Pensiero del giorno 21 settembre 2025
S. MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA
PREGHIERA DEL MATTINO
Ci aiutino, o Signore, le preghiere del beato Apostolo ed Evangelista Matteo affinché quel che non siamo nella possibilità di ottenere, ci sia accordato per la sua intercessione. Amen.
IL VANGELO DI OGGI
+ Dal Vangelo secondo Luca (Forma Breve)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
UNA RIFLESSIONE PER TE
A volte è la nostra mentalità umana, che cerca una razionalità che spieghi tutto. Essa rischia di far perdere una grande forza al messaggio di Gesù. Non possiamo troppo investigare sulla moralità, che sembra dubbia, di questo amministratore – secondo i nostri parametri di giustizia. Voler sempre rinchiudere tutto nelle nostre reti rischia di far perdere la parte veramente forte ed innovativa dell’annuncio di salvezza di Gesù. Talvolta corriamo il rischio di voler porre Gesù sotto la nostra lente di ingrandimento per analizzare meticolosamente ogni dettaglio e rischiamo, così facendo, di perdere il tutto. La giustizia sociale, grande e giusto anelito della società odierna, non è messa in discussione da questa parabola di Gesù. Egli stesso, con il suo vangelo dei poveri, è certamente lontano dalla mentalità giudaica corrente al suo tempo e che – talvolta – si riscontra anche presso alcune forme del nostro cristianesimo. La ricchezza, infatti, per Gesù non è segno della benevolenza di Dio su chi la possiede; così come la povertà non è certamente un castigo di Dio. Gesù non guarda tanto ai beni materiali ed alla loro quantità; Egli è si interessa a come essi siano poi realmente utilizzati. La frase finale del Vangelo odierno è la chiave di lettura della parabola dell’amministratore infedele. Non possiamo servire Dio e mammona. Gesù ci pone di fronte alla scelta fondamentale della nostra vita. Cosa rappresenta, allora, mammona, per noi? Il Dio denaro? La sete di successo? Il potere? Molte volte pensiamo di servire noi stessi ma in realtà al Dio mammona siamo disposti a sacrificare tutto. L’accumulo indiscriminato delle ricchezze non ci arricchisce realmente. Arricchirsi veramente significa anche saper riconoscere le nostre reali esigenze e saperle condividere con chi ha più bisogno di noi. Gesù pone in guardia sullo sperpero dei beni materiali ed invita al suo utilizzo con una reale sapienza. In questo saper gestire la ricchezza che Dio troviamo la reale possibilità di compiere il progetto di Dio su di noi. Certamente ognuno ha la sua storia e le sue responsabilità e in questa realtà dovremo saper collocare il vero significato del saper servire Dio. Nella parabola di oggi, Gesù sottintende che i beni materiali, anche quelli sudati con il proprio lavoro, non sono realmente nostri ma sono sempre dono di Dio da saper amministrare e condividere. L’esportazione è nel saper gestire i beni materiali, come dono di Dio da condividere, per poi ottenere la vera ricchezza, quella che non tramonta mai. Il centro della parabola e saper riconoscere che i beni spirituali che Dio ci dona sono di gran lunga superiori a qualsiasi bene terreno al quale possiamo sperare. Ecco il vero significato del “poco” e del “molto” al quale si riferisce Gesù stesso.
UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!
Carissima amica ed amico, buongiorno e buona domenica. Gesù ci richiama sul fatto che le “ricchezze”, sia economiche che di altro genere, non ci appartengono: ne siamo solo “amministratori”. Ma se esse provengono da Dio, non possono essere “inique” in se stesse. È lo “sperpero”, cioè il loro utilizzo contrario all’intenzionalità del “padrone”, a renderle tali. Il pensiero viene ulteriormente chiarito dalla frase che segue: “Non potete servire Dio e mammona”. Ecco l’iniquità: idolatrare le “ricchezze”. Non servirsene ma farsene servi. Alimentare in sé l’avidità delle cose (non solo materiali) e trasformarle in strumenti di potere. L’orizzonte si chiude così su se stesso come una tela di ragno che, staccata dai suoi punti d’appiglio, si avviluppa intorno a chi l’ha tessuta, soffocandolo. Ricchezze inique perché tarpano le ali, impedendo il raggiungimento dell’unica vera ricchezza che è il Regno di Dio, il trionfo dell’Amore già qui sulla terra, sebbene in forma ancora limitata e imperfetta. Ricchezze inique perché si è attribuita loro una definitività che non hanno. “Essere fedeli nel poco”, “nell’iniqua ricchezza” è quindi usare di essa nel pieno rispetto del disegno di Dio, che è sempre un disegno di amore, e senza mai perdere di vista la meta verso cui siamo incamminati. Questa mattina ti invito a verificare se la considerazione e l’uso delle “ricchezze” che ti sono state affidate in “amministrazione” sono nella linea del disegno di Dio. Dovresti, cioè, renderti ben conto se le metti a servizio degli altri e non ne sei diventato schiavo. Nella preghiera eleva al Signore questa invocazione: “Donami, Signore, un cuore libero che sappia godere dei tuoi doni senza farsene schiavo, anzi vedendo in essi il mezzo che tu mi metti tra mano per fare della mia vita un servizio d’amore. Amen”.
BUONA GIORNATA, BUONA DOMENICA. AUGURI AGLI AMICI CHE PORTANO IL NOME DI MATTEO. IL SIGNORE TI BENEDICA.