Pensiero del giorno 6 marzo 2023

 

Lunedì seconda settimana di Quaresima

 La coscienza luce dell’anima

 «Ascoltate oggi la sua voce: non indurite il cuore», ci ripete la liturgia tutti i giorni di questo tempo liturgico. E ogni giorno, in modi svariati, Dio parla al cuore di ciascuno di noi.

«La nostra preghiera, durante la Quaresima, mira al risveglio delle coscienze, alla loro sensibilizzazione nei confronti della voce di Dio. “Non indurite il cuore”, dice il salmista… Infatti la necrosi delle coscienze, la vera indifferenza nei confronti del bene e del male, la loro deviazione sono una grande minaccia per l’uomo. Indirettamente, sono anche una minaccia per la società, perché, in ultima analisi, dalla coscienza umana dipende il livello della moralità della società». La coscienza è la luce dell’anima, del più intimo essere dell’uomo, e, se si spegne, l’uomo rimane nelle tenebre e può commettere tutte le offese possibili contro sé stesso e contro gli altri.

«La Lucerna del corpo è l’occhio» dice il Signore. La luce dell’anima è la coscienza; se questa è ben formata illumina il cammino, il cammino che porta a Dio, e così l’uomo può procedere. Se inciampa e cade può rialzarsi e andare avanti. Chi permette che la sua sensibilità interiore si “addormenti” o “muoia” per le cose di Dio, si ritrova senza segnali e disorientato. È la più grande disgrazia che possa succedere a un’anima in questa vita. «Guai a coloro che chiamano bene il male è male il bene» annuncia il profeta Isaia, «che cambiano le tenebre in luce, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro». Quando l’occhio è sano si vedono le cose così come sono, senza deformazioni. Un occhio malato, non vede la realtà o la deforma, e inganna a tal punto da far pensare che i fatti e le persone sono come Esso li scorge nella sua malattia.

Quando nella vita di ogni giorno si sbagliano i calcoli, l’errore causa inconvenienti e fastidi, talvolta assai poco rilevanti. Ma quando l’errore compromette la vita eterna, la sua gravità non ha limiti.

La coscienza può deformarsi perché non ci si è adoperati per raggiungere una conoscenza adeguata delle verità della fede, oppure per una cattiva volontà dominata dalla superbia, dalla sensualità, dalla pigrizia… Quando il Signore si lamenta del fatto che gli israeliti non recepiscono il suo messaggio, allo stesso tempo proclama la volontarietà della loro decisione -non vogliono credere -, e non individua la causa in una difficoltà involontaria. Anzi, è proprio conseguenza del loro libero rifiuto: «Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole?». Le passioni e la mancanza di sincerità con sé stessi possono arrivare a forzare l’intelligenza affinché ragioni in modo più aderente a un certo tipo di vita, o a difetti e cattive abitudini che non si vogliono abbandonare. Allora viene meno la buona volontà, il cuore si indurisce e la coscienza si addormenta perché non addita più la vera direzione, quella che conduce a Dio: è come una bussola che disorienta la persona, e insieme a lei, spesso molte altre. L’uomo che ha il cuore indurito e la coscienza degenerata, anche se può godere la pienezza delle forze e delle capacità fisiche, è un malato spirituale, e bisogna far di tutto per fargli ritornare la salute dell’anima».

La Quaresima è un tempo molto opportuno per chiedere al Signore di aiutarci a formare rettamente la nostra coscienza, e a esaminare se siamo radicalmente sinceri con noi stessi, con Dio e con quelle persone che in suo nome, hanno il compito di consigliarci.

Da: Parlare con Dio, Francisco Fernàndez Carvajal, Vol II, Ed Ares

SANTA GIORNATA!