Pensiero del giorno 26 gennaio 2025

<< Lo Spirito del Signore è sopra di me >>

   Nella sinagoga di Nazareth il Signore Gesù afferma, senza giri di parole, di essere l’Unto – il Messia, il Cristo – di Dio, attribuendo a se stesso le parole del profeta Isaia e dichiarando di esser venuto a portarle a compimento.

Le parole del grande profeta sono forti e affascinanti; parlano di una società nuova, fondata su principi opposti a quelli consueti del mondo:

i poveri diventano destinatari non più di notizie per loro cattive (nuove tasse, arruolamento per altre guerre funzionali al potere costituito, espropri del già poco posseduto, … ) ma di un lieta notizia, di un evangelo: è annunziata la liberazione ai prigionieri, la fine di ogni oppressione, la proclamazione dell’anno di grazia del Signore.

Ora, possono sorgere in noi che abbiamo ascoltato questo “manifesto programmatico” due reazioni sbagliate e pericolosissime, che ci porterebbero ad allontanarci da Cristo Via Verità e Vita : quella di una lettura “materialista” e quella, opposta, di una lettura che chiamerei “spiritualista”.

Nel primo caso faremmo di Gesù di Nazareth un Messia politico-rivoluzionario venuto a stabilire la giustizia sociale prodotta dalla lotta dei poveri contro i ricchi, dei lavoratori contro i padroni, delle donne contro gli uomini maschilisti, ecc…

Nel secondo caso faremmo di Gesù una sorta di “guru” che si prende cura della nostra concentrazione interiore; del suo Vangelo un’insieme di massime incapaci di incidere positivamente sulla realtà per cambiarla, unicamente funzionali alla nostra intimità con una non meglio definita “energia divina”.

E invece … il Verbo si è fatto carne, rimanendo Dio e assumendo anche la natura umana tutta (corpo e anima). Il primato è indubbiamente dello spirito, non della materia, ma siamo fatti di entrambi e con entrambi siamo destinati da Dio alla eterna salvezza (collaborando con la grazia). Il primato nella nostra vita va alla preghiera, non all’azione; tuttavia, una preghiera che non ci spinga all’azione è davvero preghiera ? Il Vangelo di Gesù, lì dove e quando è stato accolto, non ha forse cambiato la società, diminuendo le ingiustizie e creando strutture per la crescita spirituale ed anche materiale ? I profeti dell’Antico Testamento, Giovanni Battista il precursore, e poi Gesù stesso e poi gli Apostoli, e dopo di loro pontefici santi e … “combattivi”, non hanno forse tuonato in nome di Dio contro le ingiustizie e le ipocrisie dei potenti a loro contemporanei ?

Non possiamo e non dobbiamo sognare “paradisi in terra”: non ci saranno mai. Tuttavia, se vogliamo entrare domani nel Paradiso celeste che il Signore ci ha preparato, non possiamo esimerci dal faticare oggi – come tanti han fatto prima di noi – per cristianizzare questo mondo abbassandone i monti della superbia e colmandone i burroni della disperazione (cfr Lc 3, 4-6).

Pace e bene

Don Marco

Santa domenica!