Pensiero del giorno 16 dicembre
Inizio Novena del Santo Natale
Primo Giorno
Meditazioni di Don Dolindo Ruotolo
Gesù, nascendo, ha avuto per fine il cercare noi, poveri peccatori:
noi dobbiamo cercare Lui e salvarci.
In questo santo giorno noi ci raccogliamo per meditare i grandi misteri dell’ amore di Gesù Cristo e per onorare il santo Bambino. Tutto concorre ad intenerirci, intorno a Gesù: Egli si è fatto piccolo piccolo per noi, è nato nel gelo, nella povertà, nella privazione, e ci chiama, o cari fedeli.
Che cosa sei venuto a fare sulla terra, o Gesù, così povero e umiliato? Noi nasciamo tutti quanti con uno scopo e cresciamo per ottenere qualche cosa in questa vita, e Tu perché sei nato, perché hai preso la nostra misera carne? Gesù è venuto a cercarci, cari fedeli. Eravamo lontani da Lui, nell’impossibilità di ascoltare la Sua Voce, di partecipare alla Sua Vita Divina, e Gesù è venuto Egli stesso sulla terra, in un eccesso d’amore, per cercarci. Ebbene, meditiamo devotamente sul fine che ha avuto Gesù nel nascere: Egli è venuto a cercarci per darci la vita, per redimerci dal peccato. Meditiamo, di conseguenza, sul dovere che abbiamo noi di cercare Gesù Cristo e di essergli fedeli. Gesù cerca noi, per darci la vita, per redimerci dal peccato e noi siamo chiamati a cercare Gesù, a essere fedeli a Gesù.
Dio Benedetto, creando il primo uomo innocente e santo, lo aveva creato traendolo dal nulla e lo aveva arricchito di una grazia soprannaturale che lo rendeva capace di possederlo per tutta l’Eternità. Dio aveva dato all’ uomo un precetto, mettendolo nel Paradiso terrestre: gli aveva dato ogni
libertà, ma gli aveva vietato di scegliere indifferentemente il bene e il male e, per facilitargli il compito e renderlo capace di merito, aveva sintetizzato questo suo supremo dovere in un atto di obbedienza esteriore, proibendogli di mangiare il frutto di un albero. Quale mirabile armonia regnava in quest’ uomo! I sensi erano sottoposti alla ragione e il suo cuore era mirabilmente armonizzato dalla Grazia di Dio. Intanto, la donna si fece miseramente sedurre: credendo di raggiungere più presto l’alto ideale cui era chiamata da Dio, mangiò del frutto proibito e ne offrì al suo uomo. Così ella cadde miseramente e l’uomo si allontanò da Dio, piombando nella sua povertà e nudità naturale. Si era accecato, aveva perduto i lumi della celeste sapienza che lo rendevano sublime, aveva perduto quella vita che lo sollevava fino all’Eternità. Come un povero viandante caduto in un burrone, rimasto privo di forze a causa di questa caduta, non può risollevarsi da sé, così l’uomo non aveva più la forza di salvarsi e aveva bisogno di qualcuno che lo salvasse. I suoi figli, peccatori come lui, non potevano salvarlo, e allora è venuto dal Cielo il medesimo Figlio di Dio e si è fatto piccolo, ha preso carne e la sua miseria, proprio per cercarlo nell’abisso in cui era caduto. Gesù ci viene a cercare. Dove? Nell’ abisso in cui era caduto.
Gesù buono si è rivestito della nostra carne, è apparso come uno di noi, non si è fatto riconoscere, ha attirato sopra di sé l’ira dei peccatori, ha sofferto, ha pianto per noi, e piangendo ci ha ritrovati e ci ha abbracciati nuovamente nel suo Amore e nella sua Misericordia. Solo Lui poteva salvarci, perché solo Lui poteva prendere le nostre miserie senza macchiarsene, essendo la Sua Persona la Persona stessa di Dio, e non ha esitato a farlo pur di ritrovarci. Ce lo disse Lui stesso in quella commovente parabola della pecorella smarrita: Egli lasciò al sicuro le novantanove pecorelle e andò per vie aspre e dolorose a cercare quella che si era smarrita e, trovatala, se la pose sulle spalle e la ricondusse all’ovile senza rimproverarla.
Se Gesù è venuto con tanto amore a cercarci, saremo noi così ingrati da fuggire dalla Sua Presenza e dal rifiutare l’invito della Sua carità? Oggi, specialmente, la maggior parte delle creature redente da Lui lo abbandonano e lo lasciano solo solo: avremo noi il coraggio di seguire ingratamente chi tanto lo offende? Seguiamo Gesù con la gratitudine e corrispondiamo alle Sue Grazie e alle Sue Chiamate di Amore. Seguiamo Gesù e cerchiamolo in tutta la nostra vita. Se il mondo o i nemici di Gesù ci offrissero montagne d’oro, ossia il famoso “pane a quattro soldi”, non siamo così ingrati da seguirli e da abbandonare solo solo il caro Redentore che è venuto a salvarci!
Da: Don Dolindo Ruotolo, Novena di Natale
Preghiera della Novena
O Figlio di Dio, ti sei fatto uomo per farti amare dagli uomini, ma dov’è l’amore che gli uomini ti portano? Tu hai dato il Sangue e la Vita per salvare le anime nostre, e perché poi ti stiamo noi così irriconoscenti che, invece di amarti, ti disprezziamo con tanta ingratitudine?
Ti amo, o Verbo Incarnato, ti amo, mio Dio, ti amo, bontà infinita; e mi pento di quanti disgusti ti ho dati, vorrei morirne di dolore. Dammi, Gesù mio, il tuo amore, non mi far vivere più ingrato all’affetto che mi hai portato. lo ti voglio sempre amare. Dammi la santa perseveranza.
O Maria, Madre di Dio e Madre mia, impetrami tu dal tuo Figlio la grazia di amarlo sempre, sino alla morte.
3 Gloria al Padre…
Gesù Bambino, abbi pietà di noi.