Pensiero del giorno 24 marzo 2024

 

“Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. In verità io ti dico: oggi sarai con me in Paradiso.”

Si spiega letteralmente la seconda parola: Amen dico tibi hodie mecum eris in paradiso.

Luc. 23,42

Di fatto narra S. Luca che Cristo si sia rivolto a pregar il Padre a favore dei due ladroni persecutori, prima che il ladro tristo cominciasse a bestemmiare; ed è perciò da seguirsi la sentenza di S. Ambrogio e Agostino, i quali pensano che dei due ladri uno solo sia stato bestemmiatore e l’altro lodatore e difensore di Cristo.

A colui che bestemmiava, ripigliò l’altro: nemmeno tu temi Iddio trovandoti nello stesso supplizio? ……….

(Felice ladro egli è; questi pel consorzio della croce di Cristo, e per la forza di quel lume divino che in lui cominciava a splendere, intraprese a sgridare il proprio fratello e si adoperò per ridurlo a miglior consigli. Egli voleva dire:

tu pur vuoi seguir l’esempio dei bestemmiatori Giudei, ma essi non apprendono ancor a temere il Divin giudizio, poiché pensano di aver vinto, ed esultano della vittoria vedendo Cristo confitto in croce, e se stessi liberi e sciolti, ne sopraffatti da alcun male)…..  tu che a motivo de ‘ tuoi delitti sei sospeso in croce e ti avvicini alla morte, perché non cominci a temere Iddio, anziché di aggiungere altri peccati?

Ciò detto… illuminato della grazia Divina, confessa le proprie colpe, e celebra l’innocenza di Cristo, soggiungendo: e quanto a noi per giustizia siamo condannati in croce perché riceviamo quel che era dovuto alle nostre azioni … ma questi nulla ha fatto di male; e finalmente (aumentandosi in lui la grazia..) dice a Gesù: Signore ricordati di me, quando sarai nel Tuo Regno…giunto che tu sia nel tuo regno.

(Certo che una grazia affatto meravigliosa del S. Spirito illuminò il cuore di questo ladro)… dunque se l’ Apostolo Pietro nega, il ladrone confitto in croce confessa;  e i discepoli sulla strada verso Emmaus dicono: noi speravamo, mentre il ladrone parla con fiducia dicendo : Signore ricordati di me, giunto che tu sia nel tuo Regno. Così Tommaso Apostolo protestava di non credere se non avesse visto Cristo risorto, mentre il ladrone sopra la Croce riconoscendo Cristo crocifisso, non dubita ch’egli debba regnare dopo la morte….

Chi mai aveva insegnato a questo ladrone che Gesù Cristo era il Signore del Regno dei Cieli?….Chiama Signore quegli che vede pendere, nudo, piagato, afflitto, e fatto bersaglio delle pubbliche derisioni e dispregi, e soggiunge ch’ei dopo morte giungerà nel suo Regno; dal che si rileva che egli non pensava il Regno di Cristo dovesse essere temporale sopra la terra come ne vivono in aspettazione i Giudei, ma fosse eterno ne’ Cieli. Chi dunque, erasi fatto maestro di sì sublimi misteri?

Nessun altro se non lo spirito di verità, lo Spirito Santo.

Ricordati di me ” giunto Signore, egli dice, che tu sia nel tuo regno”…. Lo chiama Signore come uno che si confessa servo anzi uno schiavo da riscattarsi, e riconosce Cristo per Redentore .

 Soggiunge, ricordati di me, le quali parole sono piene di fede , speranza, amore, divozione, e umiltà. Non dice già, se potrai; poiché lo crede onnipotente: non, se  sarai in grado poiché egli nutre piena fiducia nella di Lui carità e clemenza ….non esprime la brama d’aver consorzio nel Regno; perché non lo chiedeva  l’umiltà: niente infine egli chiede in particolare, ma dice solo, “ricordati di me” quasi volesse dire; degnati solamente… di ricordarti di me, e di donarmi un benigno sguardo, (io son contento), poiché son certo del tuo potere, e sapienza, e confido pienamente  nella tua carità e clemenza. Conclude col dire: giunto che tu sia nel tuo regno, per far notare …(denotare ch’ egli)..che non chiedeva alcuna cosa transitoria o terrena, ma che solo aspirava all’eterna  ed eccelsa salvezza.

Fonte: Estratto da “Le Sette Parole di Gesù in Croce”, San Roberto Bellarmino, Libro I, Capitolo IV, Venezia, 1802.

 

SANTA GIORNATA!