Pensiero del giorno 16 novembre 2023

 

Le pene del Purgatorio: il fuoco. 

Le pene del Purgatorio sono per noi un grande mistero, nonostante crediamo di saperne qualche cosa per le testimonianze di tante apparizioni di anime purganti, che ormai sono una realtà scientifica, anche per gli scienziati, per loro vergogna miscredenti. 

È un fatto, forse poco conosciuto che oggi la realtà della vita di oltre tomba e determinatamente l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, sono una nuova scienza, come è scienza la psicanalisi, la chimica, la fisica, ecc. È una scienza non empirica o metafisica, ma positiva, perché, come la costanza dei fenomeni fisici rende positiva la scienza fisica, così la costanza delle testimonianze della vita di oltretomba, rende positiva la scienza che le indaga e le studia…

Le pene del Purgatorio sono pene di un’altra vita, completamente diversa dalla vita terrena e sono tormento dell’anima, che soffre intensamente. Le pene corporali o spirituali della vita presente, rifluiscono nell’anima, ma in modo sempre imperfetto, perché passano dai sensi nel sistema nervoso da questo nel cervello, che avverte le sensazioni, e dal cervello nell’anima che le percepisce. Quando superano la possibilità di soffrire nei sensi, questi vengono meno, il sistema nervoso e il cervello non percepiscono più il dolore, e l’anima non lo avverte più, perché esce dal corpo. L’anestesia locale o totale che si fa nelle operazioni chirurgiche, rende proprio i sensi come addormentati ed incapaci di trasmettere i dolori all’anima. 

Nel Purgatorio è l’anima che percepisce direttamente e totalmente il dolore della purificazione, e questo dolore non è attenuato da nessuna anestesia; può essere solo attenuato dal suffragio, che è un pagamento fatto dai viatori della terra, che applicano alle anime purganti i meriti di Gesù Cristo e si sostituiscono essi con le preghiere ed i sacrifici alle anime penanti, togliendo loro, in tutto o in parte, le responsabilità che le macchiano. 

Il suffragio è come l’estirpamento di un tumore, che rende sana la parte malata e non la fa più soffrire; è come un pagamento di amorosa carità, che toglie un debito all’anima purgante e la dispensa dal pagarlo sino all’ultimo quadrante, sollevandola dalle pene che il debito contratto le cagiona. 

Non c’è dunque nessun paragone che si possa stabilire tra le pene di un’anima purgante e le pene della nostra vita temporale, ricca di Misericordia Divina e di aiuti di corporale e spirituale carità. 

La purificazione è un bisogno dell’anima. 

Non è un atto di severità da parte di Dio; è assurdo il pensarlo, perché Dio è Amore e, per lo stato di grazia dell’anima, Dio l’ama di smisurato amore, ma è un bisogno dell’anima medesima: l’adorante apprezzamento che ha di Dio le fa considerare la sua infinita Santità, e non vuole raggiungerlo per goderlo, senza essere tutta purificata. 

Sarebbe del resto per essa un tormento e non una gioia l’andare in Paradiso, come è tormento per un occhio inferno la luce o la visione di un panorama, o per uno stomaco malato la sazietà del cibo saporoso, o per una persona rivestita di abiti laceri, macchiati e brulicanti di pidocchi, l’ingresso in una festa regale. 

Per l’amore infinito che attira l’anima e per il desiderio della purificazione che essa ha, si capisce bene perché Dio vuole che l’anima sia soccorsa dal suffragio che l’aiuta a purificarsi, e perché l’anima si rivolge alla Chiesa militante, che è ricca dei tesori della Misericordia di Dio, dei meriti di Gesù, di Maria Santissima e dei Santi. È logico, benché fuori della vita terrena e, per purificarsi, deve attingere alle fonti della Chiesa pellegrina. 

Fonte: Chi morrà vedrà? Il Purgatorio e il Paradiso. Sac. Dolindo Ruotolo, CME Apostolato Stampa, Capitolo IV, Pag. 32-38

SANTA GIORNATA!