Pensiero del giorno 7 aprile 2025

 

Don Mario

7 aprile 2025 Lunedì della V Settimana di Quaresima

Tema del giorno: “La misericordia che libera”

Letture del giorno: 2 Re 5,1-15 – Sal 41 e 42 – Lc 4,24-30

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

Le letture di questo lunedì ci portano a contemplare ancora una volta la misericordia di Dio che interviene nei momenti più oscuri per riportare la liberazione e la gioia. Dopo aver meditato la domenica sul racconto della donna adultera, la liturgia ci propone un altro caso di “condanna scampata”: la vicenda di Susanna, accusata ingiustamente, e liberata dalla verità suscitata dal Signore tramite il giovane Daniele.

1. Susanna: l’innocente alla mercé di un inganno (Dn 13)

Nel libro di Daniele, vediamo Susanna, donna giusta e timorata di Dio, cadere vittima di due anziani corrotti, che, dominati dalla passione, tramano una menzogna contro di lei:

“La loro iniquità li ha accecati” (cf. Dn 13,9).

Susanna, trovandosi in una situazione senza via di scampo, sceglie di confidare pienamente in Dio.

• La scelta di rimanere fedele: Di fronte al ricatto e alla prospettiva di morte, Susanna preferisce “cadere innocente nelle mani” dei suoi accusatori, piuttosto che tradire il Signore. Questa fedeltà prepara la strada alla manifestazione della misericordia che libera.

• L’intervento divino attraverso Daniele: Dio suscita il giovane Daniele, la cui prontezza smaschera la falsità dei due anziani. L’assemblea, inizialmente propensa a condannare, si rende conto dell’ingiustizia e ribalta il verdetto, salvando Susanna. È una scena che rivela come il Signore sia il Dio dei “liberati”, il difensore di chi confida in Lui, anche quando tutto sembra irrimediabilmente compromesso.

2. Il Salmo 22 (nel rito romano Sal 23) e la fiducia nel Pastore

Nel Salmo responsoriale, riecheggia la fiducia di chi, come Susanna, sperimenta il potere liberante di Dio:

“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; […] anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me.”

• Un Dio che guida e protegge: Il Pastore buono non abbandona il suo gregge, ma lo difende dai pericoli, lo nutre e lo conduce verso pascoli sicuri. Quando ci sentiamo minacciati o soli, come Susanna, possiamo ritrovare serenità ricordandoci di questa verità: la misericordia di Dio non fallisce e la sua potenza non è sconfitta dal male.

3. “Io sono la luce del mondo” (Gv 8,12-20): Gesù e l’autorivelazione divina

Contesto del brano_ La Festa delle Capanne: Durante questa festa, si accendevano grandi lampade nel tempio per ricordare la luce e la protezione di Dio nel deserto. In questo scenario, Gesù proclama: “Io sono la luce del mondo”. Obiezione dei farisei: Lo accusano di testimoniare da solo e dunque di non poter essere credibile. Risposta di Gesù: Due punti fondanti: Egli sa da dove viene e dove va (cioè viene dal Padre e ritorna al Padre). La sua testimonianza non è isolata, poiché lo accompagna la testimonianza del Padre (cfr. Dt 17,6).

“Voi giudicate secondo la carne”: I farisei ragionano secondo categorie umane (sospettano, mettono in dubbio, si fermano alla superficie). Gesù invita a un giudizio “secondo lo Spirito”, cioè aperto a Dio e alle sue opere. Nel Quarto Vangelo, chi accoglie la luce di Cristo entra nella conoscenza del Padre; chi rifiuta la luce rimane nel buio dell’incredulità.

L’ora di Gesù: Il testo sottolinea che “non era ancora venuta la sua ora”. Nel Vangelo di Giovanni, “l’ora” è il momento della Passione, Morte e Risurrezione, in cui si compie pienamente la manifestazione dell’amore di Dio. Significativo è notare come, pur contestato, Gesù continui la sua missione fino al compimento della volontà del Padre.

Come Susanna, anche noi siamo chiamati a restare fedeli, sapendo che Dio non abbandona chi spera in Lui. E come Gesù ci insegna, l’unico giudizio vero si fonda sulla luce del Padre: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).

Il cammino quaresimale ci orienta ad accogliere questa luce e a riconoscere in Cristo la rivelazione suprema del Padre. Così potremo affrontare con coraggio ogni ostacolo e giungere rinnovati alla gioia pasquale.

