Eucarestia trasparenza del Volto Redentore di Gesù
EUCARISTIA: trasparenza del volto redentore di Gesù
di P. Stefano Manelli
L’Eucarestia ci presenta la trasparenza del Volto Redentore di Nostro Signore Gesù Cristo. Il fondamento teologico e ontologico di questa affermazione ci è dato dalla Verità di Fede della Presenza reale di Gesù, il Verbo Incarnato, che, per il mistero della transustanziazione, sotto le apparenze del Pane e del Vino consacrati, è presente realmente nel Santissimo Sacramento, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità1.
Il Concilio di Trento ha scolpito in tre termini luminosi la concretezza della fede nella Presenza reale di Gesù vivo e vero nell’Eucarestia, affermando che Egli è presente veramente, realmente, sostanzialmente (“vere, realiter, substantialiter“), anatematizzando chi invece affermasse che nell’Eucarestia non siano presenti realmente il «corpo e sangue insieme con l’anima e la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, e perciò tutto Gesù Cristo», ma vi sia presente Gesù «soltanto in segno, o in figura, o in potenza (in virtute)»2.
Una conferma luminosa di questa perenne dottrina di fede sul Mistero Eucaristico, secondo l’insegnamento costante della Chiesa, si è avuta, più recentemente, nell’Enciclica eucaristica Mysterium Fidei del Sommo Pontefice Paolo VI, che ci parla della presenza di Gesù Cristo definita «”reale” […] per antonomasia perché è anche corporale e sostanziale, e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio, tutto intero si fa presente» (MF 40).
Lo stesso Sommo Pontefice Paolo VI, inoltre, qualche anno dopo, ha donato alla Chiesa il Credo del Popolo di Dio, nel quale, riprendendo l’insegnamento del Concilio di Trento, riaffermava ancora una volta che noi crediamo nell’Eucarestia e «crediamo che la misteriosa presenza del Signore, sotto quello che continua ad apparire come prima ai nostri sensi, è una presenza vera, reale e sostanziale».
Il più recente Catechismo della Chiesa Cattolica, infine, ha ribadito a chiare lettere l’insegnamento della Verità di Fede nella Presenza reale del Verbo Incarnato nel Sacramento dell’Eucarestia, riaffermando espressamente «la nostra fede nella presenza reale di Cristo sotto la specie del pane e del vino» (n.1378), e presentandola chiesa quale «luogo privilegiato dell’adorazione della presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento» (n. 2691).
La verità della Presenza reale di Gesù nell’Eucarestia è una «verità di fede – scrive il Padre Spiazzi – nota a tutti i credenti fin dagli anni del catechismo. Verità a cui ci si è abituati, tanto che spesso non ci si accorge più della sua bellezza e profondità, come non ci accorge dell’aria che si respira, della luce per mezzo della quale si vedono i colori, le cose. È quando viene a mancare la capacità visiva che si capisce la grandezza e il perché della luce; e quando non si riesce più a respirare, quando, come si suol dire, manca l’aria, che si valuta la necessità dell’aria»3. Per questo non è difficile ammettere che, spesso, in molti, si perda di vista il volto di Gesù nell’Eucarestia, non riflettendo che in Essa il Corpo adorabile di Gesù «esiste con tutte le sue parti – scrive il Beato Giacomo Alberione – perciò possiamo considerare nell’Eucarestia la faccia mansueta del Salvatore, la sua fronte serena, i suoi occhi misericordiosi, il suo cuore ardente di carità, il suo sangue sparso sulla croce, i suoi piedi, le sue mani con le ferite dei chiodi»4.
In effetti, nel Sacramento dell’Eucarestia noi abbiamo una presenza di Cristo «che non è solo simbolica – scrive ancora lo Spiazzi -, non è il solo segno efficace [Sacramento] della presenza spirituale di Cristo e della sua unione intima con i fedeli che appartengono al suo corpo mistico», né si tratta di una presenza più in generale che «si confonde con quest’altra forma di presenza di Cristo nella Chiesa, appunto come capo del corpo mistico e principio della illuminazione e santificazione dei credenti», ma si tratta di una presenza particolare e speciale che è presenza «sostanziale e personale»5.
Noi parliamo qui, dunque, della trasparenza del volto di una persona viva e vera; parliamo, cioè, della trasparenza del Volto personale di Gesù nell’Eucarestia, e lo riconosciamo soprattutto come Volto del Redentore, e, anzi, come Volto Redentore che si irradia dal Mistero Eucaristico. Se vogliamo, infatti, noi possiamo intravvedere nell’Eucarestia il volto leggiadro di Gesù Bambino nella sua culla e nella sua infanzia, o il volto trasfigurato di Gesù nel Tabor, o il volto pensoso di Gesù adulto nella vita pubblica, o il volto radioso di Gesù Risorto. Ebbene, pur non escludendo nessuno di questi volti, e anzi includendoli tutti, dobbiamo affermare, però, che l’Eucarestia ci presenta soprattutto, e specificatamente, il volto Redentore di Gesù. Con questo si vuol dire che, in trasparenza trascendente, il volto divino di Gesù nell’Eucarestia è particolarmente, e più precisamente, il Volto Redentore.
Noi sappiamo bene, infatti, che l’Eucarestia è il Sacramento del Mistero pasquale, è il «memoriale» della Passione e Morte di Cristo, è il «Sacramentum Passionis Christi»,
come insegna espressamente l’Aquinate6: in esso «recolitur memoria passionis Eius», con il riscontro anche visibile, su ogni altare, dell’Ostia e del Sangue, che richiamano la realtà concreta sia della Vittima, sia della mistica mactatio sacrificale posta al cuore di ogni Santa Messa, come insegna la Teologia dommatica dei grandi maestri della Fede.
L’Eucarestia, in effetti, è inscindibilmente Sacrificio e Sacramento: è il Sacrificio di Gesù che si immola sull’altare rinnovando misticamente la mactatio del Calvario; è il Sacramento del Corpo e Sangue di Gesù immolato che resta presente realmente, vivo e vero, in ogni Tabernacolo eucaristico. In quello e in questo, quindi, ossia nel Sacrificio e nel Sacramento, Gesù è realmente presente e operante primariamente come Redentore. Per questo il Volto eucaristico di Gesù non può non essere, trasparentemente, se non il Volto Redentore.