Pensiero del giorno 9 aprile 2025

 

Don Mario

9 aprile 2025 Mercoledì della V Settimana di Quaresima

Tema del giorno: “La Misericordia che libera”

Letture del giorno: Dn 3, 14-20. 46-50. 91-92. 95; Sal.Dn 3; Gv 8, 31-42.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».

Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».

Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Le letture di oggi ci mostrano due esperienze di liberazione: da un lato, i tre giovani nella fornace (Dn 3), che Dio salva grazie alla loro fedeltà; dall’altro, il Vangelo in cui Gesù insegna che solo rimanendo nella sua parola possiamo conoscere la verità che ci rende liberi (Gv 8,31-42). In questa quinta settimana di Quaresima, incentrata sul tema “La misericordia che libera”, siamo dunque invitati a riflettere su come la fedeltà a Dio e la scelta di abitare nella sua Parola dischiudano per noi un orizzonte di libertà e di salvezza.

1. I tre giovani nella fornace: la forza della fedeltà (Dn 3,14-20.46-50.91-92.95)

Nel libro di Daniele, il re Nabucodònosor minaccia di gettare nella fornace ardente Sadrac, Mesac e Abdènego se non si prostreranno davanti alla sua statua d’oro. In risposta, i tre giovani dichiarano:

“Il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace; ma anche se non ci liberasse, sappi che non serviremo mai i tuoi dèi.”

• Il coraggio della fedeltà

I tre giovani non barattano i propri valori con la sicurezza personale. Mostrano una fede tale da preferire la morte piuttosto che tradire il Signore. La loro totale fiducia fa emergere la misericordia che libera: il fuoco, pur essendo potentissimo, non li tocca. L’angelo del Signore scende con loro e li preserva.

• La conferma di una protezione divina

Gli stessi spettatori rimangono sbalorditi: “Non erano tre? Ora ne vediamo quattro, e il quarto sembra un figlio di dèi!” È il segno di una presenza viva di Dio nel momento della prova. Ancora una volta, la fedeltà a Dio conduce a una liberazione insperata, che manifesta la gloria divina.

 

2. “Se rimanete nella mia parola, la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-42)

Nel brano di Giovanni, Gesù dice a quei Giudei che avevano iniziato a credere in Lui:

“Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.”

• Una libertà autentica

Gesù non parla di una libertà politica o di un mero affrancamento da leggi oppressive. Si riferisce a una liberazione interiore, che guarisce la schiavitù del peccato e apre il cuore a un rapporto filiale con Dio. Proprio come i tre giovani nella fornace, chi si affida a Dio scopre che la Sua parola diventa roccia, anche quando tutto sembra minacciare la nostra esistenza.

• Essere veri figli e non schiavi

Cristo contrappone la condizione di schiavitù del peccato a quella di figliolanza divina: “Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato […] Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.” Accettare Gesù come rivelazione del Padre significa passare dallo stato di prigionia interiore a una relazione di amore che ci rigenera.

3. La Misericordia Che Libera: Dalla Fornace della Prova alla Gioia della Verità

Il filo conduttore che unisce i tre giovani di Daniele e il discorso di Gesù in Giovanni è la fede in Dio e nella sua Parola, che porta a una libertà profonda, anche in mezzo a situazioni di minaccia o di peccato.

1. Nella prova, Dio non abbandona

Sadrac, Mesac e Abdènego non sapevano se Dio li avrebbe salvati; ciononostante restano fedeli. E Dio interviene, non eliminando la prova, ma accompagnandoli in essa. Anche nel Vangelo, Gesù ci incoraggia a rimanere nella Sua parola: ciò non toglie le difficoltà, ma dona la certezza della sua presenza salvifica.

2. La Parola come sorgente di libertà

Chi rimane nella parola di Cristo, come i tre giovani che rimasero coerenti al comandamento divino, sperimenta una libertà che non è mera assenza di vincoli, ma capacità di vivere secondo l’amore e la verità di Dio. Questo amore si riversa in noi come misericordia: libera il cuore dal timore e lo apre all’audacia del bene.

4. Spunti di Azione: Vivere la Misericordia Che Libera

• Coraggio di testimoniare: Se i tre giovani non si fossero esposti, nessuno avrebbe visto la gloria di Dio nella fornace. Anche noi, in situazioni sfavorevoli, possiamo renderci testimoni della fiducia nel Signore, rifiutando compromessi che tradiscono il Vangelo.

• Guardare alla Croce come fonte di liberazione: Nel Vangelo di Giovanni, Gesù si rivela progressivamente come colui che sarà “innalzato” e condurrà alla verità. Meditiamo sulla croce, segno di un amore che ha spezzato le catene del peccato e ci ha donato la “libertà dei figli di Dio”.

• Donare Speranza: Se la misericordia di Dio ci ha liberati in qualche ambito della nostra vita (da vizi, paure, colpe), allora siamo chiamati a offrire speranza a chi si sente ancora prigioniero. A volte basta un gesto solidale, un ascolto sincero, o una parola di incoraggiamento per trasmettere la forza del Signore che libera.