Omelia

Fratelli e sorelle amati nel Sangue di Cristo, in questa fase della Quaresima, sempre più vicini alla Settimana Santa, la Parola di Dio ci fa intravedere la forza redentrice del mistero pasquale. Da un lato, la storia di Susanna (Dn 13) ci racconta come Dio difenda chi è ingiustamente accusato; dall’altro, nel Vangelo di Giovanni (Gv 8,12-20), Gesù si rivela come la “luce del mondo”, colui che smaschera le tenebre della menzogna. In questo tempo, dove ci prepariamo a contemplare il Sangue di Gesù versato per la nostra salvezza, possiamo cogliere in questi testi un richiamo a rinnovare la nostra fiducia in Dio e il desiderio di camminare nella verità.

La storia di Susanna – accusata e condannata a morte da due giudici corrotti – mostra come la calunnia possa rovinare la vita di una persona. Eppure, Susanna mantiene ferma la sua speranza: «Dio eterno, tu conosci i segreti… io muoio innocente» (cfr. Dn 13). A partire da questo grido, il Signore agisce, suscitando lo spirito del giovane Daniele che fa emergere la verità. In questa vicenda scorgiamo come l’intervento divino liberi l’innocente, rovesci la menzogna e affermi la giustizia.

Nel Vangelo, Gesù proclama: «Io sono la luce del mondo» (Gv 8,12). Le autorità religiose contestano la sua testimonianza; non capiscono né “da dove egli venga” né “dove vada” (cfr. Gv 8,14). Eppure, Gesù assicura che la verità della sua missione si fonda sul legame con il Padre. La luce del mondo – offuscata agli occhi dei farisei – è la stessa che illumina ogni coscienza, come la fede di Susanna che ha fatto risplendere il giusto giudizio di Dio.

Man mano che ci avviciniamo alla Passione, la Chiesa ci invita a rivolgere lo sguardo al Sangue di Gesù. È il Sangue dell’Agnello che sarà versato per la remissione dei peccati, il segno supremo della donazione di sé. Pensiamo alle parole che Gesù pronuncerà nell’Ultima Cena: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue» (Lc 22,20). E comprendiamo come la luce che Egli annuncia non è soltanto un’illuminazione astratta: è il dono del suo amore fino alla Croce. Il suo Sangue diventa il prezzo della nostra libertà, la risposta alla calunnia, al peccato, all’ingiustizia.

Come Susanna, anche Gesù sarà giudicato e condannato ingiustamente. Ma, mentre il racconto di Daniele mostra un intervento immediato, la Passione del Signore svela un disegno più profondo: Dio permette che il Figlio soffra e offra il suo Sangue, affinché noi, credendo in Lui, possiamo essere strappati alla morte eterna. Se il Signore non avesse affrontato la Croce, non si sarebbe manifestato con tanta potenza il dono gratuito della salvezza.

Quale invito operativo ci suggeriscono le letture di oggi?

Contemplare il Sangue di Cristo: La prossima Settimana Santa ci chiederà di accompagnare Gesù nel Triduo Pasquale, contemplando il sacrificio redentore e abbracciando la nostra croce quotidiana con la speranza che nasce dal suo amore.

Rimanere nella luce: Quando siamo tentati di scoraggiarci di fronte a ingiustizie o maldicenze, ricordiamo che la menzogna non prevale se ci ancoriamo a Cristo. È Lui che, nell’Eucaristia, ci nutre con il suo Corpo e il suo Sangue, e ci dona la forza di testimoniare la verità.

Abbracciare lo sguardo del Padre: Gesù sottolinea che non giudica “secondo la carne” (Gv 8,15), ma secondo il volere divino. Se vogliamo essere suoi discepoli, cerchiamo di vedere le situazioni, e le persone, con gli occhi del Padre, guidati dallo Spirito e dalla carità.

Quando Susanna esclamò: «Io muoio innocente», Dio non rimase in silenzio. Ancor meno rimane in silenzio di fronte al Sangue versato di suo Figlio, «che parla meglio del sangue di Abele» (Eb 12,24). Quel Sangue, che presto celebreremo nel Triduo, è la fonte della nostra speranza e della nostra redenzione. Accogliamo, allora, la luce che Cristo ci offre e impariamo a riporre in Lui la nostra fiducia: Egli, che libera gli innocenti, perdona i peccatori e redime l’umanità, sia la nostra forza oggi e sempre. Amen.