Ave Maria!

Mt 2,13-18

La liturgia ricorda la strage degli Innocenti, condivido una parte della seconda lettura della liturgia delle ore molto significativa: «Che cosa temi, o Erode, ora che hai sentito che è nato il Re? Cristo non è venuto per detronizzarti, ma per vincere il demonio. Tu, questo non lo comprendi, perciò ti turbi e infierisci; anzi, per togliere di mezzo quel solo che cerchi, diventi crudele facendo morire tanti bambini.
  Le madri che piangono non ti fanno tornare sui tuoi passi, non ti commuove il lamento dei padri per l’uccisione dei loro figli, non ti arresta il gemito straziante dei bambini. La paura che ti serra il cuore ti spinge ad uccidere i bambini e, mentre cerchi di uccidere la Vita stessa, pensi di poter vivere a lungo, se riuscirai a condurre a termine ciò che brami. Ma egli, fonte della grazia, piccolo e grande nello stesso tempo, pur giacendo nel presepio, fa tremare il tuo trono; si serve di te che non conosci i suoi disegni e libera le anime dalla schiavitù del demonio. Ha accolto i figli dei nemici e li ha fatti suoi figli adottivi.
  I bambini, senza saperlo, muoiono per Cristo, mentre i genitori piangono i martiri che muoiono. Cristo rende suoi testimoni quelli che non parlano ancora. Colui che era venuto per regnare, regna in questo modo. Il liberatore incomincia già a liberare e il salvatore concede già la sua salvezza.
  Ma tu, o Erode, che tutto questo non sai, ti turbi e incrudelisci e mentre macchini ai danni di questo bambino, senza saperlo, già gli rendi omaggio.
  O meraviglioso dono della grazia! Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? Non parlano ancora e già confessano Cristo! Non sono ancora capaci di affrontare la lotta, perché non muovono ancora le membra e tuttavia già portano trionfanti la palma della vittoria.  «Discorsi» di san Quodvultdeus, vescovo  (Disc. 2 sul Simbolo; PL 40,655)

I Santi Innocenti, «fiori dei Martiri, prime tenere gemme della Chiesa», attestano che la voce dell’innocenza è un inno di gloria a Dio, tanto simile a quello degli Angeli: «Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurato una lode a confusione dei tuoi nemici» Sal 8,3 . Ma questo inno diventa assai più forte ed eloquente quando si unisce al sacrificio del sangue: i martiri Innocenti hanno celebrato la Gloria di Dio: «non con le parole ma con la morte». La condotta di ogni cristiano sia un inno di lode a Dio non con le parole, ma con le opere, perché «la fede che professiamo con le labbra sia testimoniata dalla nostra vita» MR

Impegniamoci a far pregare i bambini affinché le loro labbra e il loro cuore innocente possa glorificare Dio.

SANTA GIORNATA