Pensiero del giorno 26 giugno

Ave Maria!

“Ti seguirò dovunque tu vada”. Lc 9,51-62

La vita del cristiano è un cammino di sequela sui passi di Gesù. Oggi la parola di Dio mette in risalto la caratteristica fondamentale di questa scelta: un’adesione incondizionata e definitiva alla Persona di Gesù. Chi sceglie di seguire il maestro Divino deve essere pronto a condividere fino in fondo le esigenze della sua vita e della sua missione.

Nella prima parte del Vangelo odierno, leggiamo che Gesù “si diresse decisamente verso Gerusalemme”, ossia intraprese verso la Città Santa quel lungo viaggio che terminerà con la sua morte in croce. Tutta la sua vita fu un cammino verso la Croce. Ogni tappa fu contrassegnata dal rifiuto e dall’incomprensione: a Betlemme prima di nascere, a Nazareth all’inizio del suo ministero, a Gerusalemme da parte dei capi religiosi del Popolo. Anche nel Vangelo di oggi leggiamo un episodio di rifiuto: quello avvenuto in Samaria. Gesù manda i suoi discepoli in questa regione affinché gli preparino la strada, ma i Samaritani si rifiutano di accoglierli. Gli apostoli Giacomo e Giovanni, sdegnati, volevano chiedere “un fuoco dal cielo” che li consumasse. Ma nel cuore del Maestro non c’è spazio per l’odio, lo sdegno, il rancore, i risentimenti, nemmeno per chi lo rifiuta, lo offende, lo odia, o gli è indifferente. Nel suo Cuore Divino c’è posto solo per l’amore e il perdono. Egli continua il suo viaggio senza lasciarsi intimorire dagli ostacoli, deciso a portare a termine la missione affidatagli dal Padre: la salvezza dell’umanità. Quali fulgidi esempi di coraggio, di fedeltà e di perseveranza ci offre la divina condotta di Gesù! Quali preziosi insegnamenti sono per il nostro cammino spirituale!

Nella luce del viaggio di Gesù verso Gerusalemme, comprendiamo come e quale dev’essere anche il cammino del cristiano. I tre episodi narrati dal Vangelo della Messa odierna mettono in evidenza le condizioni radicali di distacco necessarie per diventare discepoli di Cristo. La prima condizione e di condividere i disagi della sua povertà: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo e loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Chi si mette alla sequela di Gesù non può aspettarsi sicurezza e vantaggi terreni. La seconda è il distacco radicale perfino dalle persone più care: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va e annuncia il Regno di Dio”. La terza condizione è la costanza; Gesù esige da chi si mette al suo servizio, un distacco totale, immediato e duraturo, senza ripensamenti o nostalgia del passato: “Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio”.

Certo, non tutti sono chiamati a seguire il Signore allo stesso modo. Vi sono di quelli che sono scelti da Dio per una missione particolare nella Chiesa (i vescovi, i sacerdoti, religiosi, i consacrati, i missionari); da questi ovviamente il Signore esige un modo più radicale di seguirlo. Ma tutti, indistintamente, siamo chiamati, in forze del Battesimo e della vocazione universale alla santità, a seguire Gesù; e per tutti la sequela di Gesù richiede un taglio netto con la vita passata di peccato, un cuore distaccato dalle realtà terrene e dal vecchio mondo. Ogni attaccamento, infatti, potrebbe ostacolare o compromettere il nuovo cammino.

È di fondamentale importanza per il cristiano accettare l’invito del Maestro e impegnarsi a seguirlo fedelmente. Oggi, invece, non sono pochi cristiani che, preoccupati dei propri interessi, rifiutano, come i samaritani, l’invito di Gesù e orientano la propria vita verso fini puramente terreni; e non mancano, purtroppo, anche di quelli che, pur cominciando con entusiasmo a seguire il Maestro, poi si stancano, si perdono lungo la strada, non perseverano, rinnegando la propria vocazione. E questo è il dramma di molti chiamati. Certo, le vie del Signore sono misteriose e infinite. Egli trova sempre il modo di realizzare i suoi fini. Ma che ne sarà di tanti cristiani, di sacerdoti e di anime consacrate che si sono resi colpevoli di non aver corrisposto alla chiamata di Dio, di aver sciupato le sue grazie e di non aver seguito Gesù fino in fondo? Riflettiamo seriamente. La fedeltà alla chiamata di Dio è un argomento che interessa tutti i cristiani.

A proposito di fedeltà, Padre Pio da Pietrelcina, era molto esigente con i suoi figli spirituali. Spesso richiamava sacerdoti, confratelli e laici a rendersi conto della grandezza della loro vocazione e li esortava a corrispondergli fedelmente.

Così scrive a un religioso: “Studiamoci adunque di sempre meglio rispondere alla nostra vocazione e farci davvero Santi. Le grazie, che Gesù ci va facendo per questo, piovano fiumana su di noi” (Epistolario IV, p 322). È questo dunque il nostro principale dovere: essere fedeli alla nostra Vocazione di Santità, seguendo Gesù fedelmente sulla via della Croce fino alla fine.

L’Immacolata ci assista nella realizzazione di questa perfetta conformità.

P. Gabriele M Pellettieri, l’Omelia per la Domenica, Anno C

SANTA DOMENICA!

Giaculatoria da ripetersi durante la giornata:

Gesù mite e umile di Cuore rendi il mio cuore simile al Tuo!