Pensiero del giorno 15 maggio 2024
Maggio Mese di Maria
Le virtù di Maria
2. L’amore di Maria verso Dio
Dice sant’Anselmo: « Quanto più un cuore è puro e vuoto di se stesso, tanto più sarà pieno di amore verso Dio ». Maria fu tutta umile e vuota di sé, scrive san Bernardino e perciò fu tutta piena di amore divino, superando l’amore di tutti gli uomini e di tutti gli angeli verso Dio. Con ragione dunque san Francesco di Sales la chiamò la « Regina dell’amore ». Il Signore ha dato all’uomo questo precetto: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore » (Mt 22,37). « Questo precetto, dice san Tommaso, sarà adempiuto completamente e perfettamente in cielo. Su questa terra viene adempiuto, ma in maniera imperfetta ». Il beato Alberto Magno afferma che in certo modo sarebbe stato disdicevole a Dio imporre un precetto che non fosse stato perfettamente osservato da nessuno, se non vi fosse stata la sua divina Madre, la quale l’osservò perfettamente. Riccardo di san Vittore conferma questo pensiero dicendo: « La madre del nostro Emmanuele fu perfetta nella pratica di ogni virtù. Chi mai adempì come lei quel primo comandamento: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore? L’amore divino fu in lei così ardente che non poté sfiorarla alcun difetto ». « L’amore di Cristo, scrive san Bernardo, non solo ferì, ma trapassò l’anima di Maria tanto che non restò alcuna parte senza ferita. Così ella amò con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze e fu piena di grazia ». Quindi Maria poteva ben dire: « Il mio diletto è per me, e io per lui » (Ct 2,16). « Anche i serafini, dice Riccardo, potevano scendere dal cielo per imparare nel cuore della Vergine il modo di amare Dio » Dio, che è amore (lGv 4,8), venne sulla terra ad accendere in tutti la fiamma del suo divino amore, ma non ne infiammò nessun cuore quanto quello di sua Madre che, essendo libero dagli affetti terreni, era interamente disposto ad ardere di questo fuoco. Così san Girolamo scrive: « L’amore di Dio aveva acceso talmente Maria, che niente al mondo poteva alterare il suo sentimento, ma c’ erano in lei un ardore continuo e l’ebbrezza di un amore senza limiti ». Il cuore di Maria divenne dunque tutto fuoco e fiamme, come si legge nel Cantico dei cantici: « Le sue fiaccole sono fiaccole di fuoco e di fiamme » (Ct 8,6). Sant’Anselmo spiega: fuoco, ardendo interiormente per amore; fiamme, risplendendo di fuori con l’esercizio delle virtù. Dunque, quando Maria portava Gesù tra le braccia, si poteva dire che era « fuoco che porta il fuoco » ben a maggior diritto di quanto diceva Ippocrate, in un altro senso, a proposito di una donna che portava in mano il fuoco il Sant’Ildefonso dice: « Lo Spirito Santo infiammò interamente Maria, come fa il fuoco con il ferro; di modo che in lei si vedeva solo la fiamma dello Spirito Santo e si sentiva solo il fuoco dell’amore divino ». Secondo san Tommaso da Villanova, il roveto che Mosè vide ardere senza consumarsi era già il simbolo del cuore della Vergine. Perciò con ragione, dice san Bernardo, Maria fu veduta da san Giovanni vestita di sole: « Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole » (Ap 12,1), perché ella penetrò nell’abisso della divina sapienza al di là di quanto si possa immaginare ed è immersa in quella luce inaccessibile per quanto è possibile a una creatura. San Bonaventura afferma che la santa Vergine non fu mai tentata dall’inferno, perché « come un grande fuoco fa fuggire le mosche, così dal suo cuore ardente di amore venivano scacciati i demoni che non ardivano avvicinarsi a lei ». Riccardo di san Vittore dice ugualmente: « La Vergine fu terribile verso i principi delle tenebre, che non osarono avvicinarsi a tentarla, perché li spaventava la fiamma dell’amore ». Maria stessa rivelò a santa Brigida che in questo mondo non ebbe altro pensiero, altro desiderio, altro gaudio che Dio. Dato che sulla terra la sua anima benedetta stava quasi sempre a contemplare Dio, gli atti d’amore che faceva erano innumerevoli, come scrive il padre Suarez. Ma preferisco dire, con Bernardino da Busto, che Maria, invece di ripetére gli atti d’amore, come fanno gli altri santi, per singolare privilegio, amava sempre attualmente Dio con un atto continuo. Come l’aquila reale, teneva sempre gli occhi fissi sul sole divino, « in maniera tale, dice san Pier Damiani, che né le azioni impedivano la contemplazione, né la contemplazione le impediva di svolgere le sue attività ». Sicché, dice san Germano, fu figura di Maria l’altare propiziatorio, in cui non si spegneva mai il fuoco, né di giorno né di notte. Neppure il sonno impediva a Maria di amare il suo Dio. Se tale