Pensiero del giorno 1 giugno 2025

 

DOMENICA 1° GIUGNO, ASCENSIONE DI N.S. GESU CRISTO

PREGHIERA DEL MATTINO

Signore Gesù, ti rendiamo grazie perché, dopo aver realizzato la purificazione dei peccati, sei salito alla destra del Padre. La tua gloria è la speranza e il pegno della nostra gloria. Il tuo corpo, diventato spirito che dà la vita, è la pietra angolare del tempio di pietre vive – la Chiesa – che si eleva verso di te dalla terra. Dacci lo Spirito che ci spinge a confessarti come Signore! Accordaci la grazia di saperti incontrare nei tuoi sacramenti, di ascoltarti nella tua Parola, di amarti e rispettarti nei tuoi fratelli, che sono anche nostri fratelli. Amen

IL VANGELO DI OGGI

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

UNA RIFLESSIONE PER TE

«Esulti di santa gioia, la tua chiesa, o Padre per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te». Così ci fa pregare le liturgia in questo giorno solenne. Siamo sollecitati alla gioia, a dare lode a Dio perché Cristo ascende vittorioso e perché anche la nostra umanità è innalzata nella gloria. Il cielo che si riapre per accogliere il Figlio di Dio, si riapre anche per tutti noi. Il primo dei martiri, Santo Stefano, ci conferma in questa visione e in questa nuova speranza: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio». Gli apostoli sono testimoni oculari dell’ascensione del Signore. Era stato fissato loro un appuntamento in Galilea, dopo che ripetutamente, lo stesso Signore li aveva preventivamente avvertiti della sua prossima dipartita. Il loro cuore aveva sperimentato angoscia e timore a quell’annuncio. Gesù li aveva rassicurati fino a dire loro: «È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò». Ciò nonostante alcuni di loro dubitano ancora. Per secoli di storia il cielo era rimasto chiuso agli uomini, quella distanza, stabilita dal peccato, sembrava ormai incolmabile per noi legati alla terra. Gesù deve fugare ogni dubbio e non vuole nemmeno che i suoi rimangano incantati a fissare il cielo che lo sta per avvolgere e nascondere ai loro occhi. Vuole invece che nasca nel cuore di tutti la certezza che egli va a prepararci un posto e che ritornerà a prenderci. Questo è il potere che il Padre gli ha conferito, salire al cielo senza lasciarci orfani, anzi con la reale possibilità di restare con noi sempre fino alla fine dei tempi. La fede degli apostoli, così alimentata, dovrà poi essere annunciata e testimoniata al mondo intero: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Da quel giorno, da quel monte della Galilea, è sorta per il mondo una fede e una fiducia nuova: veramente ci sentiamo innalzati anche noi con Cristo, anche noi abbiamo riscoperto la nostra vera patria, l’ultimo approdo a cui tendere, dopo aver osservato gli insegnamenti di Cristo, nostra via. Ecco perché la chiesa ci ha invitati tutti a godere di santa gioia, ecco perché cielo e terra hanno ritrovato il punto di congiunzione e gli uomini hanno visto rinascere la migliore speranza.

UNA PROPOSTA PER …”VIVERE”… LA PAROLA!

Carissima amica ed amico, buona domenica. Un giorno Gesù aveva detto: “Là dov’è il tuo tesoro è anche il tuo cuore”. Ed ora gli Atti degli Apostoli ci mostrano i discepoli con lo sguardo fisso al cielo dove hanno visto ascendere Gesù. Non si tratta di un accenno fugace. Più volte, in pochi versetti, tornano le parole: guardare-fissare e cielo. È un indugiare che svela qualcosa di più profondo. Quei cieli si sono spalancati a riaccogliere, in Gesù, l’umanità. Non solo la sua glorificata, ma tutta l’umanità, ogni singolo uomo. Io che posso dire: la mia patria è il cielo. Là sono incamminato. Sì, la via al Padre è ormai definitivamente aperta e il dono dello Spirito ne darà piena conferma. Quella è la nostra meta. Non il cielo fisico che ci sovrasta, bensì quel cielo infinitamente più grande che è la Trinità. Ma ecco, a scuotere i discepoli da quella mistica contemplazione, il richiamo angelico. Il cuore deve abitare in cielo, là dove dimora Colui che lo ha conquistato con il suo amore, ma ciò non deve distoglierci dall’impegno concreto di percorrere la strada, affiancando i fratelli, condividendo con loro le ansie, le gioie, le difficoltà della vita, collaborando per edificare fin d’ora il Regno di Dio, cioè quella società in cui sia legge l’amore. “Quel Gesù che è stato assunto” ritornerà, anzi, non ha mai lasciato questa terra. È il suo modo d’essere tra noi che è cambiato. Ora dobbiamo cercarlo non in un cielo lontano ma nel volto forse sfigurato del fratello, nel sorriso dei bimbi come nel pianto del profugo. Senza dimenticare chi ci vive accanto. È questo il “cielo” che Egli ha scelto per dimorare tra noi. Un cielo non meno autentico di quello eucaristico. Se questa consapevolezza sarà viva in noi potremo, come documenta il vangelo, “tornare a Gerusalemme”, cioè al nostro quotidiano “con grande gioia”, lodando e benedicendo Dio. Questa mattina ti suggerisco di provare anche tu a fissare il cielo, lasciando emergere in te il desiderio di Dio. Poi sfoglierai mentalmente il tuo “album di famiglia”, facendo scorrere i volti dei tuoi familiari e di coloro con cui vivi abitualmente. Sosterai su ciascuno di essi mormorando: “questo è il cielo in cui devo cercarti, Signore”. Pregando, eleva il tuo ringraziamento al Signore con queste parole: “Grazie Gesù per aver affiancato alle specie eucaristiche quelle dei miei fratelli. Grazie, perché in ciascuno di loro sei tu che mi passi accanto e mi lanci i tuoi inviti, permettendomi così di concretizzare il mio amore per te”.

BUONA GIORNATA, BUONA DOMENICA E IL SIGNORE TI BENEDICA.