Pensiero del giorno 29 giugno 2025

Santi Pietro e Paolo

San Leone Magno, De natali Petri, V, 4 s. :

      (…) San Pietro non cessa di sedere sulla sua Cattedra e conserva un’incessante partecipazione alle prerogative del Sommo Sacerdote. La solidità che riceve dalla Pietra che è Cristo, egli – divenuto pietra a sua volta – la trasmette anche ai suoi eredi; e, dovunque compare una qualche fermezza, è la forza del pastore che si manifesta.

Infatti se, per aver validamente sopportato i supplizi loro inflitti (…), i martiri hanno praticamente ottenuto tutti e dappertutto di poter recare soccorso agli uomini in pericolo, di scacciare le malattie e di guarire innumerevoli mali (Mt 10,1), chi sarà così ignorante o così invidioso da disprezzare la gloria di san Pietro e credere che esistano porzioni di Chiesa che sfuggono alla sollecitudine del suo governo e non si accrescano grazie a lui? Eccoci di fronte ad un amore di Dio e degli uomini in pieno vigore e vita nel Principe degli apostoli, tale che neppure il carcere, le catene o le sommosse popolari, o le minacce dei re hanno potuto intimorire; così dicasi della sua fede invincibile che non ha ceduto nella lotta e non si è intiepidita nella vittoria.

San Giovanni Crisostomo, De laudibus Sancti Pauli Apostoli, I :

       Abele offre un sacrificio e ne è lodato (cfr Gen 4,4); ma se guardiamo la vittima offerta da Paolo, vediamo subito che lo supera quanto il cielo la terra. Quale volete che vi nomini? Non è, infatti, una sola la vittima offerta da Paolo. Si offriva infatti ogni giorno e in due modi diversi: sia morendo ogni giorno (cfr 1Cor 15,31), sia portando attorno, senza respiro, la mortificazione nel suo corpo (cfr 2Cor 4,10). Sia, infatti, che si preparasse ad affrontare i pericoli – operando così un martirio nella volontà – sia che mortificasse in se stesso la natura della carne, non compiva nulla di meno dell’offerta di una vittima a Dio, anzi qualche cosa di più. Infatti non offriva pecore o buoi, ma se stesso, giorno dopo giorno.

       (…) Sul punto di andarsene dopo tanti sudori e trionfi, a consolazione dei discepoli diceva: << Anche se il mio sangue deve essere versato in libagione sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi gioitene e rallegratevi con me >> (Fil 2,17-18).

 (…) Abele poi cadde per l’inganno del fratello (Gn 4). Ma io ti posso mostrare in Paolo tante morti, quanti furono i giorni ch’egli visse predicando. Se poi vuoi proprio vedere la morte che mise fine a tutto, guarda che Abele fu ucciso da un fratello che egli non aveva in nessun modo offeso, ma al quale neanche aveva fatto dei benefici; Paolo invece fu ucciso da coloro, che egli voleva strappare da mali infiniti e per i quali aveva sostenuto tutte le fatiche e pene, che aveva sopportato.

Pace e bene

Don Marco

Santa giornata!