Pensiero del giorno 2 marzo 2024

Sant’ Alfonso Maria De’ Liguori

QUINDICI MEDITAZIONI SULLA PASSIONE DI GESU CRISTO DA FARSI PER 15 GIORNI COMINCIANDO DAL SABATO DI PASSIONE SINO AL SABATO SANTO

MED. II. Nella domenica di passione

GESÙ FA ORAZIONE ALL’ORTO

Sapendo Gesù-Cristo essere già venuta l’ora della sua passione, dopo aver lavati i piedi a’ suoi discepoli, e dopo aver istituito il SS. Saramento dell’altare, in cui ci lasciò tutto se stesso, se ne va all’orto di Getsemani, ove sapea già dover venire i nemici a prenderlo. Ivi si mette ad orare, ed ecco che si trova assalito da un gran timore, da un gran tedio e da una grande mestizia, “Coepit pavere, taedere, et maestus esse” (Marc. 14. et Mat. 26). L’assalì primieramente un gran timore della morte amara, che dovea fare sul Calvario, e di tutte le angosce e desolazioni, che doveano accompagnarla. Nel processo della sua passione i flagelli, le spine, i chiodi e gli altri tormenti lo afflissero ad uno ad uno, ma nell’orto vennero tutti insieme colla loro memoria a cruciarlo. Tutti egli l’abbraccia per nostro amore! ma nell’abbracciarli trema ed agonizza. “Factus in agonia prolixius orabat” (Luc. 22).
In oltre l’assalta un gran tedio di quel che dovea patire, onde prega il Padre a liberarnelo: “Pater mi, si possibile est, transeat a me calix iste” (Matth. 26). Egli pregò così per insegnarci che nelle tribolazioni ben possiamo chiedere a Dio che ce ne liberi; ma nello stesso tempo dobbiam rimetterci alla sua volontà e dire come allora disse Gesù: “Verumtamen non sicut ego volo, sed sicut tu”.
Sì, Gesù mio, non si faccia la mia, ma la vostra volontà. Io abbraccio tutte le croci, che volete mandarmi. Voi innocente avete tanto patito per amor mio, è giusto ch’io peccatore reo dell’inferno patisca quanto voi disponete per vostro amore.
L’assalì ancora una mestizia sì grande che bastava a farlo morire, se non avesse egli stesso trattenuta la morte, affin di morire per noi crocifisso dopo aver più patito. “Tristis est anima mea usque ad mortem” (Marc. 14). Questa gran mestizia fu ella cagionata dal vedere l’ingratitudine futura degli uomini, che in vece di corrispondere a tanto suo amore, avean da offenderlo con tanti peccati, la vista de’ quali gli fe’ sudar vivo sangue. “Et factus est sudor eius, sicut guttae sanguinis decurrentis in terram” (Luc. 22).
Sicché, Gesù mio, non sono stati già crudeli i carnefici, i flagelli, le spine, la croce, crudeli sono stati i miei peccati, che tanto vi afflissero nell’Orto. Datemi dunque parte di quel dolore ed aborrimento, che nell’Orto voi ne provaste, acciocch’io pianga amaramente sino alla morte i disgusti che v’ho dati. Io v’amo, o Gesù mio; accogliete un peccatore che vuol amarvi.
O Maria, raccomandatemi a questo Figlio afflitto e mesto per amor mio.

 

SANTA GIORNATA!