Eucarestia:trasparenza del volto redentore di Gesù
L’Eucarestia: Comunione d’amore
IV Parte
Le irradiazioni del Volto Redentore di Gesù Eucaristico si riflettono ancora più nei Santi, infatti, quando i cristiani vengono sottoposti alle prove più amare, alle sofferenze più dure e alle immolazioni più dolorose, da essi accettate e vissute in comunione con la divina Vittima presente nell’Ostia consacrata. Con l’Eucaristia nel cuore ognuno può ripetere le parole di san Paolo: «Tutto posso in Colui che mi sostiene» (Fil 4,13). Si potrebbe dire che questo è il segreto più vitale dell’Eucaristia, chiamata anche, per questo, Pane dei forti. L’Eucaristia è il Pane soprasostanziale che dona la capacità di saper soffrire senza lamenti, di saper offrire con generosità, di saper anche amare e gioire fra le tribolazioni in unione con la Vittima divina.
Il beato Ludovico da Casoria – per citare un solo esempio -, già ammalato di cancro, senza che i medici avessero ancora scoperto il male, scrisse un giorno a un confratello: «Stamane, mentre dicevo la messa ho ricevuto una consolazione: cioè, mi sono torto come una serpe sopra l’altare, sentendo nel mio corpo il martirio di Cristo Crocifisso. Mi torcevo a destra e a sinistra: dolori inauditi e nuovi: ma la grazia di Gesù Cristo in Croce mi ha dato tanta e tanta forza, che mi sembra di stare nella vera e reale estasi spirituale. L’estasi non sta nella mente, sta nel patire e nel ringraziare Gesù soffrendo per il suo amore. Com’è nobile imitare Gesù in Croce, soffrendo con Lui e come Lui, senza lamento e senza consolazione!» (A.Tamburini).
La Comunione eucaristica costituisce l’effusione massima dell’amore redentivo e unitivo di Gesù, particolarmente per i consacrati, e in modo speciale per i sacerdoti, come attesta espressamente san Giuseppe Cafasso, il quale, negli ultimi anni della sua vita, sofferente di numerosi acciacchi, celebrava la santa Messa in una cappella privata, e così poteva trascorrere molto tempo nei più intimi colloqui eucaristici, dopo la santa Messa: “che ora i miei cari, diceva – che Paradiso per un sacerdote che ama essere a tu per tu, occhi a occhi, cuore a cuore con Dio”.
Scriveva bene San Giovanni Crisostomo: «vi è dato di vedere sulla terra il tesoro più stimabile e più prezioso del cielo: non solo lo vedete, ma lo toccate, lo mangiate, lo portate con voi». Per questo il beato Carlo De Foucauld, definito il piccolo fratello universale, appassionato adoratore eucaristico fra le dune del deserto del Sahara, nella sua solitudine fra i Tuareg, poteva scrivere: «Io sono felice, perché ho con me Gesù, presente nel Santissimo Sacramento, che posso adorare, e con cui conversare giorno e notte».
Da: Eucarestia: trasparenza del volto redentore di Gesù, PStefano M Manelli, Ed CME