 

In questo mercoledì della V Settimana di Quaresima, la Parola ci mostra quanto sia potente l’amore di Dio che libera: se siamo fedeli come i tre giovani, potremo sperimentare la vicinanza del Signore anche nelle “fornaci” più ardenti. E se rimaniamo nella parola di Cristo, scopriremo la verità che ci fa “liberi davvero”, un dono di misericordia che non soltanto ci salva, ma ci trasforma in testimoni di speranza per gli altri.

Preghiamo affinché il Signore rafforzi la nostra fede, ci renda coraggiosi nel resistere al male e docili nel lasciare che la Sua Parola ci trasformi, permettendoci di vivere e diffondere la “misericordia che libera”.

Omelia

Fratelli e sorelle amati nel Sangue di Cristo, oggi la Parola ci invita a contemplare la forza liberante della misericordia divina, una misericordia che non è astratta, ma si manifesta concretamente nelle vicende della storia e nella nostra vita quotidiana. Le letture ci pongono davanti a due immagini potenti di liberazione: i tre giovani nella fornace, salvati dalla fedeltà a Dio, e l’insegnamento di Gesù sulla verità che rende liberi. In entrambi i casi, la libertà non è un dono automatico, ma il frutto di una scelta: rimanere fedeli al Signore, accogliere la sua parola e lasciarci trasformare dalla sua presenza.

Nel libro di Daniele, il re Nabucodònosor minaccia di gettare nella fornace ardente Sadrac, Mesac e Abdènego se non si piegheranno ad adorare la sua statua d’oro. La loro risposta è di un coraggio disarmante: “Il nostro Dio, che serviamo, può liberarci, ma anche se non lo facesse, sappi che non serviremo mai i tuoi dèi.” Questa fedeltà incrollabile li conduce nel fuoco, ma proprio lì, nel cuore della prova, avviene il miracolo. Il re stesso, incredulo, esclama: “Non erano tre? Ora vedo quattro uomini liberi nel fuoco, e il quarto sembra un figlio degli dèi.” È l’immagine straordinaria della presenza di Dio che non elimina la prova, ma si fa compagno nella sofferenza, proteggendo e liberando. Quante volte anche noi ci troviamo in una fornace, in situazioni che sembrano senza via d’uscita!

Ma il Signore non ci lascia soli: se rimaniamo fedeli, Egli cammina con noi nel fuoco, ci protegge, ci salva.

Nel Vangelo, Gesù rivela un’altra dimensione della libertà: “Se rimanete nella mia parola, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.” La libertà, secondo Cristo, non è assenza di vincoli, ma adesione alla sua parola, che ci permette di uscire dalla schiavitù del peccato e di entrare nella casa del Padre come figli e non come schiavi. Il peccato ci illude di essere liberi, ma in realtà ci rende prigionieri delle nostre debolezze, delle nostre paure, dei nostri compromessi. Solo il Sangue di Cristo, versato sulla croce, può spezzare queste catene e ridarci la dignità perduta. “Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”: è la libertà che nasce dal Sangue sparso per amore, quella libertà che non si conquista con la forza, ma si accoglie come dono della misericordia divina.

Fratelli e sorelle, oggi siamo chiamati a fare nostra questa verità. Come i tre giovani nella fornace, siamo pronti a rimanere fedeli anche quando la vita ci mette alla prova? Sappiamo riconoscere la presenza del Signore accanto a noi nei momenti difficili? E soprattutto, abbiamo il coraggio di lasciare che il Sangue di Cristo ci liberi dalle nostre schiavitù interiori? Non possiamo accontentarci di una fede superficiale, non possiamo illuderci di essere liberi se continuiamo a rimanere legati alle nostre paure, ai nostri egoismi, ai nostri peccati. Gesù ci offre una strada diversa: rimanere nella sua parola, lasciare che la sua verità ci trasformi, permettere che il suo amore, sigillato nel Sangue versato per noi, ci renda nuovi.

Questa Quaresima è un tempo di grazia, un tempo per riscoprire la libertà vera, quella che solo Dio può dare. Se ci sentiamo oppressi dal peso dei nostri errori, guardiamo alla croce, guardiamo al Sangue che ci ha redenti, e lasciamoci liberare. E se conosciamo qualcuno che vive nella prigionia del peccato o della disperazione, siamo strumenti della misericordia che libera: con il perdono, con l’ascolto, con un gesto di vicinanza. La verità che ci rende liberi non è una dottrina, ma una persona: è Cristo stesso, è il suo amore che scende nelle nostre vite come un fuoco che non brucia, ma purifica. Chiediamo oggi questa libertà, chiediamo di rimanere saldi nella Parola, e di vivere da figli redenti dal Sangue dell’Agnello, perché solo così possiamo testimoniare nel mondo la bellezza della misericordia che salva. Amen.