Pensiero del giorno 20 novembre 2023

 

LUNEDI’ 20 NOVEMBRE 

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che con celeste ispirazione ti degnasti di chiamare dall’eremo alla missione di riscattare gli schiavi, il tuo beato Confessore Felice: concedi, che, liberati per tua grazia, mercé la sua intercessione, dalla schiavitù dei nostri peccati, giungiamo alla patria celeste. Amen.

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca
Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: “Passa Gesù il Nazareno!”. Allora incominciò a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: “Che vuoi che io faccia per te?”. Egli rispose: “Signore, che io riabbia la vista”. E Gesù gli disse: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato”. Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

UNA RIFLESSIONE PER TE

Gesù è diretto a Gerusalemme, il luogo in cui si consumerà il suo sacrificio. Nel suo andare giunge alle porte di Gerico, la biblica città, espugnata non con le armi ma per un diretto intervento divino, che rappresentò per i fuggiaschi dalla schiavitù d’Egitto l’ingresso nella terra santa. Alle porte della città, passivamente rassegnato alla sua sorte, un cieco. Non ha nome, non ha volto. Ciò che lo definisce è solo la situazione di disagio che lo mette ai margini della storia e gli preclude l’ingresso nella città. Dietro l’immagine di quell’individuo accasciato, un serie interminabile di senza volto che possiamo rintracciare anche oggi, in mezzo a noi, o in cui possiamo riconoscerci. Sì, un po’ tutti siamo dei ciechi che annaspano nel buio di una società asserragliata nelle “Gerico” delle varie epoche. Tentativi inutili per difendersi dal vuoto di valori che precipita nel non-senso e dalla tormentosa consapevolezza della fragilità e del limite da cui l’uomo è segnato. La cosa è tanto più tragica, quanto meno ne siamo consapevoli. Solo chi riconosce la propria cecità, chi non chiama le tenebre in cui brancola luce, chi non spegne in sé il desiderio della Luce, può percepire il tenue bagliore che l’annunciai e invocarla.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buongiorno e buon inizio di settimana. Molto spesso ci sentiamo ciechi. Credevamo di sapere e non sappiamo, credevamo di aver capito e non conosciamo affatto. Abbiamo bisogno di vedere Gesù, e in Gesù, gli altri con occhi di benevolenza come li guarda Dio. Ecco che non è estremamente difficile, dinanzi a Cristo Signore, che continua a passare nella nostra giornata, gridare con lo stesso desiderio di quel cieco, vicino a Gerico, e dirgli anche noi: “Signore, che io riabbia la vista”. Questa mattina ti invito a considerare la qualità della tua preghiera. Domandati: Riconosco d’avere assoluto bisogno d’essere sanato interiormente da Dio, o nemmeno conosco la mia cecità? E quando la riconosco, la mia preghiera è un gettarmi nelle braccia del Signore? Grido a Lui con fiducia fino a camminare poi con cuore liberato e gioioso nella lode? Nella preghiera, invoca il Signore dicendo: “Apri, Signore, i miei occhi, perché possa vedere i segni della tua presenza nel mondo e l’avanzare del tuo Regno, di cui sono chiamato ad essere costruttore e cittadino. Amen”.

Don Mario

BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA