Pensiero del giorno 10 aprile 2024
Mercoledì del Tempo Pasquale
O Dio, che mediante la stoltezza della croce insegnasti mirabilmente la sublime scienza di Gesù Cristo concedici che, respinta l’insidia degli errori, conseguiamo la fermezza nella fede. Per lo stesso Signore. Amen.
IL VANGELO DI OGGI
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”.
UNA RIFLESSIONE PER TE
Gesù prosegue il lungo dialogo con Nicodemo. Gli ha parlato di rinascita e di vita nuova, gli ha parlato dell’acqua e dello spirito, gli ha preannunciato che sarà innalzato sulla croce per diventare fonte di vita. Oggi in modo ancora più esplicito vuole rivelargli il meraviglioso progetto divino che egli sta attuando nel mondo. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”. La fede in Cristo diventa dunque il motivo determinate della salvezza. Poi vuole sciogliere un altro dubbio che forse in Nicodemo e non solo in lui, potrebbe affiorare circa la missione dell’Inviato del Padre: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”. Dal giudizio, già scandito subito dopo il primo peccato e dato dallo stesso Dio, è sgorgata la misericordia divina e la grande promessa di una vittoria finale sul male e sul peccato. Gesù viene per dare compimento a quella promessa, viene quindi come salvatore e redentore del genere umano. L’unica condizione inderogabile è che egli sia accolto nella fede; soltanto chi lo rifiuta colpevolmente si auto condanna, perché si priva di amore e di perdono. Rifiutare la luce vuol dire preferire le tenebre, restare nella notte. Significa ancora non consentire a Dio di illuminare di grazia e di misericordia il nostro peccato. Senza quei doni il peccato resta dentro di noi a marcire nella morte. Gesù ci offre anche la motivazione di tale rifiuto: “Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere”. Quando però conosciamo che al velo della nostra omertà Dio sostituisce il velo pietoso del suo paterno perdono, non dovremmo nutrire timore alcuno, anzi dovremmo godere che le nostre opere tornano ad essere fatte in Dio e nella verità che ci rende finalmente liberi.
UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!
Carissima amica ed amico, buongiorno. Se la società continua a brancolare nel buio non sarà anche perché tra quegli uomini che hanno preferito le tenebre alla luce ci siamo anche noi cristiani? Forse non abbiamo esplicitamente scelto di vivere nelle tenebre, ma ci siamo accomodati in esse, perché “tutti fanno così”. Ma cosa significa, di fatto, vivere nelle tenebre? Significa non vivere nella verità. Domandiamoci: durante la giornata, quanto di vero faccio e sono, e quanto, invece, è aspettativa di altri? Gesù attende che ognuno di noi si impegni a mantenere vero ciò che siamo. Già S. Caterina da Siena diceva che se il cristiano decidesse di essere ciò che il Signore lo ha reso, incendierebbe il mondo di amore. Abbiamo bisogno, allora, di essere ciò che siamo dinanzi a Dio. Ed allora abbiamo sostanzialmente bisogno di acquisire l’abitudine della verità, ossia di essere costantemente orientati verso la Luce, preferendola sempre ad ogni altro effimero luccichio, costi quel che costi. Questa mattina ti invito a riflettere su te stesso e sulle aspettative che Dio ha posto in te. Nella preghiera rivolgiti al Signore con questa supplica: “Gesù, un giorno tu hai detto: «Sono venuto a portare fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso». Ora quel fuoco lo hai affidato a me e con esso mi hai affidato il tuo desiderio di vederlo ardere per dissipare le tenebre del mondo. Donami il coraggio di avanzare nel buio tenendo alta la mia piccola fiamma, nella certezza che la notte sarà ancora più fonda se io la tengo pavidamente nascosta. Amen”.
BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.