La nascita di Gesù

 

PRIMO DISCORSO TENUTO NEL NATALE DEL SIGNORE

SAN LEONE MAGNO PAPA

II- La mirabile economia del mistero del Natale

Dunque il Verbo di Dio, Dio egli stesso e Figlio di Dio, che «era in principio
presso Dio, per mezzo del quale tutto è stato fatto e senza del quale neppure
una delle cose create è stata fatta», per liberare l’uomo dalla morte eterna si è
fatto uomo. Egli si è abbassato ad assumere la nostra umile condizione senza
diminuire la sua maestà. E’ rimasto quel che era e ha preso ciò che non era,
unendo la reale natura di servo a quella natura per la quale è uguale al Padre.
Ha congiunto ambedue le nature in modo tate che la glorificazione non ha
assorbito la natura inferiore, né l’assunzione ha sminuito la natura superiore.
Perciò le proprietà dell’una e dell’altra natura sono rimaste integre, benché
convergano in una unica persona. In questa maniera l’umiltà viene accolta dalla maestà, la debolezza dalla potenza, la mortalità dalla eternità. Per pagare il debito, proprio della nostra condizione, la natura inviolabile si è unita alla natura che è soggetta ai patimenti, il vero Dio si è congiunto in modo
armonioso al vero uomo. Or questo era necessario alle nostre infermità, perché avvenisse che l’unico e identico Mediatore di Dio e degli uomini da una parte potesse morire e dall’altra potesse risorgere. Pertanto si deve affermare che a ragione il parto del Salvatore non corruppe in alcun modo la verginale integrità; anzi il dare alla luce la Verità fu la salvaguardia del suo pudore. Tale natività, dilettissimi, si addiceva a Cristo, «virtù di Dio e sapienza di Dio»; con essa egli è uguale a noi quanto all’umanità, è superiore a noi quanto alla divinità. Se non fosse vero Dio non porterebbe la salvezza, se non fosse vero uomo non ci sarebbe di esempio. Perciò dagli angeli esultanti si canta nella nascita del Signore: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli» e viene annunciata «la pace in terra agli uomini di buona volontà» . Essi, infatti, comprendono che la celeste Gerusalemme sta per essere formata da tutte le genti del mondo. Or quanto gli umili uomini devono rallegrarsi per quest’opera ineffabile della divina misericordia, se gli angeli eccelsi tanto ne godono?

III – La vita della nuova creatura

Pertanto, dilettissimi, rendiamo grazie a Dio Padre mediante il suo Figlio nello
Spirito Santo, poiché la sua grande misericordia, con cui ci ha amato, ha avuto di noi pietà. «Quando ancora noi eravamo morti a causa dei nostri peccati, ci ha vivificati con Cristo» per essere in lui una nuova creatura e una nuova opera.
Dunque spogliamoci del vecchio uomo e dei suoi atti . Ora che abbiamo
ottenuto la partecipazione alla generazione di Cristo, rinunciamo alle opere
della carne. Riconosci, o cristiano, la tua dignità, e, reso consorte della natura
divina, non voler tornare con una vita indegna all’antica bassezza. Ricorda di
quale capo e di quale corpo sei membro. Ripensa che, liberato dalla potestà
delle tenebre, sei stato trasportato nella luce e nel regno di Dio. Per il
sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito santo: non scacciare da te con azioni cattive un sì nobile ospite e non ti sottomettere di nuovo alla schiavitù del diavolo, perché ti giudicherà secondo verità chi ti ha redento nella misericordia, egli che vive e regna col Padre e lo Spirito santo nei secoli dei secoli. Amen.