Primo Mistero Glorioso
Contemplazione dei misteri gloriosi
Da: Gli Appelli del Messaggio di Fatima di Sr Lucia
Abbiamo visto i passi della vita di Gesù che abbiamo ricordato nelle prime due parti del rosario; ora vedremo quelli della terza parte, ossia della terza corona.
La Risurrezione di Gesù
Nell’undicesima decina del rosario ricordiamo la risurrezione di Gesù Cristo.
Alla fine della decima decina ci siamo soffermati su queste parole di Gesù: “Offro la mia vita per riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla ed il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”. (Gv 10, 17-18). Espressione di questo stesso comandamento e del potere di dare la vita e poi riprenderla sono i diversi annunci, fatti da Gesù ai suoi discepoli durante la sua vita pubblica, che sarebbe stato ucciso, come predetto negli oracoli profetici, ma al terzo giorno sarebbe resuscitato dai morti. Il primo di questi annunci Gesù lo fece subito dopo aver udito dalle labbra di Pietro la confessione di fede che lo riconosceva come “Il Cristo, Figlio del Dio vivente”; dice l’evangelista: “Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, venire ucciso e risuscitare il terzo giorno” (Mt 16,21).
Nel Cenacolo aveva celebrato con gli Apostoli la Pasqua dell’Antica Alleanza e poi aveva istituito il sacro rito che avrebbe perpetuato la Nuova Alleanza e “dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il Monte degli Ulivi. Gesù disse loro: Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea” (Mc 14,26-28).
La verità della risurrezione del Signore si fonda su segni ed indizi storici della più autentica veridicità. Primo, la previsione e l’annuncio dell’evento fatti da Gesù che avrebbero spinto i Giudei a mettere una guardia al sepolcro dove il suo cadavere era stato deposto; una volta compiuta la risurrezione rimane, a dimostrarla, il sepolcro vuoto e soprattutto i molti testimoni che lo vedono dopo che è risuscitato dai morti: mangiano a tavola con Lui, toccano le piaghe delle Sue mani e del costato, convivono con Lui per quaranta giorni, durante i quali Gesù risuscitato dà loro le istruzioni ed i poteri necessari per la Chiesa. Sono così certi di questo che gli Apostoli e molti discepoli daranno la propria vita in difesa della verità che affermano.
Il primo annuncio dell’avvenuta risurrezione è ricevuto dalle donne che, non avendo potuto la vigilia imbalsamare opportunamente il corpo del Signore, erano arrivate all’alba della domenica a rendergli l’ultimo omaggio; l’annuncio è dato loro dall’angelo che aveva rimosso la pietra del sepolcro. San Matteo ci racconta il fatto in questo modo: “Passato il sabato, all’ alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’Altra Maria andarono a visitare il sepolcro ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore ed il suo vestito, bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie tremarono tramortite, ma l’angelo disse alle donne:” Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: è risuscitato dai morti ed ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto”. Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo:” Salute a voi” ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro:” Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno” (Mt 28, 1-10).
Nel Vangelo di San Marco abbiamo la narrazione del medesimo fatto: “Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome, comprarono olii aromatici per andare ad imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del Sole (…) Entrando nel sepolcro, videro un giovane seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca ed ebbero paura, ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù il nazzareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate. Dite ai suoi discepoli ed a Pietro che Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto” (Mc 16, 1-7).
Ecco ora lo stesso annuncio della risurrezione alle donne nella penna di San Luca, con alcuni suoi dettagli; “Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea, seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi ed olii profumati (…). Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti (…). Essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Non è qui. È risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno” ed esse si ricordarono delle Sue parole e, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici ed a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e, chinatosi, vide solo le bende e tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto” (Lc 23,55; 24, 1-12).
Il confronto fra i tre Vangeli ci mostra dettagli diversi, propri di ciascuno. Non c’è da stupirsi! La stessa cosa avviene quando varie persone sono presenti ad un evento. Il racconto che poi ne fanno contiene i particolari che più hanno colpito ciascuno e persino quando la stessa persona racconta lo stesso avvenimento, in diverse occasioni lo fa con particolari diversi, perché la nostra memoria non ha tutto presente nello stesso istante: ora ci ricorda alcuni particolari, ora altri ed i Vangeli sono nati dalla narrazione dei testimoni; fatta da costoro quando fondarono le comunità cristiane; narrazione che, dopo la loro partenza, è stata conservata nella memoria di quella comunità dove l’ evangelista l’ha raccolta, naturalmente con i particolari che aveva in quel luogo e questa è un’ altra prova della veridicità dell’ evento della risurrezione; non è stata una cosa studiata da narrare con precisione assoluta, sempre con le stesse parole gli stessi punti e le stesse virgole; ma un evento di cui qualcuno fu testimone.
