Pensiero del giorno 14 settembre

Ave Maria!

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

«Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo» Gv 3,13-17

   Era necessario, nel disegno divino di salvezza.  Non bastava che Lui, infinitamente grande si facesse piccolo; non bastava che fosse rifiutato dai capi e dai dotti del suo popolo, e poi dal popolo stesso; non bastava che soffrisse l’ingiustizia e l’orrenda flagellazione e coronazione di spine.  No. bisognava che Egli fosse innalzato sulla Croce, infame patibolo inventato dalla crudeltà della creatura più amata dal Creatore.

Eppure, ogni cristiano – che abbia conoscenza e consapevolezza della sua Fede – quel patibolo lo ama, lo esalta, lo pone sui muri della sua casa, lo porta al collo, lo bacia, piega le ginocchia davanti ad esso, la usa come esorcismo per mettere in fuga il nemico tentatore:

Ecce Crucem Domini: fugite partes adversae!

Vicit Leo de tribu Juda, Radix David. Alleluia!

(Ecco la Croce del Signore: fuggite forze del male!

Ha vinto il Leone di Giuda, la Radice di Jesse. Alleluia!)

La Croce è esaltata perché in essa Cristo Gesù ha vinto contro la morte, contro il peccato e contro l’avversario di Dio e dell’uomo.

Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore, tutta la sapienza, tutta la forza, messe da Dio a disposizione di ogni uomo, di ognuno di noi, perché ognuno di noi, partecipando alla Croce partecipi alla vittoria. Facciamoci coraggio, allora!

La Vergine Maria, misticamente crocifissa con il Figlio sul Calvario, e misticamente ancora sofferente con il Figlio nella sua Chiesa; vittoriosa con il Figlio sulle forze del male, ci protegga e ci guidi.

Pace e bene!

Don Marco

SANTA FESTA!

MESE DELL ADDOLORATA

di DON GIUSEPPE TOMASELLI

L’ADDOLORATA

Sul Calvario, mentre si compiva il grande sacrificio di Gesù, si potevano mi­rare due vittime: il Figlio, che sacrifica­va il corpo con la morte, e la Madre Ma­ria, che sacrificava l’anima con la coi-passione . Il Cuore della Vergine era il riflesso dei dolori di Gesù.

D’ordinario la madre sente le soffe­renze dei figli più delle proprie. Quanto dovette soffrire la Madonna a vedere morire Gesù in Croce! Dice San Bona­ventura che tutte quelle piaghe ch’erano sparse sul corpo di Gesù, erano nello stesso tempo tutte unite nel Cuore di Maria. – Più si ama una persona e più si soffre nel vederla soffrire. L’amore che la Vergine nutriva per Gesù era smisu­rato; lo amava di amore soprannatu­rale come suo Dio e di amore naturale come suo Figlio; ed avendo un Cuore delicatissimo, soffrì tanto da meritare il titolo di Addolorata e di Regina dei Martiri.

Il Profeta Geremia, tanti secoli pri­ma, la contemplò in visione ai piedi del Cristo morente e disse: «A che ti para­gonerò o a chi ti somiglierò, figlia di Ge­rusalemme? … La tua amarezza infatti è grande come il mare. Chi ti potrà consolare?» (Geremia, Lam. II, 13). E lo stesso Profeta pone in bocca alla Ver­gine Addolorata queste parole: «O voi tutti che passate per la via, fermatevi e vedete se c’è dolore simile al mio! » (Geremia, I, 12).

Dice Sant’Alberto Magno: Come noi ‘ siamo obbligati a Gesù per la sua Passio­ne sofferta per nostro amore, così pure siamo obbligati a Maria per il martirio che ebbe nella morte di Gesù per la no­stra eterna salute.

La nostra riconoscenza verso la Ma­donna sia almeno questa: meditare e compatire i suoi dolori.