Pensiero del giorno 07 gennaio 2024
Festa del Battesimo del Signore
Cari fratelli e sorelle!
Le parole che l’evangelista Marco riporta all’inizio del suo Vangelo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” (1,11) ci introducono nel cuore dell’odierna festa del Battesimo del Signore, con cui si conclude il tempo di Natale. Il ciclo delle solennità natalizie ci fa meditare sulla nascita di Gesù annunciata dagli angeli circonfusi dallo splendore luminoso di Dio; il tempo natalizio ci parla della stella che guida i Magi dall’Oriente fino alla casa di Betlemme, e ci invita a guardare il cielo che si apre sul Giordano mentre risuona la voce di Dio. Sono tutti segni tramite i quali il Signore non si stanca di ripeterci: “Sì, sono qui. Vi conosco. Vi amo. C’è una strada che da me viene a voi. E c’è una strada che da voi sale a me”. Il Creatore ha assunto in Gesù le dimensioni di un bambino, di un essere umano come noi, per potersi far vedere e toccare. Al tempo stesso, con questo suo farsi piccolo, Iddio ha fatto risplendere la luce della sua grandezza. Perché, proprio abbassandosi fino all’impotenza inerme dell’amore, Egli dimostra che cosa sia la vera grandezza, anzi, che cosa voglia dire essere Dio.
Il significato del Natale, e più in generale il senso dell’anno liturgico, è proprio quello di avvicinarci a questi segni divini, per riconoscerli impressi negli eventi d’ogni giorno, affinché il nostro cuore si apra all’amore di Dio. E se il Natale e l’Epifania servono soprattutto a renderci capaci di vedere, ad aprirci gli occhi e il cuore al mistero di un Dio che viene a stare con noi, la festa del battesimo di Gesù ci introduce, potremmo dire, alla quotidianità di un rapporto personale con Lui. Infatti, mediante l’immersione nelle acque del Giordano, Gesù si è unito a noi. Il Battesimo è per così dire il ponte che Egli ha costruito tra sé e noi, la strada per la quale si rende a noi accessibile; è l’arcobaleno divino sulla nostra vita, la promessa del grande sì di Dio, la porta della speranza e, nello stesso tempo, il segno che ci indica il cammino da percorrere in modo attivo e gioioso per incontrarlo e sentirci da Lui amati.
Cari amici, sono veramente contento che anche quest’anno, in questo giorno di festa, mi sia data l’opportunità di battezzare dei bambini. Su di essi si posa oggi il “compiacimento” di Dio. Da quando il Figlio unigenito del Padre si è fatto battezzare, il cielo è realmente aperto e continua ad aprirsi, e possiamo affidare ogni nuova vita che sboccia alle mani di Colui che è più potente dei poteri oscuri del male. Questo in effetti comporta il Battesimo: restituiamo a Dio quello che da Lui è venuto. Il bambino non è proprietà dei genitori, ma è affidato dal Creatore alla loro responsabilità, liberamente e in modo sempre nuovo, affinché essi lo aiutino ad essere un libero figlio di Dio. Solo se i genitori maturano tale consapevolezza riescono a trovare il giusto equilibrio tra la pretesa di poter disporre dei propri figli come se fossero un privato possesso plasmandoli in base alle proprie idee e desideri, e l’atteggiamento libertario che si esprime nel lasciarli crescere in piena autonomia soddisfacendo ogni loro desiderio e aspirazione, ritenendo ciò un modo giusto di coltivare la loro personalità. Se, con questo sacramento, il neo-battezzato diventa figlio adottivo di Dio, oggetto del suo amore infinito che lo tutela e difende dalle forze oscure del maligno, occorre insegnargli a riconoscere Dio come suo Padre ed a sapersi rapportare a Lui con atteggiamento di figlio. E pertanto, quando, secondo la tradizione cristiana come oggi facciamo, si battezzano i bambini introducendoli nella luce di Dio e dei suoi insegnamenti, non si fa loro violenza, ma si dona loro la ricchezza della vita divina in cui si radica la vera libertà che è propria dei figli di Dio; una libertà che dovrà essere educata e formata con il maturare degli anni, perché diventi capace di responsabili scelte personali.
Fonte:
FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE, SANTA MESSA E BATTESIMO DEI BAMBINI, OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI E ANGELUS, Cappella Sistina, Domenica, 11 gennaio 2009.
SANTA FESTA!