Pensiero del giorno 11 maggio 2023

Novena in preparazione alla festa di Nostra Signora di Fatima

Ottavo giorno

TERZA APPARIZIONE: UN COMPENDIO DELLA TEOLOGIA

Nel 1916 si ha la terza e ultima apparizione dell’Angelo, molto bella, incentrata sulla riparazione eucaristica. Suor Lucia racconta che mentre recitavano il Santo Rosario, videro di nuovo l’Angelo, il quale portava nelle sue mani un calice e un’Ostia dalla quale cadevano gocce di sangue nel calice sottostante. L’angelo lasciò sospesi in aria il calice e l’Ostia, si prostrò assieme ai Pastorelli e insegnò loro una preghiera di adorazione e di riparazione, continuazione di quella insegnata nella prima apparizione.

Il contenuto del messaggio progredisce perché nella prima preghiera l’Angelo parlava di Dio, mentre in questa parla della Trinità:

«Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori».

Emerge nuovamente l’alleanza tra i Cuori di Gesù e di Maria e si nota pure come sono strettamente unite l’adorazione a Dio e la riparazione alle offese contro i Cuori di Gesù e di Maria. La Madonna, infatti, mostrerà a Lucia il suo Cuore circondato di spine a causa dei nostri peccati.

Questo progresso nella rivelazione di Fatima è segno di una forte simbiosi con la rivelazione di Dio, dove esiste un reale avanzamento e perfezionamento: si parte da Dio che si rivela attraverso Mosè nell’Antico Testamento, per arrivare a Dio che si rivela definitivamente nell’Incarnazione di Gesù. Come Dio accompagna l’uomo a riconoscere la sua verità, così l’Angelo – ed è questa la vera pedagogia – porta i bambini di Fatima a capire il mistero di Dio, che è Trinità, al cui centro c’è Gesù, presente in tutti i Tabernacoli del mondo.

Si riscontra anche una forte analogia con la preghiera di S. Francesco d’Assisi, riportata nelle Fonti Francescane:

        «Ti adoriamo Cristo, e ti benediciamo, qui e in tutte le tue chiese, che sono nel mondo, perché con la tua santa Croce hai redento il mondo» (FF. n. III).

Quando il Santo d’Assisi adorava Gesù Eucaristia in una chiesa, lo adorava pure in tutti i Tabernacoli del mondo, soprattutto in quelli più abbandonati. La preghiera del cristiano è sempre una preghiera universale, perché vuole adorare Gesù, presente in tutti quei luoghi dov’è un’Ostia consacrata, e quest’adorazione è volta a riparare gli oltraggi e i sacrilegi commessi contro il Corpo e il Sangue di Cristo.

Si può dire che questa preghiera insegnata dall’Angelo è una sintesi di tutta la Teologia: c’è il mistero di Dio Trinità e della Santissima Eucaristia, il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù, tutto Gesù. Il Figlio si dona a noi, a tutti quanti lo ricevono in questo divin Sacramento, ai giusti come agli empi: si tratta di un grande mistero.  Gesù tace e non si ritira neppure davanti a un’anima in stato di peccato che va a riceverlo, perché Lui si è donato per amore.

Un amore immolato fino alla fine.

L’Angelo chiese ai bambini, semplici, capaci di adorare veramente con il cuore e la vita, di riparare tali sacrilegi, ahimè ai nostri giorni sempre più numerosi a causa anche delle Messe nere e di ogni genere di perversione nei confronti dell’Eucaristia. Mentre da un lato si vive in un clima di forte indifferenza verso il dono dell’Eucaristia, dall’altro cresce l’ostilità e l’empietà verso di essa. Dovremmo tutti imparare a memoria questa preghiera di riparazione insegnata dall’angelo di Fatima, per ripeterla spesso in atteggiamento di riparazione per i peccati commessi contro la Santissima Eucaristia.

Dopo aver insegnato questa preghiera, l’Angelo si alzò e prese nelle sue mani il calice e l’Ostia e comunicò i tre pastorelli, dando a Lucia l’Ostia, e il Sangue a Francesco e a Giacinta: «Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio», e prostrandosi nuovamente a terra ripeté ancora tre volte la stessa orazione.

Le parole «consolate il vostro Dio» si impressero fortemente soprattutto nell’animo di Francesco; le altre due pastorelle, da quel momento lo videro spesso segnarsi, piangere, pregare e fare sacrifici, e quando gli domandavano il motivo del suo isolarsi, lui rispondeva:

«Mi piace di più pregare da solo, per pensare e consolare il Signore che è tanto triste».

Nella sua semplicità di bambino, spesso ripeteva che Dio è «triste a causa di tanti peccati». Bisogna capire bene questa espressione che non allude a un turbamento in Dio: la «tristezza» di Dio non è certamente quella dell’uomo, è piuttosto un modo analogico di parlare mutuato dall’esperienza umana. Però, è vero che il peccato, in quanto offesa a Dio, è sempre un oltraggio che non lascia indifferente il Signore. È un insulto alla sua santità, ed equivale in un certo modo, a dare uno schiaffo al proprio genitore. Così come, per comprendere la gravità della bestemmia, basterebbe pensare all’oltraggio che si arrecherebbe a un padre se gli si vomitasse addosso o in faccia.

Per riparare, poi, i peccati del mondo, Francesco amava recarsi in chiesa ad adorare “Gesù nascosto”; altre volte Lucia lo scorgeva a pregare su un grande sasso, tutto intento a consolare il suo Dio.

Fonte: P. Serafino Lanzetta, Fatima- Un Appello al cuore della Chiesa, CME, pag. 37-40

Insegnamento

Mistero della Santissima Trinità e Amore infinito di Gesù nell’Eucarestia.

Fioretto

Visitiamo una chiesa, anche per pochi minuti, dov’è presente Gesù con l’intenzione di consolarlo.

Preghiere della Novena

Novena-alla-M-di-Fatima

Meditazioni del Santo Rosario

Rosario Meditato -Novena di Fatima 2023