Pensiero del giorno 1 febbraio 2024
I malati prediletti dal Signore.
Imitare Cristo nell’amore e nell’attenzione per i malati.
Ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Mc 6,13
Il Vangelo della Messa ci parla della missione dei dodici per i villaggi e le regioni della Palestina.
Predicarono la necessità di fare penitenza per entrare nel regno di Dio e «scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano».
L’olio veniva frequentemente usato per curare le ferite, e il Signore stabili che fosse la materia del sacramento dell’Unzione degli infermi.
Nelle scarne parole del Vangelo di San Marco la Chiesa ha visto accennato questo sacramento, che fu istituito dal Signore, e successivamente dall’apostolo Giacomo raccomandato ai fedeli e prolungato.
È un’altra dimostrazione della premura di Cristo e della sua Chiesa verso i cristiani più bisognosi.
Il Signore ha sempre mostrato la sua infinita compassione per i malati. Egli stesso si è rivelato ai discepoli inviati dal Battista richiamando la loro attenzione su quello che udivano e vedevano:
i ciechi recuperavano la vista, gli storpi camminavano, i lebbrosi venivano guariti e i sordi riacquistavano l’udito; i morti risuscitavano e i poveri erano evangelizzati.
Nella parabola del banchetto di nozze i servi e ricevettero quest’ordine: «Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi». In molte pagine del Vangelo leggiamo che Gesù provò compassione nel contemplare il dolore e la malattia, e risanò molti come segno della guarigione spirituale che operava nelle anime.
Il Signore ha voluto che noi, suoi discepoli, lo imitiamo nutrendo una compassione concreta verso quelli che soffrono nella malattia e nel dolore.
«La Chiesa circonda di affettuosa cura quanti sono afflitti dall’umana debolezza, anzi riconoscere nei poveri e nei sofferenti l’immagine del suo fondatore, povero e sofferente, si fa premura di sollevarne l’indigenza e in loro cerca di servire il Cristo». Negli infermi vediamo il Signore stesso, che ci dice: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». «Chi ama il prossimo», scrive Sant’Agostino, «deve fare tanto bene al suo corpo quanto alla sua anima; e ciò non consiste solo nel ricorrere al medico, ma anche nel preoccuparsi del cibo, della bevanda, del vestito, dell’alloggio, e proteggere il corpo contro ciò che possa recargli danno […] Misericordiosi sono quelli che profondono delicatezza e umanità nel prestare il necessario per affrontare mali e dolori».
Possiamo manifestare la nostra affettuosa attenzione ai malati in vari modi: accompagnarli, far loro visita con l’opportuna frequenza, preoccuparci che la malattia non li innervosisca, facilitare loro il riposo e aiutarli a eseguire tutte le prescrizioni del medico, intrattenerli gradevolmente per tutto il tempo che siamo con loro, senza che si sentano mai soli, incoraggiarli a offrire e a santificare il dolore, fare in modo che ricevano i sacramenti. Non dimentichiamo che sono il «tesoro della Chiesa», che possono molto davanti a Dio e che il Signore li guarda con particolare predilezione.
Fonte: Parlare con Dio, Francisco Fernandez –Carvajal, Vol III, Ed Ares, pag 213-214
SANTA GIORNATA!