Come vivere la consacrazione a Maria?

“Immacolata mia e mio tutto”
– San Massimiliano M. Kolbe

A) Vivere e operare in Maria (unito a Lei) e per mezzo di Maria (dipendente da Lei).

Il ritratto del Cavaliere dell’Immacolata

Estratto dal libro “Itinerario Mariano” di di P Felice M. Castagnaro

La perfetta consacrazione consiste principalmente nel vivere unito a Maria e dipendente da Lei in tutto, mi abituerò a poco a poco a raccogliermi in me stesso, per formare in fondo alla mia anima «una piccola idea o immagine spirituale di Maria. Ella sarà per me l’Oratorio, la Torre, la Lampada, il sacro Tabernacolo…sarà il mio unico tutto presso Dio e il mio rifugio universale». Penserò che Maria e io formiamo una cosa sola: Essa vive e opera in me; io vivo e opero in Lei. La mia formula di unione con Maria, di assoluto confidente abbandono in Lei e di abituale filiale fiducioso ricorso a Lei è questa:

«A somiglianza di Gesù vivente in Maria e in unione con Lui, io voglio dimorare nell’  interno di Maria con compiacenza, qui riposarmi in pace, qui appoggiarmi con fiducia, qui  nascondermi con sicurezza e perdermi senza riserva in questo senso verginale» (cfr. Tr. 264)

Quindi in tutto il mio operare rinuncerò a me stesso, alle mie intenzioni, alle mie disposizioni di mente e di cuore, per uniformarmi alle intenzioni di Maria Immacolata, assumere le sue interne disposizioni, condurmi in ogni cosa secondo il suo spirito; cioè mi lascerò sostituire dalla Madonna: che sia Lei ad agire al mio posto servendosi di me e io agirò solo per mezzo di Lei. In tal modo l’opera mia e la mia intenzione diventano l’intenzione e l’operazione di Maria in me, e quindi esse saranno sublimi e degnissime di Dio (cfr. S 50)

La formula della mia sostituzione con Maria sarà questa:

O Immacolata Vergine, io rinuncio a me stesso e mi do tutto a voi. Sostituitemi nelle mie  intenzioni e nelle mie disposizioni di mente e di cuore. Siate Voi ad agire al mio posto. Io sono  solo strumento nelle Vostre mani, sono cosa e proprietà vostra.

Posso aggiungere anche la sublime elevazione della Beata Elisabetta della Trinità a Gesù e allo Spirito Santo:

O amato mio Gesù, crocifisso per amore, …. Io vi chiedo di rivestirsi di voi, d’ identificare l’  anima mia a tutti i movimenti dell’anima vostra, di sommergermi, d’ invadermi, di sostituirvi a  me, affinché la mia vita non sia più altro che un irradiamento della vostra vita… O Fuoco  divorante, o Spirito d’amore, sopravvenite in me, perché si faccia nell’anima mia come un  incarnazione del Verbo , e io gli sia un umanità di più, nella quale Egli possa rinnovare tutto il  suo mistero; e Voi, o Padre, degnatevi di abbassarvi fino alla vostra povera creaturina, e  non  vedere in essa che il Diletto, nel quale avete posto tutte le vostre compiacenze…

Operare per mezzo di Maria significa altresì obbedire a Lei in ogni cosa (Tr. 258). La Madonna mi manifesta la sua volontà non soltanto con il comando espresso dei superiori, dei miei doveri e delle mie regole, ma anche con le interne ispirazioni al bene, e con tutto ciò che succede in me, intorno a me, fuori di me, che non dipenda dalla mia cattiva volontà: tutto è voluto o permesso da Maria Per il mio bene, anche se io non vedo come ciò possa avvenire. Perciò, devo lasciare fare alla Madonna tutto quello che vuole, e lasciarla disporre di me a suo piacere, senza opporle mai nessun ostacolo: io devo vivere di fede in Maria.

