L’Eucarestia: Comunione d’ Amore

 

III Parte

È soprattutto nella Comunione eucaristica che il Volto Redentore di Gesù si irradia in profondità nelle anime con la potenza salvifica delle grazie che redime e vivifica, che rafforza e conforta. «La sacra mensa – afferma San Giovanni Crisostomo – è la fortezza della nostra anima, il vincolo della nostra mente a Dio, la sorgente della forza, la nostra speranza, la nostra salvezza, la nostra luce, la nostra vita» (A.Tamborini). L’Eucaristia, perciò, viene ad essere realmente, come afferma il Piolanti, «il Sacramento del massimo dinamismo spirituale». La storia di tanti martiri non è forse legata all’Eucaristia da essi ricevuta per avere la forza di affrontare le belve nelle arene, i carnefici nelle prigioni, gli orrori dei patiboli, le atrocità delle torture più disumane? E chi più del martire riflette in sé quel Volto Redentore di Gesù ricevuto nell’Eucaristia? Il grande san Cipriano, vescovo e martire, scrisse un meraviglioso inno di lode ai cristiani che affrontavano il martirio nutriti di Gesù Eucaristico: «Noi diamo la Comunione ai viventi, affinché essi vadano al martirio, non senza forza e senz’armi, ma ricoperti dalla protezione del Corpo e del sangue di Cristo» (A. Tamborini).

E ripensando ai primi secoli del Cristianesimo, come non ricordare, ad esempio, il piccolo e coraggioso san Tarcisio, angelico accolito che portava l’Eucaristia ai cristiani nascosti nelle catacombe, chiusi nelle prigioni, in attesa della suprema testimonianza di fede da dare con il martirio? Egli stesso diede la suprema testimonianza del sangue versato per difendere i «sacri Misteri» e per non «dare ai cani arrabbiati le membra del suo Dio», come scrisse di lui il Papa san Damaso in una lapide. Il piccolo e glorioso martire dell’Eucaristia venne deposto nella cripta detta dei “Papi”, nella stessa catacomba romana sulla via Appia.

 

Riguardo alle persecuzioni contro i cattolici in Francia, «Molti sacerdoti- attesta lo storico H. Sauzay -arrestati, ghigliottinati o fucilati a Besançon, durante la Rivoluzione francese, portavano su di loro, al momento del loro arresto, Ostie consacrate, nascoste in un corporale piegato a portafogli o in borse di seta» (A. TAmburini). E «nel tempo in cui più imperversò il terrore della Rivoluzione francese – scrive il Tamborini -, santa Maria Maddalena Postel (1756-1846) trasformò segretamente la sua casa in chiesa, aperta a sacerdoti e fedeli per la Messa e la Comunione. In un sottoscala, alzò un altare con un Tabernacolo, che numerose perquisizioni non riuscirono mai a scoprire… Da quel nascondiglio, ella portava la Comunione dovunque: prendeva l’Ostia con una molla d’argento, la chiudeva in una borsa di seta, e passava ignorata e insospettata attraverso gli stessi più accesi fautori della rivoluzione» (A.Tamburini).

Ugualmente, durante le persecuzioni contro la Chiesa nel Messico, che rinnovarono «le crudeltà di Nerone e gli orrori della Rivoluzione francese –come scrive il Tamborini-, il beato Michele Pro, sacerdote Gesuita ardente e audace, organizzò segretamente, a sostegno dei martiri, i “Centri Eucaristici”, in cui si celebrava la santa Messa e si distribuiva la Comunione, sfuggendo spesso miracolosamente alle indagini e alle persecuzioni della polizia. A suo tempo anche il beato Michele Pro coronò la sua eroica vita con il martirio».

Da: Eucarestia: Trasparenza del Volto Redentore di  Gesù, P Stefano Manelli, CME, 2011