Pensiero del giorno 21 agosto

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Letture:         Isaia 66,18-21

Ebrei 12,5-7.11-13

Luca 13,22-30

  1. Il numero di quelli che si salvano

Certo son pochi quelli che si salvano. Ricordate la domanda fatta nel Vangelo: “Signore, son pochi quelli che si salvano?” (Lc 13,21). E che cosa risponde il Signore? Non dice: Non sono pochi; né sono molti, ma: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta (ibid.). Allora, ha confermato che son pochi, perché solo pochi possono entrare, se la porta è stretta. In altra circostanza, dice anche: “E` stretta la via che porta alla vita e pochi ci si mettono; è larga e spaziosa invece la via che porta alla morte, e molti la prendono “(Mt 7,13-14). Come facciamo a sognar moltitudini? Sentitemi, voi pochi. Siete molti a sentire, ma pochi a darmi ascolto. Vedo un`aia, ma cerco il grano. A stento si vedono i chicchi di grano, quando si batte il grano; ma verrà la ventilazione. Son pochi, allora, quelli che si salvano, se si pensa ai molti che si dannano; ma i pochi sono una gran massa. Quando verrà il ventilatore col ventilabro in mano, pulirà l`aia; raccoglierà il grano nei suoi granai; la pula la brucerà in un fuoco inestinguibile (cf.Lc 3,17). La pula non si permetta di irridere il grano: quello che si dice è vero, non trae nessuno in inganno. Siate pure molti tra molti, ma al confronto con altri molti sembrate pochi. Da quest`aia uscirà una massa cosí grande da riempire il regno dei cieli. Cristo Signore non si può contraddire. Disse che son pochi quelli che entrano per la porta stretta e che molti si perdono per la via larga, e disse anche: “Molti verranno da Oriente e Occidente” (Mt 8,11). Molti, certamente pochi: e pochi, e molti. Vorrà dire alcuni pochi e alcuni molti? No. Proprio quei pochi sono i molti; pochi in confronto di quelli che si perdono, ma tanti, se riferiti alla moltitudine degli Angeli. Sentite, carissimi. L`Apocalisse dice: “Poi vidi gente d`ogni lingua e stirpe e razza, che veniva con palme e in vesti bianche, ed era una moltitudine innumerevole” (Ap 7,9). Questa è la massa dei santi. Con quanto piú chiara voce l`aia ventilata, purgata dalla turba degli empi e falsi cristiani, separati quelli che fanno ressa ma non toccano il corpo di Cristo; allontanati, dunque, quelli che si dannano, la massa che sta alla destra, senza timore di alcun male, senza timore di perdere alcun bene, sicura di regnare con Cristo, con quanta fiducia dirà: “So bene quanto è grande il Signore” (Sal 134,5).

Se, dunque, fratelli miei, parlo ai chicchi di grano, se i predestinati al regno dei cieli, capiscono ciò ch`io dico, parlino con le opere, non con parole. Sono costretto a dirvi ciò che non avrei dovuto mai dire. Avrei dovuto, infatti, trovare in voi motivi di lode, non motivi di rimprovero. Lo dico subito. Prendete coscienza del dovere dell`ospitalità; è la via per arrivare a Dio. Se accogli un ospite, accogli un tuo compagno di viaggio, perché siamo tutti viandanti. Lo è il cristiano che riconosce di essere un pellegrino, sia a casa sua, sia nella sua patria. La nostra patria è lassú: solo lí non saremo ospiti. Qui, anche in casa sua, ognuno è ospite. Se non è ospite, non se ne vada. Se un giorno se ne andrà, è ospite. Non s`illuda, è ospite; lo voglia o non lo voglia. Ma lascia la sua casa ai suoi figli. Non dice niente: è un ospite che lascia il posto a un altro ospite. In un albergo non lasci il posto a un altro che arriva? Cosí a casa tua. Tuo padre lasciò a te il tuo posto, tu lo lascerai ai tuoi figli. Non ci stai per rimanerci; e non lo lascerai a uno che ci rimarrà. Se dobbiamo tutti passare, cerchiamo di fare qualche cosa che non passi perché una volta passati e arrivati là donde non si parte piú, vi troviamo delle nostre opere buone. Il custode è Cristo, puoi temere di non trovarci piú quello che ci metti?

(Agostino, Sermo 111, 1-2)

 

  1. «Il Signore ama il cuore puro»

Questo mistero è grande, ed è arduo il percorso della castità; ma è grande pure la ricompensa, e il Signore vi ci chiama quando dice nel Vangelo: “Venite, benedetti del Padre mio, e prendete possesso del regno che vi è stato preparato fin dall`origine del mondo” (Mt 25,34). E ancora, sempre il Signore in persona, dice: “Venite a me, tutti voi che soffrite e che vi sentite stanchi, ed io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo, e imparate da me, perché sono dolce ed umile di cuore; e troverete pace per le anime vostre, perché il mio giogo è soave e il mio peso leggero” (Mt 11,28-30).