San Giovanni ci descrive l’apparizione di Gesù agli apostoli che si trovano riuniti nel Cenacolo con le porte ben chiuse: “Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani ed il costato ed i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi ed ha chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20, 19-23).
Quel giorno, però, era assente l’apostolo Tommaso, che si mostrò restio a credere a ciò che gli altri apostoli gli raccontavano.
Otto giorni dopo, Gesù tornò a visitarli, “si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!” Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato e non essere più incredulo, ma credente!” Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20, 26-28).
Alcuni giorni dopo, alle prime luci dell’alba, i discepoli che avevano passato inutilmente la notte a pescare, videro Gesù che dalla spiaggia domandava loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci (…). Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora (…). “Venite a mangiare” (…). Allora Gesù si avvicino, prese il pane e lo diede a loro e così pure il pesce” (Gv 21,5-13)
Ma torniamo al giorno della risurrezione, per osservare il caso dei due discepoli di Emmaus che, estenuati e tristi per l’evento della Passione e morte del Maestro, avevano deciso di tornare a casa.
Avanzavano per la strada quando un viaggiatore- lo stesso Gesù, che essi non riconobbero- li raggiunse e si mise a parlare con loro perché voleva sapere cosa fosse accaduto a Gerusalemme che, a quanto pareva, li riguardava: “Domandò: “Che cosa?”. Gli risposero: “Tutto ciò che riguarda Gesù Nazzareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio ed a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti ed i nostri capi lo hanno consegnato, per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso (…) ed egli disse loro: “(…) Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella Sua Gloria?” e cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, Egli fece come se dovesse andare più lontano, ma essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” (Lc 24, 19-31).
Con questi fatti e molti altri che la Sacra Scrittura ci riferisce la realtà della risurrezione di Gesù è più che dimostrata. Non si tratta di una fantasia dell’immaginazione e meno ancora di una suggestione collettiva, perché tali fatti avvennero con persone diverse, in varie occasioni ed in circostanze diverse fra loro.
In essi Gesù Cristo si presenta com’è: uomo e Dio vero che i discepoli toccano e verificano essere lo stesso che è stato crocifisso, perché fa vedere e toccare le cicatrici delle piaghe lasciate dai chiodi sulle sue mani e la ferita causata dalla lancia che gli trapassò il costato. Il Signore li invita così a sincerarsi della sua realtà, poiché vedano che Egli ha carne ed ossa e conserva in sé i segni del martirio. Così parlò a Tommaso in presenza degli altri discepoli: “Metti qua il tuo dito e guada le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato e non essere più incredulo, ma credente!” Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20, 27-28).
Nella spiaggia vicino al mare di Tiberiade, Gesù si presenta ai discepoli come un compagno che va loro incontro per aiutarli e che indica loro il posto dove avrebbero trovato una pesca più abbondante. Intanto sulla spiaggia prepara un pasto: il pesce cotto sulle braci ed il pane; Egli stesso serve e distribuisce tutto, come un padre che prepara e serve il cibo ai suoi figli.
Con i discepoli di Emmaus, Gesù si presenta come un viandante abituale che segue lo stesso cammino, prende parte ai loro discorsi, dà chiarimenti sul destino del Messia, che pazientemente rivela e fa scoprire negli oracoli profetici delle Scritture. Accetta l’invito a pernottare e cena con loro. A tavola compie gesti che rivelano la Sua identità ai due, abituati com’ erano a vederli fare dal maestro: prende il pane, rende grazie, lo divide e lo distribuisce fra tutti. È con quel gesto che entrambi si rendono conto che il compagno di strada è il Signore.
Dunque, Gesù Cristo è risuscitato e la Sua risurrezione è il principio della nostra risurrezione: “Chi crede ha la vita eterna (…) ed io lo risusciterò nell’ ultimo giorno” (Gv 6, 47-54).
Ave Maria!