Pensiero del giorno 2 novembre 2024

 

SABATO 02 NOVEMBRE  COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI/ Primo Sabato del mese

PREGHIERA DEL MATTINO

L’eterno riposo dona loro, o Signore. Splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

UNA RIFLESSIONE PER TE

Il 2 novembre di ogni anno, in occasione della commemorazione dei fedeli defunti, noi ci domandiamo, più convintamente, sul significato della morte per noi credenti. Di fronte alle scene, anche di morti violenti, alle quali assistiamo quotidianamente attraverso i media, al punto tale che ci stiamo abituando anche alla morte nella pluralità del modo di concludersi dei nostri giorni, noi rinnoviamo il nostro perché ed aumentano le nostre domande, specie quando ci troviamo davanti alla tomba dei propri cari, più cari di ogni altro, e ne avvertiamo la mancanza, la privazione e la nostalgia. Nasciamo, cresciamo e moriamo, per vivere una vita più piena e duratura che va oltre il tempo, la natura, la creatura, tutto ciò che essere per un tempo limitato, rispetto ad un essere per l’eternità. La spiegazione più piena della nostra morte, come cristiani, è quella che troviamo nella morte in croce del Figlio di Dio, nostro Signore Gesù Cristo, che ha donato la vita per l’umanità per riscattarci da una morte più terribile che è quella eterna e definitiva. Con la sua morte e soprattutto con la sua risurrezione dai morti comprendiamo il morire di ogni cristiano che alla luce della fede, sa benissimo, come ci ricorda la teologia, la dogmatica, la dottrina e la liturgia dei novissimi (morte, giudizio, inferno e paradiso) che il morire non è la conclusiva di una vita, ma l’inizio di una nuova vita, che avrà la piena e completa risurrezione nel giudizio universale e nel secondo Avvento di Dio sulla terra quando verrà a giudicare i vivi e i morti ed anche i nostri corpi mortali risorgeranno trasformati in una vita senza fine.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno e buon fine settimana. La vita eterna, come ben cogliamo dal testo del Vangelo di Matteo certamente ha due strade, quella della salvezza e quella della perdizione. Non è a senso unico, in quanto per imboccare la strada giusta, bisogna vivere nella carità ed essere dalla parte di chi è in necessità. Si va in paradiso donando la per amore e mettendosi a servizio degli ultimi e dei bisognosi. Questa mattina ti invito a riflettere sulla realtà della morte: Sei convinto che l’anima immortale dell’uomo, con la morte del corpo, ha la visione immediata di Dio nella gloria del Paradiso? La fede ci dice di sì, a condizione che abbia operato bene nella sua vita terrena, altrimenti dovrà purificarsi nel Purgatorio e se, malauguratamente avesse commesso peccati gravissimi, senza mai pentirsi, il destino eterno dell’Inferno non può che preoccupare seriamente. Nella preghiera, recita questa massima eterna: “La Vita è breve e la morte è certa. Del mio morire l’ora è incerta. Un’anima sola io ho, se la perdo che farò? Se perdo il tempo che adesso ho, alla mia morte non lo riavrò. Finisce tutto e finisce presto, l’eternità mai finirà. Dopo la morte di me cosa sarà? Inferno o Paradiso mi toccherà. Amen”.

BUONA GIORNATA, BUON FINE SETTIMANA E IL SIGNORE TI BENEDICA.