Pensiero del giorno venerdì 13 settembre 2024

VENERDI’ 13 SETTEMBRE

PREGHIERA DEL MATTINO

Signore, degnati di rinnovare nella loro elezione coloro che tu hai scelto come papa, cardinali, vescovi, sacerdoti, diaconi, così come ogni responsabile di comunità, affinché, ben provvisti di guide, possiamo servirti con animo pacificato e gioioso. Per mezzo della spada della tua parola, si ergano contro gli abusi e vigilino perché nessuno sia tratto in errore. Ricreino delle vie alla pace e all’unità. Ricoprili della tua unzione, così come Eliseo ricevette il mantello d’Elia e i due terzi del suo spirito. O Spirito Santo, guida la tua Chiesa! Amen.

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.

UNA RIFLESSIONE PER TE

«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca?». Gesù era circondato da falsi maestri, sempre pronti a giudicare e condannare gli altri e incapaci di esaminare se stessi. Egli li stigmatizza con una serie di invettive, scatenando la loro indignazione, che culminerà con le false accuse e l’assurda sentenza di morte. Alla radice delle loro falsità c’era la presunzione, l’atteggiarsi ipocritamente a maestri e guide senza averne le doti. Dice loro esplicitamente «ciechi e guide di ciechi». Gesù ammonisce anche i suoi: «voi non fatevi chiamare «rabbì», perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli». Anche il miglior discepolo del miglior maestro deve ornarsi di umiltà e mai deve ergersi a giudice degli altri. «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?» Ecco cosa accade quando presumiamo di poter essere giudici degli altri senza averci prima esaminato attentamente sui nostri comportamenti. C’è una facile ed insidiosa convinzione in noi quando crediamo che scoprendo e smascherando gli altri difetti, ammantiamo e sminuiamo i nostri. Questa subdola insidia ci spinge a giudicare gli altri e a puntare lo sguardo indagatore e il dito accusatore verso gli altri e non verso noi stessi. Ci capita quando ci siamo disabituati a fare un attento esame di coscienza che ci indurrebbe a vedere prima la trave nel nostro occhio e poi la pagliuzza nell’occhio del nostro fratello. Gesù definisce tale atteggiamento come una forma di ipocrisia: «Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno. Chi di noi può dire con assoluta certezza di vederci bene? Nessuno, credo. E’ pur vero tuttavia che la nostra capacità visiva può via via acquisire limpidezza nell’esporsi incessantemente alla verità della Parola, che diventa come una lente correttiva attraverso cui lo sguardo si abilita a percepire le prospettive del Regno sempre in atto. Questa mattina ti invito alla pulizia dello sguardo al fine di sottrarti al giudizio miope che rimprovera le colpe del fratello mentre lo sguardo brancola nel buio dell’autosufficienza. Nella preghiera invoca il Signore dicendo: “Purifica ed affina il mio sguardo, Signore, perché mi sottragga alla cecità del giudizio malevolo e parziale, imparando a saper cogliere tra le pagliuzze del difetto quella trasparenza di bene che è dono Tuo. Amen”.

BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.