Novena alla Madonna di Fatima II
SECONDO GIORNO
LA CONSACRAZIONE A MARIA
Per parlare della consacrazione a Maria prenderemo in esame l’insegnamento dei due maggiori teorici ed apostoli di questa speciale forma di devozione a Maria: san Luigi Grignion e san Massimiliano Kolbe.
“Il Montfort († 1716) non è stato di certo il primo a parlare della Consacrazione a Maria ma in lui si trova tutto quanto precedentemente era stato detto e scritto in proposito e soprattutto una nuova sintesi speculativo-spirituale, motivo per cui può e deve esser detto a ragione un vero « profeta » che ha saputo cantare il « segreto » della perfetta Consacrazione alla Vergine Maria. Infatti « è presente negli scritti del Montfort un fattore carismatico che trasmette un’esperienza di alta spiritualità cristocentrico-mariana, accompagnata da prospettive ardite sul futuro della Chiesa» (1).
A seguire alcuni concetti-chiave della teologia della Consacrazione così come li presenta san Luigi nel suo Trattato:
Primo – La Consacrazione a Maria si qualifica come « perfetta rinnovazione dei voti o promesse del santo Battesimo » e perciò non può considerarsi come qualcosa di secondario o accidentale per il credente. Si tratta del pilastro fondamentale su cui il Monfort struttura la sua teologia e spiritualità della consacrazione. Egli spiega, infatti, che « questa forma di devozione può benissimo definirsi una perfetta rinnovazione dei voti o promesse del santo battesimo. Ogni cristiano, infatti, prima del battesimo era schiavo del demonio, poiché gli apparteneva. Nel battesimo, di propria bocca o per mezzo del padrino e della madrina, egli ha rinunciato solennemente a satana, alle sue seduzioni ed alle sue opere ed ha scelto per padrone e sovrano signore Gesù Cristo, al fine di dipendere da lui in qualità di schiavo d’amore. E’ precisamente ciò che avviene nella presente devozione: si rinuncia (…) al demonio, al mondo, al peccato ed a se stessi e ci si dà interamente a Gesù Cristo per le mani di Maria. E si fa pure qualche cosa di più. Nel battesimo si parla, d’ordinario, per bocca di altri, cioè del padrino e della madrina, e ci si dona a Gesù Cristo soltanto per mezzo di un rappresentante. Con questa devozione si agisce invece di persona, volontariamente e con conoscenza di causa. Nel battesimo non ci si dona a Gesù Cristo per le mani di Maria, almeno in maniera esplicita; né si dà a Gesù Cristo il valore delle nostre buone azioni. Perciò dopo il battesimo, si rimane perfettamente liberi di applicare detto valore a chi si vuole o conservarlo per se stessi. Con questa devozione, invece, ci si dona esplicitamente a Nostro Signore per le mani di Maria e a lui si consacra il valore di tutte le proprie azioni » (2).
Secondo – La Consacrazione a Maria stabilisce nella vera devozione a Lei (interiore, tenera, disinteressata, santa, costante) (3), facendo eludere le deformazioni del culto mariano (devozione critica, scrupolosa, esteriore, presuntuosa, incostante, ipocrita, interessata) (4); anzi, essendo la Consacrazione il coronamento e la sublimazione di ogni forma di devozione alla Vergine Maria, da una parte inserisce il consacrato nell’autentica devozione a Maria e dall’altra lo allontana del tutto dalle falsificazioni che la travisano.
Terzo – Con la Consacrazione la persona del consacrato si dona interamente e perfettamente a Maria per essere, per mezzo suo, totalmente di Gesù. San Luigi insegna che « bisogna darle: 1. il nostro corpo, con tutti i suoi sensi e le sue membra; 2. la nostra anima, con tutte le sue facoltà; 3. i nostri beni esterni, cosiddetti di fortuna, presenti e futuri; 4. i nostri beni interni e spirituali, vale a dire i nostri meriti, le nostre virtù e le nostre buone opere passate, presenti e future. Bisogna darle tutto quanto abbiamo nell’ordine della natura e della grazia e tutto quanto potremo avere nell’ordine della natura, della grazia o della gloria. E ciò senz’alcuna riserva, nemmeno di un soldo, di un capello e della minima buona azione » (5).
Quarto – Con questa Consacrazione, ancora, si offrono tutte le opere buone a Nostro Signore per le mani della sua santa Madre in modo che, questa amabile Padrona, « le purifica da ogni macchia di amor proprio e dall’impercettibile attaccamento alla creatura che si insinua insensibilmente nelle migliori azioni », « le abbellisce, ornandole dei suoi meriti e virtù », « le presenta a Gesù Cristo » e « fa accettare queste buone opere da Gesù, per quanto tenue e povero sia il dono offerto a questo Santo dei santi e Re dei re », perché « quando gli si presenta qualcosa per le mani pure e verginali della sua Diletta, lo si prende per il suo lato debole, se è lecito esprimersi così. Allora egli non considera tanto la cosa che gli viene offerta, quanto la sua amata Madre » (6).
Quinto – La Consacrazione a Maria, in aggiunta, produce effetti meravigliosi nelle anime consacrate. Tra questi effetti il più eccellente che in certo modo li riassume tutti è la perfetta trasformazione in Maria ad immagine di Cristo. Il Montfort spiega con efficacia il significato di questa trasformazione: « I santi sono modellati in Maria. Vi è una grande differenza tra lo scolpire un’immagine in rilievo a colpi di martello e di scalpello, e il farne una gettandola nello stampo. Scultori e statuari lavorano molto per produrre figure nella prima maniera, ed è loro necessario molto tempo; invece, per modellare nella seconda maniera lavorano poco e le realizzano in pochissimo tempo. Sant’Agostino chiama la Vergine santa “forma Dei”, stampo di Dio: stampo adatto a formare e modellare degli dei. Chi è gettato in questo stampo divino, vien presto formato e modellato in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lui. Con poca spesa e in breve tempo diviene dio perché è gettato nello stesso stampo nel quale è stato formato un Dio » (7).
Sesto – La pratica interiore (8) di questa forma di devozione consiste, in sostanza, nel compiere tutte le proprie azioni:
- « per mezzo » di Maria, cioè « non bisogna mai andare a Gesù, nostro Signore, se non per mezzo dell’intercessione di Maria e del suo credito presso di lui, non pregandolo mai senza di Lei »;
- « con » Maria, cioè bisogna « prendere la Madonna come modello perfetto delle nostre azioni »;
- « in » Maria, cioè ci si deve « abituare a poco a poco a raccogliersi dentro di sé per formarsi una piccola idea o immagine spirituale di Maria »;
- « per » Maria, in modo che « essendo schiava di questa augusta Regina, bisogna che l’anima non lavori più che per lei, a suo vantaggio, per la sua gloria come fine prossimo e per la gloria di Dio come fine ultimo » per poterle compiere più perfettamente per mezzo di Gesù Cristo, con Gesù Cristo, in Gesù e per Gesù”.
Fonte: Estratto da: 08_San Luigi de Montfort: “teologia fondamentale” della consacrazione a Maria, fra Pietro, Tempi di Maria