Quarto Mistero Glorioso

 

L’Assunzione di Maria Vergine al Cielo.

  1. Considera, anima mia, come anche per Maria è giunta l’ora della sua partenza da questa valle di tenebre. Finalmente dopo tanti travagli poté anche Lei ripetere le parole del suo Diletto: Tutto è compiuto: le profezie, la diffusione della Chiesa di Gesù Cristo, l’eroismo di tutte le virtù. Dopo l’Ascensione del suo divin Figlio, Ella dimorò in Gerusalemme con San Giovanni Evangelista, col quale si ritirò poi in Efeso. Se ne ritornò in Gerusalemme, ove stette sino alla morte.

La sua vita fu qui, come sempre in ogni luogo, una vita d’amor di Dio, un’orazione non interrotta, o meglio un’estasi continua, e un esercizio perfetto di ogni virtù, specialmente di una ardentissima carità verso il prossimo. Visitava sovente i luoghi santificati dai Misteri e dalla presenza del suo divin Figlio, ed era la Maestra, la Madre della sua Chiesa.

Venne, dunque, il momento, da Lei tanto desiderato, di riunirsi per sempre col Sommo Bene. Esultò il suo spirito nell’amore e nel desiderio del suo Signore, offrendosi con pienezza di cuore per ritornare felicemente al suo principio.

E tu, anima mia, legata alla miseria di questa terra, perché non aspiri alla tua beata patria? Come temi tanto di uscire da questa vita? Che ti dà questo mondo? Che cosa t’incanta in questa valle di pianto? Prega Maria, che ti ottenga il distacco dalla terra e il desiderio dei beni eterni, e ti disponga con l’ardore dei suoi santi esempi al tuo passaggio!

Come Giovanni seppe dalla Beata Vergine che Ella stava per lasciare questa vita, leggiamo che vi accorsero in gran numero i parenti, i Discepoli e i conoscenti, i quali convennero sul monte Sion, dove stava allora la Madre di Dio, per contemplarla ancora una volta, significarle i loro affetti, ascoltare i suoi ultimi ricordi, raccomandarsi alle sue preghiere. Anzi, per divina disposizione, come riferisce San Dionigi Areopagita, si trovarono anche ivi in breve i santi Apostoli, che erano in quel tempo dispersi nel mondo a predicar la fede di Gesù Cristo. Tutti piangevano la perdita di sì benigna Madre, e sì potente Avvocata e Maestra, come scrive il Damasceno, e tutti la Beata Vergine consolava con amore dolcissimo, promettendo a tutti il suo aiuto e la sua intercessione.

Accostati anche tu a questa benignissima Signora, esponile i tuoi bisogni, pregala di soccorrerti, e per i meriti di quei santi Discepoli domandale che ti ottenga tutte le grazie che desideri. Confida, non dubitare, ché, la cara Madre ti esaudisce. Ma ti raccomando l’amore del prossimo, la salute delle anime, per quanto puoi, aiutandole col buon esempio, con gli avvertimenti opportuni, con la pazienza, con la carità, e pregando Dio per tutto il mondo. Se darai questo ossequio a Maria, abbi per certo, che Lei ti sarà sempre propizia.

O mia tenera Madre, avessi avuto anch’io la sorte di trovarmi al tuo felice passaggio! Avessi potuto baciare i tuoi sacri piedi, e raccomandarmi alla tua protezione! Ma giacché non ebbi questa ventura di supplicarti allora, prostrato al trono della tua Maestà, mi raccomando oggi a te gloriosa ed immortale.

Degnati, per pietà, di trovarti alla mia amara morte, ed assistermi in quell’ora tremenda, da cui dipende la mia eternità, per amore di quest’ora adorata del tuo transito e del tuo trionfo.

 

  1. Considera, come giunta l’ora del transito di Maria, discese dal cielo il suo Divin Figlio corteggiato dalle schiere di Serafini. Pensa come avrà sussurrato le parole della Cantica “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni perché, ecco l’inverno è passato…” (Ct 2,10). Lascia questa valle di pianto, dove tanto hai sofferto per amor mio. La voce della tortorella, cioè del tuo cuore anelante, si è udita nella nostra terra (Cfr. Ct 2,12). Tutta esultò di giubilo Maria a quell’amabile comparsa, e il suo spirito si rallegrò in Gesù Figlio divino. E ricevuta la Santissima Eucaristia dalle mani di Gesù medesimo, come riferisce San Giovanni Damasceno, tutta piena di gaudio disse: “Ecco l’ancella del Signore; si compia di nuovo in me la tua divina parola. Nelle tue mani, o Figlio, consegno il mio spirito” (Cfr. Lc 1,38; Lc 23,46). Accogli con Te quest’anima, che creasti a tua immagine e preservasti dal peccato.

Guarda, anima mia, Maria già parte per il cielo; rivolta agli astanti, dà loro la sua cara materna benedizione; accostati anche tu ai suoi piedi, domandale la benedizione.

O Madre mia, mi rallegro con Te di tanta tua sorte e felicità, di tanta tua gloria e grandezza. Ben meritavi, O Maria, di essere così altamente amata e glorificata da Dio, giacché non pensasti ad altro in vita che ad amare e glorificare Dio.

Ma io non mi parto da questo luogo, se Tu non mi benedici. È questo l’ultimo ricordo della Madre, che è per lasciare i figli orfani e sconsolati. Raccomandami a Gesù Cristo, ed abbi pietà delle mie miserie. Una tua occhiata amorosa, una raccomandazione benigna, una parola, una voce basta per ottenermi ogni bene. Abbi pietà della mia vita mortale; e nell’ora della mia morte non ti scordar di me, corri in mio aiuto e soccorrimi nelle mie amare agonie.