privilegio fu concesso ai nostri progenitori nello stato d’innocenza, come afferma sant’Agostino, dicendo che allora « erano ugualmente felici i loro sogni mentre dormivano e la vita quando erano svegli », quello stesso privilegio non deve essere certamente negato alla divina Madre. Glielo accordano il Suarez, l’abate Ruperto, san Bernardino da Siena e sant’Ambrogio il quale, parlando di Maria, lasciò scritto: « Mentre riposava il corpo, vegliava l’animo ». In lei si realizzava ciò che disse il Saggio: « Non si spegne di notte la sua lampada » (Pro 31,18). Si, dice san Bernardino, mentre il suo santo corpo in un leggero sonno prendeva il necessario riposo, « la sua anima liberamente tendeva verso Dio. Perciò allora la sua contemplazione era più perfetta di quanto mai poté essere quella di una persona sveglia. “Io dormo, ma il mio cuore veglia”, poteva ella dire con la sposa del Cantico dei cantici (Ct 5,2) ». « Ugualmente felice sia quando dormiva che quando vegliava », dice il Suarez. Insomma, afferma san Bernardino, su questa terra « la mente della Vergine era continuamente immersa nell’ardore del suo amore ». Inoltre ella non fece mai se non quello che seppe essere gradito a Dio e tanto amò Dio quanto stimò di doverlo amare. Di modo che, dice il beato Alberto Magno, « crediamo anche, salvo diverso parere, che nel concepire il Figlio di Dio la beata Vergine abbia ricevuto tanta carità quanta una semplice creatura poteva ricevere in questa vita ». San Tommaso da Villanova aggiunge che con la sua ardente carità la Vergine divenne così bella agli occhi del suo Dio che egli, preso dal suo amore, discese nel seno di lei a farsi uomo. E san Bernardino esclama: « O virtù della Vergine Madre! Una fanciulla ha ferito e rapito il cuore di Dio! ». Ma poiché Maria ama tanto il suo Dio, certamente non richiede nessun’ altra cosa dai suoi devoti, quanto che amino Dio come meglio possono. Così appunto disse alla beata Angela da Foligno un giorno in cui essa si era comunicata: « Angela, Sii benedetta dal Figlio mio. Tu cerca di amarlo quanto puoi». A santa Brigida la beata Vergine disse: « Figlia, se vuoi legarmi a te, ama il Figlio mio ». Maria non desidera nulla più che di vedere amato il suo diletto, che è Dio. Il Novarino si domanda perché la santa Vergine con la sposa del Cantico dei cantici pregava gli angeli di dire al suo Signore il grande amore che gli portava: « Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio diletto, ditegli che languisco d’amore » (Ct 5,8). Dio non sapeva già forse quanto ella lo amava? « Perché chiede di mostrare all’amato la ferita che egli stesso ha fatto? ». E il Novarino risponde che la divina Madre volle far conoscere il suo amore non a Dio, ma a noi altri, affinché come lei era ferita, potesse ferire anche noi di amore divino. « Poiché fu ardente d’amore per Dio, dice san Bonaventura, Maria infiamma e rende simili a sé tutti coloro che la amano e l’avvicinano ». Perciò santa Caterina da Siena la chiamava « Portatrice del fuoco» dell’amore divino. Se vogliamo dunque ardere anche noi di questa santa fiamma, cerchiamo sempre di accostarci alla nostra Madre con le preghiere e con gli affetti. Maria, Regina dell’amore, la più amabile, la più amata e la più amante di tutte le creature – come ti diceva san Francesco di Sales – madre mia, tu ardesti sempre d’amore verso Dio. Degnati di donarmene almeno una scintilla. Tu pregasti tuo Figlio per quegli sposi cui mancava il vino: « Non hanno vino » (Gv 2,3); e non pregherai per noi ai quali manca l’amore verso Dio, che siamo tanto obbligati ad amare? Dì pure: « Non hanno amore » e ottienici questo amore. Non ti chiediamo altra grazia che questa. Madre, per l’amore che porti a Gesù, esaudiscici, prega per noi. Amen.
Fonte
S Alfonso M dei Liguori, https://www.scrutatio.it/archivio/articolo/sant-alfonso-maria-de-liguori-le-glorie-di-maria/3189/le-glorie-di-maria-le-virtu-di-maria-santissima
FIORETTO:
Impegnarsi durante la giornata a fare almeno 10 atti di amore a Gesù
GIACULATORIA:
Spirito Santo, Eterno amore vieni a noi con i tuoi ardori, vieni infiamma i nostri cuori.
PREGHIERA:
Preghiera
Maria, Regina dell’amore e Madre mia, tu ardesti sempre di amore verso Dio. Dégnati di donarmene almeno una scintilla. Tu pregasti tuo Figlio per quegli sposi cui mancava il vino: Non hanno più vino (Gv 2,3); e non pregherai per noi, ai quali manca l’amore di Dio, che siamo tanto obbligati ad amare? Ottienici dunque questo amore, dicendo a Gesù: “Non hanno più amore”. Non ti chiediamo altra grazia che questa. O Madre, per l’amore che porti a Gesù, esaudiscici, prega per noi. Amen.
(da Le Glorie di Maria, Parte II, III, 2)
SANTA GIORNATA!