Pensiero del giorno 16 febbraio

Ave Maria!

 “Lo sapete, fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira. Infatti l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio.  Perciò liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza.  Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era.  Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla.
 Se qualcuno ritiene di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana.  Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo”. Gc 1,19-27

Il Vangelo parla della guarigione di un cieco, ci troviamo ancora nella predicazione di Gesù e i suoi miracoli. Vorrei quindi soffermarmi sulla lettera di San Giacomo della prima lettura della liturgia affinché la possiamo meglio meditare visto che è così ricca di insegnamenti.

Giacomo dedica quest’epistola ai credenti della dispersione, cioè a quei cristiani giudei che vivevano fuori della Palestina, i quali attraversavano un periodo di prova a causa della fede in Cristo.

“Siate di quelli che mettono in pratica la Parola”.

L’Apostolo sottolinea in questo brano l’importanza della Parola di Dio che va vissuta nella vita quotidiana e in virtù e forza di Quella Parola potremmo essere liberati da ogni impurità e malizia, ma anche per la fedeltà alla Parola potremmo vivere secondo lo Spirito e resistere ai tempi di prova. Bisogna liberarsi “da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia” per accogliere “con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza”. Bisogna Ascoltare la Parola ma poi è necessario che quella Parola diventi la nostra Parola, altrimenti illuderemmo noi stessi. Saremmo come uno che “guarda il proprio volto allo specchio”. Ci ricorda che il primo fondamentale frutto della Parola che il Signore ci dona è la novità di noi stessi, la nostra conversione, il nostro “volto” nuovo!
Chi resta fedele e la mette in pratica, “questi troverà la sua felicità nel praticarla”.

 In mezzo a qualsiasi circostanza della vita, i credenti, dovevano mantenere viva la propria testimonianza, manifestando le buone opere della grazia del Signore, mantenendo a freno la propria lingua. L’ammonimento alla nostra lingua è importante, quanti commettiamo con la nostra lingua mancando alla carità o dicendo ogni sorta di falsità o bestemmia. Attenzione alla Lingua!

Quanto i Santi ci tenevano a mortificarla.

I cristiani se erano perseguitati non dovevano mai rinnegare la fede, ma essi dovevano guardare alla Parola di Dio come ad uno specchio, per riconoscere la propria condizione deponendo ogni opera della carne, ed essere liberati dal peccato per quella legge della libertà che è la legge dello Spirito.

Questa esortazione è anche diretta a noi come ai cristiani di ogni tempo per incoraggiarci a vivere la Parola e della Parola. Anche per ciascuno di noi potranno venire giorni di persecuzioni e di prova, ma lo Spirito Santo se saremmo stati fedeli esecutori della Parola, ci aiuterà a rimanere fedeli a Cristo.

 

SANTA GIORNATA!