Ancora il Signore, invece, dirà a quelli che saranno alla sua sinistra: “Andate lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno che il Padre mio ha preparato per il diavolo e per i suoi satelliti. Non vi conosco, voi che siete operatori d`iniquità. Là vi sarà pianto e stridor di denti” (Mt 25,41; Lc 13,27-28).

E certamente in quel luogo vi saranno gemiti e pianti da parte di tutti coloro che si sono ingolfati negli affari di questa vita tanto da dimenticarsi di quella futura, di coloro che la venuta del Signore sorprenderà sotto il peso del sonno dell`ignoranza, oppressi dalle onde d`una dannosa spensieratezza. E` per questo, appunto, che ancora lui dice nel Vangelo: “State all`erta, perché non vi succeda di appesantirvi il cuore nei bagordi, nell`ubriachezza e nelle preoccupazioni di questa vita, e che quel giorno vi colga all`improvviso come un laccio, perché piomberà cosí su tutti coloro che si troveranno sulla faccia della terra” (Lc 21,34-35); e ancora: “Vegliate e pregate, perché non sapete quando arriverà questo momento” (Mc 13,33).

Sono fortunati coloro che quel giorno l`aspettano, lo stanno a spiare, direi, per fare in modo di prepararvisi giorno per giorno; e senza starsene tranquilli per la vita trascorsa nella giustizia, si rinnovano di giorno in giorno nella virtù (cf. 2Cor 4,16). E` un fatto che dal giorno in cui uno smette di esser giusto, la giustizia del passato non gli servirà proprio a niente, come pure l`ingiustizia non porterà alcun danno al malfattore dal momento in cui questi si convertirà dalla sua vita iniqua (cf. Ez 18,26-28).

Per conseguenza, un santo non deve essere sicuro di se stesso finché si trova a combattere in questa vita, ma neppure deve disperarsi chi è peccatore, poiché in base alla massima del Profeta che abbiamo riportato può diventar giusto in un solo giorno.

Ma tu mettiti sotto per far sí che lungo il tempo di tua vita riesca a praticare la giustizia; e non fidarti della rettitudine in cui hai trascorso la vita passata, perché questo ti renderebbe piú rilassata. Fa` invece come dice l`Apostolo: “Dimentico il passato, e proteso a ciò che mi sta davanti corro verso la meta per conseguire il premio della mia sublime vocazione” (Fil 3,13-14), ben sapendo che sta scritto come chi scruta il nostro cuore è Dio (cf. Pr 24,12). Appunto per questo si preoccupa di aver l`anima monda dal peccato, in quanto sta scritto ancora: “Salvaguarda il tuo cuore con ogni attenzione possibile” (Pr 4,23), e anche: “Il Signore ama i cuori puri, e tutti coloro che sono senza macchia li guarda con amore” (Pr 22,11).

Sotto, dunque, a regolare il tempo che ti resta di vita in modo da passarlo senza colpa alcuna. Potrai allora tranquillamente cantare col Profeta: “M`aggiravo dentro casa mia con l`innocenza nel cuore” (Sal 100,2), e anche: “M`accosterò all`altare di Dio, al Dio che rende gioiosa la mia giovinezza” (Sal 42,4).

Non basta, infatti, cominciare. La giustizia sta nel portare a termine.

(Girolamo, Epist., 148, 31-32)

 

  1. Nessuno agisce senza l`aiuto di Cristo

In effetti, anche in te era il Signore – ed è cosí -, nessuno compie le opere di Cristo senza Cristo: per il cui aiuto e benedizione a te molti pani, come già i discepoli che da lui li ricevettero benedetti da distribuire – che hai ricevuto in suo nome – sono stati commisurati per le innumerevoli bocche dei poveri; e mangiarono e si saziarono; e di quanto ne avanzò, tutti ne riportarono piene le proprie sporte. Ma tu hai raccolto ogni sopravanzo di frammenti spirituali, la fede apostolica di dodici ceste, la grazia spirituale di sette sporte; non meno mirabilmente operando Cristo nei tuoi pani, trasformò il tuo pane carnale in cibi celesti, e ti preparò un`eterna sazietà. Infatti, sedendo a tavola a pieno titolo con i padri Abramo, Isacco e Giacobbe, siedi, rivestito di veste nuziale, al convito di Cristo, poiché colà insieme con i suoi poveri prende posto Cristo, e in te “il Figlio dell`uomo ha dove posare il proprio capo” (Mt 8,20).

(Paolino di Nola, Epist., 13, 12)

 

  1. La virtù sta sempre all`erta

Non deve sembrare né strano né fuor di luogo se, chi va per una via stretta, si sente schiacciare. E` proprio della virtù che sia piena di fatiche, sudori, insidie e pericoli. Però, se questo è il cammino, poi verranno la corona, il premio e beni arcani, che non avranno fine. Consolati, dunque, con questo pensiero: le gioie e avversità di questa vita scorrono insieme con la vita presente e con essa finiscono. Nessuna gioia, quindi, gonfi vanamente il tuo cuore, ma neppure nessuna avversità ti avvilisca. Il buon timoniere non cessa d`essere vigilante se il mare è tranquillo, e non si conturba, quando la tempesta imperversa.

(Giovanni Crisostomo, Epist., 45).

SANTA DOMENICA