Pensiero del giorno 1 dicembre 2025
PREGHIERA DEL MATTINO
O Signore, che guardi alla fede del cuore e non alle apparenze, ti preghiamo. Fa’ che anche noi, come il centurione, possiamo avere una fede umile e grande, capace di riconoscere la tua autorità e il tuo potere sulla malattia e sul male. Donaci la grazia di non sentirci mai degni di Te, ma di confidare totalmente nella potenza della tua Parola, che può sanare ogni nostra infermità. Amen.
IL VANGELO DI OGGI
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: “Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente”. Gesù gli rispose: “Io verrò e lo curerò”. Ma il centurione riprese: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va’, ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa”. All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: “In verità vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”.
UNA RIFLESSIONE PER TE
Questo Vangelo ci presenta la figura straordinaria del centurione, un pagano, un ufficiale romano, che diventa un modello di fede. Egli si avvicina a Gesù non per sé, ma per intercedere per il suo servo malato. Questo gesto rivela subito la sua carità e la sua preoccupazione per chi gli è sottomesso. Gesù, di fronte alla sua richiesta, risponde prontamente: “Io verrò e lo curerò”. Ma il centurione pronuncia allora le parole che hanno reso eterno il suo incontro con Cristo e che ancora oggi ripetiamo nella liturgia prima della Comunione: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”. Questa frase racchiude un’umiltà sorprendente e una fede profondissima. Umiltà: Riconosce la sua indignità davanti alla santità di Gesù (“io non son degno”). Fede: Riconosce l’autorità assoluta di Gesù sulla malattia e sulla distanza. Non ha bisogno della presenza fisica; gli basta un ordine, una Parola (“dì soltanto una parola”). Egli vede in Gesù la stessa autorità che lui esercita sui suoi soldati, ma con una potenza infinitamente superiore, che comanda non solo gli uomini, ma le forze della natura e della malattia. Gesù, colpito, lo addita come esempio a tutto Israele. La sua fede, umile e totalizzante, diviene la chiave per comprendere la salvezza che si aprirà a tutti i popoli, “dall’oriente e dall’occidente”.
UNA PROPOSTA PER …“VIVERE”… LA PAROLA!
Carissima amica ed amico, buongiorno. Il Vangelo di oggi ci offre una grande lezione, specialmente mentre ci prepariamo ad accogliere Gesù nell’Avvento. L’umiltà del centurione ci insegna la vera disposizione interiore per incontrare il Signore. Ti invito a meditare oggi, prima di ogni preghiera o azione, sulla frase che pronunciamo alla Messa: “Signore, io non sono degno…”. Ripetila non per abitudine, ma con la stessa consapevolezza del centurione. Riconosci la tua “indegnità”: Ammetti la tua fragilità e il tuo bisogno di Dio. Affidati alla “Parola”: Credi che la Parola di Dio, letta nel Vangelo, ascoltata in chiesa, o pronunciata nel tuo cuore, è sufficiente a operare miracoli nella tua vita, senza bisogno di segni spettacolari. C’è una situazione, una persona o una malattia nella tua vita che vuoi affidare alla sola “Parola” di Gesù oggi?
BUONA GIORNATA E BUON INIZIO DI SETTIMANA, IL SIGNORE TI BENEDICA.
