Primo Mistero Glorioso

 

LA RISURREZIONE DI GESU’

 

Contempliamo Gesù Risorto, divinamente bello, ornato meravigliosamente dalle piaghe splendenti.

Ciò che formò l’essenza della felicità di Gesù nella sua risurrezione fu il compiacimento e la gloria che venne al Padre dal compimento della Redenzione, che riportava gli uomini nel piano loro destinato nella creazione, e anche più in alto, fino alla incorporazione con lui.

Il Divi Padre non avrebbe potuto glorificare maggiormente il Figlio diletto, ed è lui stesso in ammirazione di lui, vittorioso per l’obbedienza fino alla morte di croce ai suoi decreti per la Redenzione.

La glorificazione del Redentore appare, appunto, come frutto dei suoi patimenti, giusta retribuzione delle umiliazioni subite, sicché – come dice S. Paolo – poiché annientò sé stesso fino alla morte di croce, il Padre lo ha esaltato donandogli il Nome che è sopra ogni altro nome, al quale tutto s’inchina, in cielo, in terra e negli abissi.

E’ veramente così, e il motivo delle paterne compiacenze deriva dal fatto che l’Umanità gloriosa di Gesù rappresenta l’intera creazione ed è attraverso di essa che, non soltanto coloro che sono ancora sulla terra ricevono la grazia (e ognuno con riflessi particolari), ma anche in cielo gli eletti ricevono da essa la luce della gloria.

Anche noi, se saremo uniti a Gesù per la grazia, partecipi della sua Passione, dovremo partecipare ai gaudi della sua Resurrezione.

La nostra vita dovrebbe essere un vero inizio di beatitudine.

Attraverso il grande Sacramento dell’unità si realizzano, pur sotto i veli della fede, le meraviglie che si ammirano nella Gerusalemme Celeste.

L’Ostia consacrata racchiude Gesù nel suo stato glorioso, quale si trova alla destra del Padre, in tutto lo splendore della sua bellezza ineffabile. Come in Cielo, mediante la sua Umanità, trasmette la conoscenza della Divinità agli eletti, così, nello stato sacramentale, attraverso il suo Corpo, nutre di Dio le anime, congiungendole al Padre.

La Risurrezione stimola a una più fervida vita di grazia, a un più delicato perfezionamento, ad una più elevata spiritualizzazione, che ci consente di rimanere lassù, dov’è il nostro Gesù Risorto alla destra del Padre.

Da: Maria Costanza Zauli, Luciano Bartoli, Il Rosario, Ed. Cantagalli 2001, pag.32-33