Pensiero del giorno 19 luglio 2024

 

Esercizio della volontà

 

La volontà deve esercitarsi nel tradurre in vita le divine lezioni dell’Eucaristia. A che servirebbe scoprire il valore infinito dell’Eucaristia (con la meditazione) per cercare di amarla (con la Santa Comunione), se poi non ci si applica a viverla?

 L’Eucaristia è lezione di amore indicibile, di immolazione totale, di umiltà e nascondimento senza pari, di pazienza e dedizione illimitate. Cosa facciamo noi? Dobbiamo pur realizzare qualcosa! Possibile che Gesù ci ha amato e ci ama «fino all’eccesso» e noi restiamo indifferenti e inerti? No, Gesù, non sia più così! Se ci sentiamo deboli e fragili, ricorriamo a Lui, diciamolo a Lui e cerchiamo da Lui, senza indugi, l’aiuto e il sostegno, perché è proprio lui che ha detto: «senza di me, non potete far nulla», mentre con l’Eucarestia noi possiamo ottenere anche ciò che dovrebbe stupirci e commuoverci, ossia la nostra identificazione a Gesù, come ci dice Sant’ Agostino: «Non siamo noi che trasformiamo Cristo in noi, come facciamo col cibo solito, ma è Gesù Cristo che ci trasforma in Lui».

 Innanzitutto, però, andiamo da Lui! «Venite a me… e io vi ristorerò». Andiamo a visitarlo spesso, entrando in Chiesa ogni volta che possiamo e sostando un po’ di tempo presso il Tabernacolo, vicini, vicini a Lui col cuore e col corpo. Erano ansia costante dei santi la visita a Gesù Eucaristico, l’ora di adorazione eucaristica, le comunioni spirituali, le giaculatorie, gli atti di amore e a gettito spontaneo e vivace. Quanto bene ne riceveremo e quanto ne trasmetteremo. Pensando all’Eucarestia, San Giovanni Crisostomo chiese una volta durante la predica: «come potremmo fare dei nostri corpi un Ostia?» e rispose Lui stesso: «i vostri occhi non guardino nulla di cattivo e avrete offerto un sacrificio, la vostra lingua non preferisca parole sconvenienti e avrete fatto un’offerta; la vostra mano non commetta peccato, e avrete compiuto un olocausto».

 Pensiamo agli occhi di Santa Coletta, sempre bassi e raccolti in soave modestia. Perché? «I miei occhi li ho riempiti di Gesù che ho fissato all’elevazione dell’Ostia nella Santa Messa e non voglio sovrapporgli nessun’altra immagine».

 Pensiamo al riserbo e all’edificazione dei Santi nel parlare, usando esattamente la lingua consacrata dal contatto con il corpo di Gesù di Gesù. Pensiamo alle opere buone che le anime innamorate dell’Eucaristia hanno compiuto, perché Gesù comunicava loro i suoi stessi sentimenti di amore a tutti i fratelli specialmente ai più bisognosi.

 Aveva proprio ragione San Francesco di Sales, quando esortava ogni anima ad accostarsi il più possibile all’Eucaristia, perché, «a forza di adorare e di mangiare la bellezza, la bontà e la purezza in persona in questo Divino Sacramento, diverrai tutta bella, buona e pura».

 Non potremmo anche noi esercitare così la nostra volontà? Impariamo dai Santi e mettiamoci all’opera. 

Fonte: Amore al Corpo e Sangue di Gesù, P Stefano M Manelli, CME, pag 19-21

SANTA GIORNATA!