Pensiero del Giorno 10 aprile

Le sette parole dell'Amore

Prima Parola

“Padre, perdona loro perché non sanno

quello che fanno” (Lc 23,34)

Siamo fatti per l’Amore e… abbiamo tutti bisogno di perdono, come del pane quotidiano. Gesù non aveva bisogno che altri Gli desse informazioni sull’uomo, ben sapendo Egli che cosa vi fosse nell’uomo. Gesù ha detto all’uomo di chiedere ogni giorno insieme pane e perdono. Ci ha assicurato che i nostri debiti ci vengono condonati dal Padre che è nei cieli, come noi li condoniamo ai nostri debitori in terra. Perché abbiamo veramente bisogno di perdono? Perché noi non sappiamo perdonare. Ne siamo, si potrebbe dire, naturalmente incapaci. Siamo uomini, non siamo Dio. Perdonare non è soltanto dimenticare l’offesa, ma cancellarla. E’ un donare cento volte di più. Il perdono è più che il dono. Solo chi è capace di donare, ma di realmente donare, può accrescere il suo dono fino alla sublimità del perdono. Solo Chi ha donato al nostro nulla l’esistenza può manifestare, superando la nostra miseria , la sua misericordia: può perdonare. Il nostro peccato prima che noi, colpisce Lui: anche se noi lo vediamo come un danno per l’uomo o per l’umanità, è soprattutto offesa di Lui. L’uomo non può quindi perdonare il peccato, ma soltanto Dio. Dio  lo può fare ma…lo farà? E’ Gesù, il perdono di Dio agli uomini. Se in vita ha detto al paralitico, un peccatore da Lui ben scrutato e definito: “i tuoi peccati ti sono perdonati”, ora che sta per morire, mediatore di misericordia divina, chiede un perdono che si estenda a quanti non sanno quello che fanno: li ha tutti presenti.

Conoscono forse Gesù i soldati romani che L’hanno flagellato, coronato di rami di spine, sputacchiato, deriso e che ora si stanno spartendo le sue vesti? No, certamente. Essi non sono che disciplinati e inconsci esecutori di un iniquo ordine ricevuto. Conosce forse Gesù quel Ponzio Pilato, procuratore della Giudea, che ha sentito molte accuse e non ha trovato colpa alcuna, che, incerto tra la paura e il tornaconto politico, ha vilmente consegnato Gesù perché fosse crocifisso? Lo conosce forse meglio  quella folla, facile alle imprecazioni, che, sobillata da abili mestatori, ha urlato nel pretorio: «il sangue di Lui  su noi e i nostri figli»? Devono ricordare tutti, sì, il bene e i prodigi ricevuti; ma chi sia veramente, non sanno. E conoscono, realmente, Gesù i capi dei Giudei -i principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo- che, servendosi di un discepolo traditore, Lo hanno catturato, Gli hanno intentato uno pseudo processo religioso, riuscendo poi a far commettere dal rappresentante del diritto romano  il più colossale  errore giudiziario che la storia ricordi? I capi sanno sì che Egli è un profeta, forse anche il più grande: ma non sanno che Egli è Dio. Credono di toglierGli la vita e non sanno che è Lui che la depone. Credono di sopprimerlo e ne preparano il glorioso trionfo.  “Sono stati – dirà Paolo – gl’invisibili spiriti del male che li hanno mossi, perché se l’avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria”. “Voi uccideste l’Autore della vita -griderà  Pietro-  ma io so, fratelli, che il male fatto da voi e dai vostri capi fu per ignoranza. Dio ha così compiuto quel che per bocca di tutti i profeti aveva predetto: dover patire il suo Cristo”.

Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno…” E chi sono costoro infine se non tutti quelli che commettono peccato? “Ecco, è giunta l’ora e il Figlio dell’Uomo è consegnato nelle mani dei peccatori». Sono essi, siamo noi,…peccatori tutti, i veri crocifissori del Cristo. Ma comprendiamo almeno noi, quando pecchiamo, quello che facciamo? Ha ragione Gesù : non sappiamo, noi che crediamo  essere abbastanza puniti dalla nostra stessa viltà morale che ci rende meno uomini. Noi che riteniamo cognizione del peccato solo quel po’ di cenere quella molta vergogna che esso ci lascia nel cuore. Non sappiamo –è la nostra miseria- l’orrore del nostro peccato; non sappiamo –è la nostra crudeltà- che Quei che volentier perdona non attende che un gemito del nostro cuore per ridonarci il suo abbraccio; non sappiamo –è la nostra tristezza- che sopra, oltre la giustizia, in Dio c’è l’amore. Ed è l’amore il suo vero crocifissore. Questo non sappiamo. Abbiamo bisogno di perdono, perché non conosciamo il vero volto dell’Amore.

 Radioconversazione del Venerabile Padre Mariano da Torino, Cappuccino (1964)

SANTA GIORNATA!