Itinerario mariano di P Felice M. Castagnaro

(pag 248 -251)

Vivere e operare con Maria e per Maria

Nelle mie meditazioni e riflessioni non considererò le virtù astrattamente, ma sempre al concreto come furono praticate da Gesù e da Maria.

E nell’acquisto delle virtù, non penserò al mio progresso spirituale, non penserò a ornare me stesso, l’anima mia, ma avrò di mira direttamente di far vivere e di far crescere in me Gesù e Maria: io vivo per essi, opero per loro amore e per la loro gloria, non per me; e perciò in ogni cosa devo mirare direttamente ad essi, non a me.

Terrò fissi miei sguardi su Maria durante le mie azioni per vedere come lei avrebbe agito trovandosi al mio posto, e mi domanderò: come avrebbe fatto Maria? Avrebbe risposto così? Trattato così? Agito così?

Cinque minuti di intimità con la Madonna

In un’ora stabilita del mattino, fisserò i miei cinque minuti di vigilanza particolare per la custodia

della vita interiore e apostolica con Maria Immacolata.

Questa pratica è insegnata da vari autori ascetici in due modi diversi ma ordinati al medesimo fine.

Com’è suggerita e bene spiegata da Chautard e da S. Francesco di Sales, essa è un esercizio di vita interiore congiunta con la vita attiva.

Si tratta di scegliere cinque minuti durante un’ora di lavoro e in quel breve spazio di tempo tenersi intimamente raccolti, uniti a Maria, badare che le intenzioni del nostro operare siano sommamente pure e non si infiltri in esse nessun motivo umano, agire, insomma, in quei cinque minuti, col

fervore e la perfezione d’un Santo. È un breve saggio di santità, come la chiama il Chautard, che non ha il solo merito di valorizzare quei cinque minuti ma lascia l’impronta buona anche alle altre azioni che seguiranno, finché si formerà la Santa abitudine del raccoglimento anche in mezzo

alle più assorbenti occupazioni: e si arriverà in tal modo a non perdere mai il controllo di se stessi e a vedere in tutto la Madonna.

Altri, invece, vogliono che quel breve tempo sia di sola vita interiore. Bossuet lo chiama “il momento di solitudine affettuosa che bisogna ad ogni costo procurarsi durante la giornata”.

Fénélon esorta ad “approfittare di quei ritagli di tempo, in cui si è meno occupati nelle cose esteriori, per occuparci di Dio nell’intimo del nostro cuore”.

Il Mercier così si esprime: “io voglio rivelarvi un segreto di perfezione e di felicità. Ogni giorno, per cinque minuti, sappiate far tacere l’immaginazione, chiudete gli occhi alle cose sensibili e gli orecchi ai rumori della terra per rientrare in voi stessi e nel santuario dell’anima vostra cristiana,

che è il tempio dello Spirito Santo, e poi parlate a questo Divino Spirito con queste parole: – O Spirito Santo, Anima dell’anima mia, Vi adoro; illuminatemi, guidatemi, fortificatemi, consolatemi, ditemi che cosa debbo fare, datemi i Vostri santi ordini. Prometto di sottomettermi a tutto quello

che vorrete da me, di accettare tutto quello che mi accada; fatemi solo conoscere la vostra Santa volontà.- Se farete questo, la vita vostra trascorrerà felice, serena e tranquilla anche in mezzo alle pene perché la grazia proporzionata alla prova vi darà forza di sopportarle; Voi arriverete al Paradiso ricchi di meriti. Tal sottomissione allo Spirito Santo è il segreto della santità”.

Anche questo secondo esercizio si può riferire a Maria vivente e regnante in noi, e praticarlo allo scopo di raggiungere una sempre più intensa vita d’unione con Lei.

Il programma delle anime interiori è tutto racchiuso in queste semplici e meravigliose parole di Suor Elisabetta della Trinità:

“La mia unica occupazione è di rientrare nel mio interno e perdermi in Coloro che vi abitano…

O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi”.