Pensiero del giorno 11 agosto 2023
SK 603 – A Niepokalanòw
Mugenzai no Sono, 10 XI 1934
Maria!
Miei cari Fratelli (Padri, Fratelli, non-Chierici e Chierici)
L’Immacolata vi ricompensi per le preghiere fatte in occasione del mio onomastico, secondo quanto mi scrivete nella vostra lettera, nonché per quel graditissimo “sciame” di nomi dei figlioli che si sono consacrati illimitatamente alla Madre Immacolata nella Sua Niepokalanów.
Già da tempo avrei dovuto rispondere qualcosa, ma questo benedetto tempo qui passa terribilmente in fretta e fugge. In modo particolare ringrazio per la preghiera, perché se la sua necessità ed efficacia è sentita ovunque, in missione lo è in misura ancora maggiore.
Si sta avvicinando la festa onomastica dell’Immacolata, la solennità dell’Immacolata Concezione.
Quando Ella si impadronirà del mondo?…
Quando in ogni nazione sorgerà una Sua Niepokalanów e il Suo “Cavaliere”, scritto in ogni lingua, entrerà in ogni casa, in ogni palazzo, in ogni tugurio?… Quando la Sua medaglietta sarà portata su ogni petto ed ogni cuore che batte sul globo terrestre palpiterà per Lei?… Sono dell’avviso che non c’è mezzo migliore per affrettare quell’istante benedetto, del fatto che ognuno di noi si impegni ogni giorno di più ad approfondire in se stesso la propria consacrazione all’Immacolata. Infatti, quanto più perfettamente apparterremo a Lei, tanto più liberamente Ella stessa ci potrà guidare; non si può immaginare un’azione più efficace di questa.
I fratelli di Niepokalanów mi hanno rivolto varie domande a proposito della devozione all’Immacolata in rapporto con le altre devozioni; inoltre, non molto tempo fa ho ricevuto una lettera da parte di un chierico (che non dimora a Niepokalanów) nella quale mi si chiede come si può armonizzare praticamente il pensiero dell’amorevole presenza di Dio in noi con il pensiero dell’Immacolata.
Indubbiamente, la fantasia tende ad immaginare Dio Padre, Gesù, l’Immacolata e così via, quali oggetti distinti di altrettante devozioni, come se fossero sullo stesso piano, invece di rappresentarli quali anelli di un’unica catena, subordinati tra loro come vari mezzi ad un solo fine: Dio uno nella santissima Trinità.
Gli risponderò che quanto più uno appartiene all’Immacolata, con tanta maggior franchezza e libertà può avvicinarsi alle piaghe del Salvatore, all’Eucaristia, al sacratissimo Cuore di Gesù, a Dio Padre. Inoltre, gli dirò che non è affatto necessario che in quel dato momento l’Immacolata ci venga in mente, perché l’essenza dell’unione con Lei non consiste nel pensiero, nella memoria, nel sentimento, ma nella volontà.
A volte mi irrito allorché, mentre leggo, mi accorgo che si sottolinea con eccessiva premura che
la Madre Divina è “dopo Gesù” tutta la nostra speranza.
Evidentemente questo può essere inteso in modo esatto. Tuttavia, l’esagerata preoccupazione di non omettere tale clausola – sicuramente in segno di venerazione verso Gesù – io la considero piuttosto offensiva nei confronti di Lui. Ragioniamo con un esempio: allorché le macchine piane si dimostrarono insufficienti, è stata aggiunta la rotativa e giustamente possiamo affermare che, per stampare il Rycerz in tempo, tutta la speranza la poniamo nella rotativa. Tuttavia, se ogni volta qualcuno aggiungesse immediatamente e quasi con preoccupazione:
“[Sì, ma] dopo la fabbrica (che l’ha costruita)”, manifesterebbe in tal modo la convinzione che questa macchina può deludere e bisognerà rivolgersi alla fabbrica.
E tutto ciò significherebbe che la fabbrica non aveva costruito la macchina con la necessaria solidità, la qual cosa non le farebbe certamente onore. Quanto poco ancora è conosciuta l’Immacolata in teoria e meno ancora nella vita pratica! Quanti preconcetti, incomprensioni, difficoltà si agitano nelle menti! L’Immacolata permetta alle Sue Niepokalanów di rischiarare queste tenebre, di dissipare queste nebbie fredde e di ravvivare, di infiammare l’amore verso Lei stessa senza alcuna limitazione, con piena libertà, senza quei vani timori che restringono e raffreddano i cuori! Affinché non si cerchi il Re accanto a questo palazzo, ma dentro di esso, all’interno, nelle sale interne.
La carta sta per finire e il tempo fugge, perciò termino anch’io chiedendo molte, moltissime preghiere.
Vostro
fr. Massimiliano M. Kolbe