime e la supplichiamo di renderci strumenti utili nelle sue mani immacolate e misericordiosissime, di non permetterci di opporci a lei; di costringerci pure con la forza, qualora non volessimo ascoltarla.

«Per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto Regno del sacratissimo cuore di Gesù».

Il sacratissimo cuore di Gesù è l’amore di Dio verso gli uomini. Il suo regno è il dominio di questo amore nelle anime degli uomini, amore che Gesù manifestò nel presepio, lungo tutta la vita, sulla croce, nell’eucaristia e nel darci per madre la sua stessa Madre; inoltre egli desidera accendere questo amore nei cuori degli uomini. Innestare e incrementare la gloria dell’Immacolata, conquistare anime a lei, vuol dire conquistare anime alla madre di Gesù, la quale introduce in esse il regno di Gesù.

«Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre, attraverso le tue mani, dal cuore dolcissimo di Gesù fino a noi».

L’Immacolata è la Onnipotenza supplice. Ogni conversione ed ogni santificazione è opera della grazia, ed ella è la mediatrice di tutte le grazie…

«Concedimi di lodarti, o Vergine santissima; dammi forza contro i tuoi nemici».

Nella prima parte di questa preghiera, Duns Scoto si rivolge alla Madre di Dio e le chiede la grazia di poterla lodare, poiché riconosce di essere grandemente indegno di un’opera così sublime, qual è la glorificazione della Madonna. Riconosce, altresì, che tale grazia dipende da lei e che è sufficiente che ella gliela conceda, perché il successo possa coronare i suoi sforzi. La seconda parte è forte, risoluta, coraggiosa. Egli chiede la forza per sconfiggere il serpente, per essere uno strumento nella mano di lei. Ma chi è il nemico dell’Immacolata? E tutto ciò che è macchiato di peccato, che non conduce a Dio, che non è amore; è tutto ciò che è prodotto dal serpente infernale, il quale è la menzogna personificata: tutti i nostri difetti, quindi, tutte le nostre colpe. La preghiamo di darci forza cóntro di essi. Soltanto per questo, infatti, vi sono tutte le devozioni, per questo vi è la preghiera, per questo vi sono i santi sacramenti, vale a dire per ottenere la forza di superare gli ostacoli che si frappongono nel nostro cammino verso Dio in un amore sempre più ardente, nel divenire simili a Dio, nell’unirsi con Dio stesso.