Pensiero del Giorno 23 dicembre
Novena del Santo Natale
Ottavo Giorno
Meditazioni di Don Dolindo Ruotolo
Le virtù di Gesù Bambino: umiltà e obbedienza
Date un secondo sguardo a Gesù Bambino: da quella culla partono tanti raggi luminosi di elette virtù, proprio di quelle virtù che voi dovete coltivare. Cominciate a meditare su questo mistero di amore. Che cosa Vi colpisce anzitutto? E’ l’abbassamento, è l umiliazione. Dio si riduce a tanto da assumere l’umana natura; l’Illimitato si chiude in confini; l’Eterno si rende temporale; l’Onnipotente si rende debole, e debole come un bambino; il supremo Signore di ogni cosa si sottopone alle sue creature: quanta umiltà, Gesù mio!”
“Dov’è dunque la corte che gli dovrebbe rendere gli onori dovuti? Io non vedo vicino a Lui che una pura Vergine, che lo guarda tacendo e contemplando: Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,19). Io non vedo vicino a Lui che un povero artigiano, e poi…una compagnia tale da far paura a qualunque bambino: un bue e un asinello!”
È la reggia di Salomone, quella in cui Egli nasce? O Gesù mio, mi volto intorno e vedo solo una grotta! Si pieghi la superbia umana dinanzi a Dio, annientandosi per distruggerla; essa, che si vuol far riconoscere dal fasto e dalla grandezza, venga ai piedi di questa grotta misteriosa e si annulli nella polvere, mentre Dio stesso, fattosi uomo, non si fa riconoscere che dall’ umiliazione.
Voi, cari fedeli, vedendo un Dio tanto umiliato, non vi sentite spronati ad essere umili? Che cosa siamo mai, se non un pugno di vile polvere superba e nient’ altro? Non riflettiamo che la maledetta superbia è la tignola dei beni dello spirito e tenta sempre di pervaderli con la sua corruzione?
Sì, solo l’umiltà ci condurrà nelle vere vie della virtù; solo l’umiltà ci darà quei due concetti essenziali per chi vuol vivere bene, cioè ci farà conoscere chi siamo noi e chi è Dio. Conosceremo noi stessi per metterci dove meritiamo, così da accettare quel che meritiamo; conosceremo Dio per amarlo e servirlo fedelmente.
Ma in qual modo si umiliò Gesù Cristo, quale fu l’atto più bello della sua umiltà? Sentiamolo dall’Apostolo San Paolo: umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce (Fil 2,8). Ecco la virtù che sgorga naturalmente dall’ umiltà, anzi, che sta in correlazione con essa: l’obbedienza.
Quanta obbedienza non dovete voi ammirare in quel caro Bambinello? Lo disse quando, già adulto, insegnava per le vie della Galilea: Io sono venuto non per fare la mia volontà, ma la Volontà di Colui che mi ho mandato (Go 6,38). “Fu appunto questa virtù che lo fece esinanire, perché gli tolse la volontà propria e ciò che ne deriva, gli tolse tutto: svuotò sé stesso (Fil 2,7). Fu questa virtù che lo muoveva in ogni atto: Faccio sempre le cose che gli sono gradite (Gv 8,29).
Cari fedeli, guardatelo nella mangiatoia il vostro Dio, umiliato per obbedienza! E’ un bambino, vedetelo, Egli è suddito, eppure è il Re dei Cieli! Maria lo prende, lo avvolge in pochi pannicelli, lo mette in una vile mangiatoia, ed Egli vi sta e si rende come la lima nella mano del fabbro: stava loro sottomesso (Lc 2,51).
Gesù sapeva che quell’ atto solenne con cui Egli si era messo nelle mani del Padre suo celeste, dicendo: “Ecco, io vengo”, lo avrebbe condotto ai dolori più acuti, ai flagelli, alle spine, all’ignominiosa morte della Croce. Ma il sacrificio non è forse la necessaria conseguenza dell’obbedienza? Obbedire vuol dire sottostare a quanto dispone chi ha il potere, ossia sacrificare tutto, assolutamente tutto. Mettetevi con impegno a nutrire nel vostro cuore queste virtù delle quali Gesù Bambino vi dà un luminoso esempio. Con la santa purità scuoterete da voi la materia e vi renderete spirituali; con l’ umiltà glorificherete Dio perché gli darete quella gloria che è solo sua e procurerete a voi e agli altri la pace perché metterete tra voi e Dio l’ ordine più perfetto; con l’ obbedienza voi potrete combattere ordinatamente e seguire gli ordini di Dio; col sacrificio supererete tutti gli ostacoli; con la povertà Vi staccherete dal mondo; con la semplicità converserete con Dio e così, glorificando Dio e dando pace alla povera umanità in terra, voi potrete sperare di cantare in Cielo l’inno eterno dell’ amore e della pace. Così sia.
Preghiera della Novena
O Gesù mio Salvatore, quando penso che tu, mio Dio, ti trattenesti tanti anni per amor mio sconosciuto e disprezzato in una povera casetta, come posso desiderare diletti, onori e ricchezze del mondo? lo rinunzio a tutti questi beni e voglio essere tuo compagno in questa terra, povero come te, mortificato come te e come te disprezzato; così spero di poter godere un giorno poi la tua compagnia in Paradiso! Che regni, che tesori! Tu, Gesù mio, hai da esser l’unico tesoro, l’unico mio bene. Dio, mio, non ti voglio offendere mai più, e ti voglio sempre amare. Dammi tu l’aiuto per esserti fedele sino alla morte.
3 Gloria al Padre…
Gesù Bambino, abbi pietà di noi.