Misteri Dolorosi

Ave Maria!

Dal libro Gli Appelli del Messaggio di Fatima

Suor Lucia

Seconda Corona del Rosario

La cattura di Gesù

Nella settima decina del rosario, ricordiamo la cattura di Gesù Cristo. Il Vangelo ci dice che Giuda, uno dei dodici che il Signore scelto per seguirlo, istigato dal demone dell’avidità di denaro, s’impegnò, in cambio di trenta miserabili monete, a consegnare il Maestro nelle mani dei suoi nemici che volevano impossessarsi di Lui per dargli la morte.

         Giuda, sapendo che Gesù aveva l’abitudine di ritirarsi nell’Orto degli Ulivi a pregare, lo lasciò nel cenacolo con gli altri discepoli ed andò a comunicare ai Sommi Sacerdoti che era giunto il momento opportuno per impossessarsi del Maestro. Con la scorta che il Sommo Sacerdote fece preparare allo scopo, il traditore andò incontro al Signore nel Getsemani.

         Intanto Gesù, “Conoscendo tutto quello che gli doveva accadere”, si alzò dalla preghiera ed andò incontro ai suoi nemici. Arrivato accanto a loro, Giuda si fece avanti per salutare il Maestro con il bacio traditore. Era il segnale che aveva dato ai soldati per riconoscerlo: “ è quello che saluterò con un bacio; prendetelo e legatelo bene!”.

         Allora Gesù disse loro: “Chi cercate?”. Gli risposero: “Gesù il nazareno”. Disse loro Gesù:” Sono io!”. Appena disse “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra. Domandò di nuovo loro:” Chi cercate?”. Risposero:” Gesù il nazareno”. Gesù replico loro di nuovo: “Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano” (Si riferiva agli apostoli che erano con Lui) perché s’ adempisse la Parola che egli aveva detto: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato” (…). Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei, afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti il suocero di Caifa che era Sommo Sacerdote in quell’anno” (Gv 18,4-13), poi Anna lo mandò legato a Caifa, Sommo Sacerdote” (Gv 18,24).

         Il testo sacro ci dice che Gesù “Conosceva tutto quello che gli doveva accadere”. Già prima lo aveva annunciato varie volte! Poteva approfittare di quel lungo tempo di preghiera per nascondersi, ma non lo fece; accettò di consegnarsi al martirio ed alla morte, perché quella era la volontà del Padre.

         Aveva preso la natura umana per poter così compiere la nostra Redenzione; lasciandosi immolare sull’ alto della Croce, ha potuto offrire al Padre una degna riparazione per i nostri peccati. Quegli animali puri che venivano immolati nella Legge Antica come vittime di espiazione per i peccati del popolo di Dio, erano soltanto immagini di Cristo, l’unica vittima dai meriti infiniti, capace di offrire una riparazione degna e pagare così le nostre iniquità.

                                                                                                       Ave Maria

         Gesù è flagellato e coronato di spine

        Nell’ ottava decina del rosario, ricordiamo Cristo coronato di spine e frustato. Dopo che Gesù Cristo si consegnò nelle mani dei suoi nemici per essere la vittima immolata per i nostri peccati, venne condannato dal Sinedrio presieduto dal Sommo Sacerdote Caifa e portato al Pretorio del Governatore romano, Ponzio Pilato. Fu insultato, schernito acclamato Re per burla, incoronato di spine e flagellato.

         Racconta il Vangelo che, dopo aver riconosciuto l’innocenza di Gesù, lo consegnò per la flagellazione:” Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare ed i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano:” Salve, Re dei Giudei!” (Gv 19, 1-3).

         Prima di ordinarne la flagellazione, Pilato chiese a Gesù se Egli fosse Re. Rispose Gesù:” Il mio Regno non è di questo mondo (…), Io sono Re. Per questo Io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità. Chiunque è dalla Verità, ascolta la mia voce” (Gv 18,36-37). Questa risposta fu motivo per i soldati di burlarsi di Lui come Re.

         I soldati lo lasciarono in uno stato pietoso. Pilato, vedendolo così e cercando ancora di salvarlo, lo portò nuovamente davanti al popolo, confessando che Gesù era innocente:” Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa” (…), ma quelli gridarono:” Via, via, crocifiggilo!”. Disse loro Pilato:” Metterò in croce il vostro Re?”. Risposero i Sommi Sacerdoti:” Non abbiamo altro Re, all’ infuori di Cesare”. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso” (Gv 19,4. 15-16).

         Se un giorno Dio dovesse permettere di farci diventare vittime dell’ingiustizia degli uomini, guardiamo Gesù e seguiamolo con Fede.

                                                                                                     Ave Maria