Pensiero del giorno 2 gennaio 2023
Ave Maria!
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Chi sei tu?”. Egli confessò e non negò, e confessò: “Io non sono il Cristo”. Allora gli chiesero: “Che cosa dunque? Sei Elia?”. Rispose: “Non lo sono”. “Sei tu il profeta?”. Rispose: “No”. Gli dissero dunque; “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”. Rispose: “Io sono ”voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore”, come disse il profeta Isaia”. Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. Giovanni rispose loro: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”. Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
UNA RIFLESSIONE PER TE
La voce nel deserto è il grido, l’annuncio di un solitario che costata che le sue parole si perdono inascoltate nelle dune. La voce che proclama una presenza e d’intorno il silenzio muto o il chiasso dei lontani. Accade ancora perché il frastuono è grande e soffoca le voci autentiche, anche quelle di chi umilmente parla nel nome del Signore. Le voci cadono nel deserto anche quando si ammassano le folle se queste sono affette da sordità spirituale. Non si ascolta e non si riconoscono i profeti. «Chi sei tu?» – chiedono a Giovanni Battista. L’identità del profeta è riposta unicamente nella sua missione; per mandato divino egli parla e quanto proclama va accolto con la fede. Il profeta non parla di se, non ha un messaggio proprio da proporre né verità personali da scandire: parla la parola di Dio, è un intermediario tra cielo e terra, tra Dio e gli uomini. Il Battista ha una missione davvero speciale: egli deve additare al mondo l’Agnello di Dio che viene a cancellare il peccato del mondo. Invita alla conversione, rifiuta le false identificazioni che alcuni fanno sulla sua persona, ribadisce che egli sta preparando la strada a colui al quale non è degno di sciogliere il legaccio del sandalo. Egli è il testimone del Cristo già presente nel mondo e che sta per iniziare la sua missione. Egli afferma che la vera adesione non deve essere rivolta alla sua persona, ma al Messia, al salvatore del mondo. Ai nostri giorni non mancano profeti, sono pochi gli ascoltatori attenti.
UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!
Carissima amica ed amico, buongiorno e buon inizio di settimana. Coloro che interrogano Giovanni sono della setta dei farisei e sono curiosi di sapere chi è quell’uomo che battezza nel Giordano. La loro indagine sembra non trovare subito risposta. Giovanni non si spaccia per Elia o per qualsiasi altro profeta. E’ semplicemente una voce, un dito teso verso l’Agnello. Un grido nel deserto dell’indifferenza. Una segnaletica umana che invita a preparare la via del Signore. Questa mattina ti invito a riflettere su uno dei paradossi più profondi della vita, quello, cioè, che un uomo diventi tanto più pienamente se stesso quanto meno pensa a se stesso. Nella preghiera eleva al Signore la tua invocazione: “Signore Gesù, concedimi l’umiltà operosa di Giovanni. Aiutami ad ascoltare la sua voce che grida nel deserto delle mie distrazioni. Soccorrimi nel preparare ogni giorno la strada che conduce a te. Amen”.
BUONA GIORNATA E
IL SIGNORE TI BENEDICA.