Pensiero del giorno 15 agosto 2023

 

Regina in coelum Assumpta, ora pro nobis 

 

«Finito il corso della sua vita terrena la Vergine Maria è stata assunta in anima e corpo alla Gloria Celeste». Con queste parole Pio XII definiva il dogma mariano dell’Assunzione, il quarto dopo quello della maternità divina, della Perpetua Verginità e dell’Immacolato Concepimento. In quella occasione lo stesso Pio XII introduceva la litania Lauretana: Regina assunta in cielo, prega per noi!

 È il dogma che, mentre allontana Maria dal nostro mondo corrotto, l’avvicina alle anime credenti. La distanza che separa la gloria celeste dalla corruzione terrestre, infatti, non è quantizzabile in chilometri, nè in anni luce. È una distanza qualitativa, simile a quella che separa Dio dalle sue creature. Egli è, allo stesso tempo, separato dalle sue creature a motivo della sua perfezione trascendente, e presente ad esso per la sua potenza creatrice. La causa è presente ai suoi effetti. Così il Creatore è presente alle sue creature; il Mediatore e la Mediatrice della Grazia sono presenti ai loro “graziati”. Presenti per la fede, assenti per la sensibilità. Presenti perché occupano il cuore dell’uomo, assenti perché non occupano uno spazio determinato in questo mondo. 

Vi è però un’eccezione “ordinaria”, ed è il gran Sacramento dell’Altare, dove troviamo la presenza corporea- sacramentale di Cristo e la presenza mistico- reale di Maria. Sarebbe assurdo che il Sacramento istituito da Dio separasse ciò che Dio ha unito. Uniti in cielo, con il loro corpo glorioso, Gesù e Maria in qualche modo misterioso ma reale devono rimanere uniti sugli altari e nei Tabernacoli delle nostre chiese.

 C’è anche una seconda eccezione, più straordinaria: la presenza di Maria ai veggenti, nei luoghi delle apparizioni approvate dalla Chiesa (per esempio Lourdes e Fatima). Secondo la Scuola francescana si tratta di una vera e propria presenza locale di Maria con la sua anima ed il suo corpo glorificato. Sr Lucia non avrebbe avuto alcuna esitazione a sottoscrivere questa tesi, l’unica che salva totalmente il realismo delle apparizioni. Tutte le altre spiegazioni presentano il fianco al soggettivismo idealista o ai dubbi metodici del criticismo nazionalista.

 Anche se noi comuni mortali, non vedremo mai la Madonna con i nostri occhi, in questa vita, la possiamo però sin d’ora contemplare con gli occhi della fede. Contemplarla nella sua presenza accanto al Tabernacolo, accanto al sacerdote celebrante; contemplarla in noi, perché il nostro cuore è «capax Dei», quindi è «capax Mariae», il punto di contatto tra il cielo e la terra. Vivere alla sua presenza, perché Lei ci vede, ci ama, intercede per noi, ci ottiene la grazia della conversione e della perseveranza nella santificazione.

Il transito al cielo della Vergine Maria è descritto prima da San Giovanni nell’Apocalisse (capitolo 12), poi, con abbondanza di particolari fantasiosi, da apocrifi che risalgono ai primi secoli del Cristianesimo.

  I Padri cominciano a parlare con sicurezza a partire dal VI secolo. In quel secolo cominciano le notizie sicure della festa liturgica, che in Oriente aveva il nome di Koimesis, ossia Dormizione. Il nome stesso indica che il transito avvenne dopo una morte estatica, in cui l’anima si stacca dal corpo lasciandolo come addormentato per 3 giorni. Dopodiché anche il suo corpo si riunì all’anima, nella gloria del Cielo.

 Le qualità del corpo Glorioso di Maria, di gran lunga superiori a quelle di qualsiasi corpo corruttibile, sono cinque: luminosità, immortalità, impassibilità, agilità e sottigliezza. La luminosità è il riflesso della luce di Dio, che è massimamente conoscibile in sé, essendo la stessa verità. L’immortalità e l’impassibilità si spiegano con la promessa del Signore: «Tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» (Ap 21,4). L’agilità e la sottigliezza sono due qualità del corpo spiritualizzato, il quale ha la capacità di spostarsi con la velocità del pensiero e di passare attraverso i corpi materiali.

Tutto questo per dire com’è bella Maria, com’è bello il Paradiso e come sono stolti quelli che lo perdono per il nulla del peccato. 

Fonte: P. Alessandro M. Apollonio, Le Litanie Lauretane, CME, pag. 231-233

 

Preghiera a Maria Assunta di Paolo VI
O Maria Immacolata Assunta in cielo,
tu che vivi beatissima nella visione di Dio:
di Dio Padre che fece di te alta creatura,
di Dio Figlio che volle da te
essere generato uomo e averti sua madre,
di Dio Spirito Santo che in te
compì la concezione umana del Salvatore.
O Maria purissima
o Maria dolcissima e bellissima
o Maria donna forte e pensosa
o Maria povera e dolorosa
o Maria vergine e madre
donna umanissima come Eva più di Eva.
Vicina a Dio nella tua grazia
nei tuoi privilegi
nei tuoi misteri
nella tua missione
nella tua gloria.
O Maria assunta nella gloria di Cristo
nella perfezione completa e trasfigurata
della nostra natura umana.
O Maria porta del cielo
specchio della luce divina
santuario dell’Alleanza tra Dio e gli uomini,
lascia che le nostre anime volino dietro a te
lascia che salgano dietro il tuo radioso cammino
trasportate da una speranza che il mondo non ha
quella della beatitudine eterna.
Confortaci dal cielo o Madre pietosa
e per le tue vie
della purezza e della speranza
guidaci un giorno
all’incontro beato con te
e con il tuo divin Figlio
il nostro Salvatore Gesù.
Amen!

Primo giorno del settenario in preparazione alla festa della B.V.M. Regina

 

Ti lodo e benedico, o eterna Trinità, perché hai preservato Maria dalla colpa originale rendendola Immacolata.
O Vergine Immacolata, gioia della Santissima Trinità, sii tu la mia forza per vincere il peccato e condurre una vita santa e gradita a Dio. Vivi in me, Madre mia e glorifica in me il tuo Divin Figlio.

Ave Maria.
Immacolata, Regina dell’universo, prega per noi.

SANTA SOLENNITA’