Pensiero del giorno 1 febbraio 2023

 

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?”. E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi, insegnando.

UNA RIFLESSIONE PER TE

La prova non è segno dell’abbandono di Dio. Il Signore corregge colui che ama. Bisogna superare il dolore che si prova al momento, in attesa della gioia e della pace che verranno. Pur di non fare il male, si deve resistere fino al sangue; si deve essere preoccupati di rispondere alla grazia del Signore e di non lasciarsi prendere dal peccato: la radice velenosa che infetta la sofferenza ci colpisce e spesso non sappiamo perché. Sappiamo però che possiamo usarla per una realistica meditazione sulla fragilità della vita e per riconoscere che tuttavia Dio ha pietà di noi. Egli ci conosce e sa che siamo fatti di polvere. Ma ai suoi occhi non siamo polvere, bensì figli che Egli ama con tenerezza. È sempre l’incredulità il grande ostacolo alla salvezza, all’efficacia della presenza e dell’opera di Cristo. Senza fede il miracolo stesso non avviene. Nell’incredulità dei compaesani di Gesù è prefigurata l’obiezione di quanti non vorranno accogliere il Signore che si presenta in forma strana, senza promesse di prestigio, senza insegne di gloria. Ma egli semplicemente si meraviglia della nostra incredulità ma comunque va per i villaggi a insegnare e proclamare il regno di Dio a coloro che hanno il cuore disposto.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno. I concittadini di Gesù invece di gioire dello stupore che provano, del “nuovo” che accade, sono chiusi nel consueto, nel pregiudizio, nello scetticismo. Cosa gli accade? Non sanno uscire dai propri schemi di pensiero, non vedono al di là della propria esperienza, non sanno guardare la realtà con occhi diversi! Non sanno cogliere il diverso, lo straordinario nell’ordinario, nel conosciuto, nel noto. Insomma, anche se loro sanno chi è Gesù e conoscono molto di Lui, tuttavia lo hanno etichettato. Ogni etichettatura pregiudica ed è di impedimento alla Divina Provvidenza. Questa mattina ti invito a meditare sul rischio che corri tutte le volte che utilizzi male la tua intelligenza. Chiediti: sono un discepolo che ha riconosciuto Gesù e accolto la sua Parola o sono di quelli che nella chiusura del cuore non riesco a fidarmi del suo Amore che chiama e coinvolge? Nella preghiera, eleva la tua invocazione al Signore dicendo: “Converti Signore il mio cuore, “la mia pretesa di sapere, capire, essere all’altezza di tutto”, per poterti riconoscere presente nel quotidiano fatto di lavoro, relazioni, persone. Dammi il coraggio di “sospendere il giudizio”, per riassaporare la grandezza e il dono della diversità di vedute, di percezioni e con umiltà convertimi dalla meraviglia alla fede, alla fiducia! Amen”.

Don Mario

BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.