Pensiero del Giorno 14 giugno
Ave Maria!
Amate i vostri nemici
“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Mt 5,43-48
Gesù parla in modo nuovo e chiaro, la legge di Mosè è superata dalla nuova legge dell’amore di Gesù. Non vorremmo quasi sentire queste parole, ci sembrano difficili, troppo esigenti, quasi impossibili di mettere in pratica; invece non è così, è possibile amare i nemici, perdonarli, pregare per loro. Chiediamo a Gesù di insegnarci a farlo, chiediamo il dono dell’amore, dello Spirito Santo…i Santi ci insegnano che è possibile. pensiamo alla Mamma di Santa M. Goretti che ha perdonato Serenelli, l’uccisore della figlia…e a tanti altri.
Riflettiamo sul Vangelo di oggi attraverso queste riflessioni di S John H. Newman
Il tempo è breve, l’eternità è lunga.
Dio è grande, l’uomo è debole: sta tra cielo e terra.
Cristo è il Salvatore dell’uomo, ha sofferto per lui.
Lo Spirito Santo lo santifica, il pentimento lo purifica, la Fede lo giustifica, le opere lo guidano a salvezza. Queste sono verità solenni, che non hanno bisogno, in effetti, di essere dette se non «credo» o nell’insegnamento della fede; ma devono essere depositate nel cuore. Che una cosa sia vera, non è un motivo sufficiente perché debba essere detta, ma perché debba essere fatta; perché si agisca di conseguenza; perché sia fatta nostra interiormente (Parochial and Plain Sermons, p. 978).
Non accontentiamoci di dire «Signore, Signore» senza fare quello che Egli ci dice (cf. Mt 7, 21). Il figlio del vignaiolo che disse: «Vado, Signore», ma poi non andò, non guadagnò niente con le sue belle parole. Un atto nascosto di rinuncia a sé stessi, un sacrificio per il proprio dovere, valgono più delle buone intenzioni, dei sentimenti cordiali, delle preghiere appassionate con cui gente oziosa indulge a sé stessa.
Ci darà maggior consolazione, sul letto di morte, ripensare a un solo atto di mortificazione di noi stessi nella misericordia, nella purezza, nell’umiltà, che non molte lacrime, intense emozioni frequenti e/o esultanza spirituale. Questi sentimenti vanno e vengono; talvolta accompagnano l’obbedienza sincera e talvolta ne sono assenti: non ne sono mai la prova. Le buone azioni, invece, sono frutto della fede e ci danno la certezza che apparteniamo a Cristo: ci sono di conforto, perché testimoniano che lo Spirito lavora in noi.
Dunque sulle buone azioni, e sull’amore con cui le pratichiamo, saremo giudicati nell’ultimo giorno; e anche se in sé stesse non hanno valore, a causa della contaminazione del peccato che tocca tutto quello che facciamo, tuttavia saranno accettate per amore del Signore, che ha sopportato l’agonia nel Getsemani e soffrì come un peccatore sulla croce (da Parochial and Plain Sermons, pp.119-120).
Dopo aver depositato la Verità nel cuore, impegniamoci a viverla ogni giorno.
Ricordiamo bene il Vangelo di oggi perché alla fine della vita saremo giudicati sulla carità.
SANTA GIORNATA!
Giaculatoria da ripetersi durante la giornata:
Cuore di Gesù aiutami ad amare e perdonare i miei nemici!