Anima mia, se vuoi in morte sperimentare Maria Madre di amore, sii in vita figlia fedele dell’amore di Maria. E se desideri che la tua morte sia accompagnata dall’assistenza di Gesù, non separare da Gesù il cuore tuo. O me felice, se amerò in vita Gesù e Maria! O me beato, se morrò tra le braccia di Gesù e di Maria!

Ti prometto, o mio Dio, di non amare altro che Te, di non pensare ad altri che a Te. Ti raccomando, o Maria, il tremendo passaggio dell’anima mia.

Un’armonia suonò per l’aria con un canto angelico che diceva: “È assunta Maria in cielo tra gli Angeli, che benedicono il Signore per aver glorificato la loro Regina. Apritevi, o porte eterne: entra il Re della gloria e conduce con sé la sua Diletta e nostra Regina”. Gli altri dicevano “Chi è costei che viene dal Libano appoggiata al suo Diletto, come un’Aurora che sorge, bella come la Luna, eletta come il Sole? Ella è come un aroma che manda odore di ogni virtù: Ella è come un olivo maestoso, splendente di grazia e di bellezza”.

Intendi dunque, anima mia, che la SS. Vergine, perché esente dal peccato originale ed anche da qualunque ombra di colpa attuale non perdé la sua bellezza, ed il Signore volle salisse al cielo, non per virtù propria, come Gesù, ma per virtù di Dio.

La glorificazione anticipata del corpo fu il suggello ai privilegi della Madre di Dio e della sua Immacolata Concezione. Ella era stata concepita nel sangue di Adamo, ma, per grazia specialissima, senza ombra del peccato di lui, tutta pura, tutta bella e immacolata; divenne madre, rimanendo illibatissima Vergine, privilegio unico non concesso ad altra creatura. Ben fu dunque ancora giusto che venisse anticipata la glorificazione di quel corpo immacolato, tempio vivo dello Spirito Santo, con tutte le doti dei corpi gloriosi, l’agilità, la sottigliezza, l’impassibilità e la chiarezza.

  1. La luce non poteva essere divisa dal sole. Luce era l’anima di Maria, ricca di grazia dal primo istante di sua creazione; e sole era il corpo immacolato, donde lo Spirito Santo aveva formato l’umanità assunta dal Verbo. La Chiesa chiama la Vergine “eletta come il Sole”, perché privilegiata sopra tutte le creature. E come il sole al tramonto lascia nell’aria una gran luce d’oro, così Maria nel tramonto del suo mortale viaggio ci ha lasciato la luce dei suoi esempi in tutte le virtù teologali e cardinali e singolarmente nella quadruplice sua purità: 1º Purità nel corpo, onde divenne Madre di Dio; 2º Purità nel cuore onde era la delizia dello Spirito Santo in tutti gli affetti castissimi dell’animo suo; 3º Purità nella fede, che conservò intatta e viva, nel suo Dio, e fu maestra degli Apostoli, conforto dei novelli cristiani, e sede di sapienza; 4º Purità nell’intenzione, onde tutto dirigeva a Dio, e tutto dalle sue mani riceveva, quale ancella fedele: i gaudi e i dolori, le umiliazioni e i trionfi; per la qual cosa Ella è paragonata al cedro del Libano e al cipresso del monte Sion, che leva diritto al cielo il suo fusto, e alla palma in Cades.

La purità non riguarda solo il corpo, che dicesi castità, ma è il complesso di tutte le virtù, che esclude qualsiasi vizio: onde è più dell’anima, come dice il Salmista: “Signore chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte? Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente” (Sal 15,1-2).

Anzi la benedizione di Dio è promessa a chi serba pura la coscienza: “Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo. Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza” (Sal 24,3-5).

Tutta la gloria di Maria, dunque, procedé dall’essere Immacolata e dall’essere fin dal primo istante superiore agli stessi Angeli. E fin da quel momento Dio guardava all’epoca nostra, quando dopo diciannove secoli si sarebbero definiti i dogmi dell’Immacolata Concezione, e della sua Assunzione al Cielo. O santa immacolata Verginità di Maria, esclamerò io, dunque, con la Chiesa, io non so con quali parole lodarti!

O Signora mia dolcissima, Tu hai già lasciato la terra, e sei giunta al tuo regno dove siedi Regina sopra tutti i cori degli Angeli. Mi congratulo con te di sì alto privilegio della tua Assunzione al Cielo. Ma ricordati che fu per noi peccatori che Tu fosti elevata a tanta dignità e gloria; perciò non hai perduto, anzi in Te è cresciuta la compassione verso di noi poveri figli di Adamo. Dal gran trono, dunque, dove regni, rivolgi, o Maria, anche sopra di me gli occhi tuoi pietosi, ed abbi pietà di me. Guardami e soccorrimi. Mira quali tempeste e quali pericoli dovrò incontrare fintanto che non giungerà la fine della mia vita. Per i meriti dunque della tua beata morte, impetrami l’amore alla perfezione con la purità della fede, la purità della coscienza, la purità del cuore e la purità delle intenzioni, per uscire da questa vita in grazia di Dio: e nel giorno del Signore possa anche il mio corpo risorgere glorioso, e così venire a baciarti i piedi in paradiso, unendomi con quei beati Spiriti a lodarti e a cantare le tue glorie, come Tu meriti. Amen.

VIRTÙ – Purità

Da: I Quindici Sabati dl Rosario, Beato Bartolo Longo