Pensiero del giorno 3 agosto 2025
XVIII del Tempo Ordinario, secondo il calendario romano antico si festeggia S. ASPRENO, VESCOVO, protettore del mal di testa il cui nome ha dato la paternità al famoso farmaco “Aspirina”.
PREGHIERA DEL MATTINO
Dio Padre, che mi hai protetto per tutta la notte, ti ringrazio di nuovo per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti prego, a nutrirmi della tua grazia, perché trovi il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità e rispondere prontamente a tutto quello che mi chiedi di dire o di fare; permettimi di offrirti in questo modo l’onore e la gloria che ti sono dovuti. Te lo chiedo tramite Gesù Cristo, tuo Figlio, mio Signore. Amen.
IL VANGELO DI OGGI
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
UNA RIFLESSIONE PER TE
I desideri umani, se non guidati dalla sapienza dello Spirito, sfociano inevitabilmente nella cupidigia; le necessità della vita, sull’onda della umana insaziabilità, si moltiplicano senza limite fino a farci credere di dover vivere sempre e soltanto nella situazione terrena. Ci convinciamo anche di essere noi soltanto i padroni del tempo e della vita e i destinatari delle nostre cose, chiudendoci in un’insanabile egoismo. Siamo anche noi tentati di pensare come l’uomo ricco di cui ci parla il Vangelo di oggi: una volta acquisite le nostre sicurezze, i nostri beni, riempiti i granai delle nostre bramosie, diciamo a noi stessi: «Hai a disposizione molti beni per molti anni; riposati, mangia e bevi e datti alla gioia». Il Signore da un giudizio completamente diverso della felice situazione in cui crede di essere quell’uomo. Egli lo definisce «stolto» perché ha sbagliato completamente i conti: ha saputo misurare l’entità delle sue ricchezze, ma non ha valutato la caducità del tempo e la vera destinazione di quei beni. Ha pensato ad una felicità solo terrena e si è dimenticato dell’eternità. Ecco perché il Signore non intende immischiarsi in faccende di eredità. Troppo spesso proprio in quelle circostanze emergono in modo violento l’attaccamento al denaro e agli interessi solo umani. Dovremmo ricordarci che la nostra vera vita non è quaggiù, dove tutto perisce, ma nell’eternità di Dio, dove le vere ricchezze si tramutano in gioia perenne.
UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!
Carissima amica ed amico, buongiorno e buona domenica. Il perentorio invito di Gesù di non accumulare ricchezze sulla terra ci aiuta a fare chiarezza circa il senso dei nostri brevi giorni quaggiù e circa ciò che veramente conta. Lasciarsi giocare dalla bramosia e dall’attaccamento ai beni materiali, significa sbagliare tutto. “Stolto!”, dice il Signore nella parabola a chi, avendo ottenuto un abbondante raccolto, progetta di accumulare e custodire i suoi beni per se solo. “Questa notte morirai”. La morte incombe facendo chiarezza. Solo chi vive da amministratore dei beni che il Signore gli ha affidato, e si preoccupa di farne parte a chi è nel bisogno, “arricchisce” davanti a Dio, in pace. Sì, perché la vera ricchezza è l’amore: il dono di Dio a me e, di conseguenza, il mio dono ai fratelli. Solo sull’amore saremo giudicati. Questa mattina ti invito a guardare alla tua vita, alle tue “cose” e alla tua cura degli altri. Domandati: Sto seguendo quello che Gesù mi dice o sono come l’uomo stolto? Nella preghiera puoi farti aiutare da questa invocazione: “Gesù, aiutami a sentire il grido dei poveri. Fa’ che m’interpellino, che mi scuotano dalla mia compiacenza comoda e mi spingano ad un’azione d’umile servizio nel tuo nome. Amen”.
BUONA GIORNATA E BUONA DOMENICA. IL SIGNORE TI BENEDICA