Pensiero del giorno 20 maggio 2023
Mese di Maggio alla Madonna
Trattato della Vera Devozione a Maria
2. Noi siamo di Cristo e di Maria
[68] SECONDA VERITÀ – Da ciò che Gesù Cristo è nei nostri confronti, bisogna concludere con l’Apostolo che noi non ci apparteniamo più, ma siamo totalmente suoi, come sue membra e suoi «schiavi» che egli ha comprati ad un prezzo infinitamente caro, a prezzo cioè di tutto il suo sangue. Prima del battesimo, infatti, noi eravamo del demonio, veri suoi schiavi. Il battesimo ci ha resi veri schiavi di Gesù Cristo, i quali devono vivere, lavorare e morire unicamente allo scopo di portare frutto per questo Dio-Uomo, glorificarlo nel proprio corpo e farlo regnare nella propria anima, perché siamo sua conquista, popolo che egli si è acquistato e sua eredità. Per lo stesso motivo lo Spirito Santo ci paragona:
1) ad alberi piantati lungo le acque della grazia, nel campo della Chiesa, e che devono dare frutto a suo tempo;
2) ai tralci di una vite di cui Gesù Cristo è il ceppo e che devono produrre grappoli buoni;
3) a un gregge di cui Gesù Cristo è il pastore, e che deve moltiplicarsi e dare latte;
4) a una terra buona, lavorata da Dio, nella quale la semente si sviluppa e dà un frutto abbondante: trenta, sessanta o cento volte di più.
Gesù Cristo maledisse il fico infruttuoso e condannò il servo infingardo che non aveva valorizzato il proprio talento. Tutto questo prova che Gesù Cristo vuol cogliere qualche frutto dalle nostre misere persone e, cioè, le nostre buone opere poiché queste gli appartengono e in modo esclusivo: «Creati in Gesù Cristo per le buone opere». Queste parole dello Spirito Santo mostrano che Gesù Cristo è l’unico principio e dev’essere l’unico fine di tutte le nostre buone opere, e che noi dobbiamo servirlo, non solo come servi salariati, ma quali schiavi d’amore. Mi spiego.
[69] Vi sono due modi, quaggiù, di appartenere ad un altro e di dipendere dalla sua autorità: la semplice servitù e la schiavitù. Di qui i noti appellativi di servo e schiavo. Con la servitù, comune tra i cristiani, uno si obbliga a servire un altro per un certo periodo di tempo e per un certo salario o un determinato compenso. Con la schiavitù, invece, uno dipende interamente da un altro per tutta la vita e deve servire il padrone senza pretendere salario o ricompensa alcuna, quasi fosse una delle sue bestie sulle quali egli ha diritto di vita o di morte.
[70] Vi sono tre specie di schiavitù: la schiavitù di natura, la schiavitù forzata e la schiavitù volontaria. Tutte le creature sono schiave di Dio nel primo modo: «Del Signore è la terra e quanto contiene»; i demoni e i dannati lo sono nel secondo; i giusti e i santi nel terzo. La schiavitù volontaria è la più perfetta e più gloriosa per Dio che scruta il cuore, domanda il cuore e si chiama Dio del cuore o della volontà amante. Con tale schiavitù, infatti, si sceglie Dio e il servizio a lui al di sopra di ogni altra cosa, anche se per natura non si fosse obbligati.
Fioretto:
Rinnoviamo le nostre promesse battesimali rinunciando a satana e professiamo la nostra fede recitando il Credo.
Secondo giorno della Novena di Pentecoste
http://www.divinarivelazione.org/novena-di-pentecoste-2-giorno/
SANTA GIORNATA!