Pensiero del giorno 1 gennaio 2024

Solennità di Maria Santissima Madre di Dio

1. “…quando venne la pienezza del tempo, / Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4).

Sono parole di san Paolo, riportate dall’odierna liturgia.

“La pienezza del tempo…”.

Queste parole hanno oggi una particolare eloquenza, atteso che per la prima volta ci è dato di pronunciare la nuova data, e cioè il nome del nuovo anno solare: il 1981. Così avviene ogni anno nel giorno del primo gennaio. Passano gli anni, cambiano le date, trascorre il tempo. Col tempo passa anche tutta la natura, nascendo, sviluppandosi, morendo. E passa anche l’uomo; ma egli passa coscientemente. Ha la coscienza del suo passare, la coscienza del tempo. Col metro del tempo egli misura la storia del mondo e soprattutto la propria storia. Non soltanto gli anni, i decenni, i secoli, i millenni, ma anche i giorni, le ore, i minuti, i secondi.

La liturgia di oggi ci dice, con le parole di san Paolo, che il tempo, che è il metro del passare degli esseri umani nel mondo, e sottoposto anche ad un’altra misura, e cioè, alla misura della pienezza, che proviene da Dio: la pienezza del tempo. Infatti, nel tempo – nel tempo umano, terreno – Dio porta a compimento il suo eterno progetto di amore. Mediante l’amore di Dio, il tempo viene sottomesso all’Eternità e al Verbo.

Il Verbo si fece carne… nel tempo.

Gli anni, che passano, che terminano il 31 dicembre e iniziano di nuovo il primo gennaio, passano in realtà confrontandosi con quella pienezza, che proviene da Dio. Passano di fronte all’eternità e al Verbo. Ogni anno del calendario umano porta, insieme con il tempo, una certa particella del kairós divino. Ciascuno inizia, dura e trapassa in relazione a quella pienezza del tempo che è da Dio.
Occorre rendersi conto di ciò, in modo particolare, oggi, che è il primo giorno dell’Anno Nuovo.

2. Quanto fortemente e splendidamente questa realtà si mette in evidenza, quando ci rendiamo conto che questo primo giorno dell’Anno Nuovo è contemporaneamente il giorno dell’ottava di Natale. Il nuovo anno nasce nello splendore del mistero in cui si è rivelata la “pienezza del tempo”.

“Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”.

E appunto verso questa Donna, verso la Madre del Figlio di Dio, verso la Theotokos si rivolgono oggi, all’inizio dell’anno nuovo, in modo speciale, il pensiero e il cuore della Chiesa. Maria è presente durante tutta l’ottava; tuttavia la Chiesa desidera venerarla particolarmente oggi, con un giorno tutto suo: la festività della maternità Divina di Maria.

Ad Essa, quindi, alla maternità mirabile della Vergine di Nazaret, legata alla “pienezza dei tempi”, noi ci rivolgiamo mediante questo inizio dell’anno che porta in sé il giorno d’oggi.

E ricordiamo che è l’inizio dell’Anno del Signore 1981, nel quale risuoneranno con eco lontana nei secoli le date commemorative dei due importanti Concili dei primi tempi della Chiesa, rimasta una ed unica nonostante l’insorgere delle prime grandi eresie. Infatti nell’anno 381 avvenne il primo Concilio di Costantinopoli che dopo il Concilio di Nicea, fu il secondo Concilio Ecumenico della Chiesa e al quale dobbiamo il “Credo” che è recitato costantemente nella liturgia. Una eredità particolare di quel Concilio è la dottrina sullo Spirito Santo così proclamata nella liturgia latina: “Credo in Spiritum Sanctum Dominum et vivificantem, qui ex Parte Filioque procedit (la formulazione della teologia orientale dice invece: “Qui a Patre per Filium procedit”). Qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur, qui locutus est per prophetas”.

E, in seguito, nell’anno 431 (1550 anni fa) fu celebrato il Concilio di Efeso, che confermò, con immensa gioia dei partecipanti, la fede della Chiesa nella maternità Divina di Maria. Colui, che “nacque da Maria Vergine”, come uomo è insieme il vero Figlio di Dio, “della stessa sostanza del Padre”. E Colei, dalla quale Egli “fu concepito di Spirito Santo” e che lo ha messo al mondo nella notte di Betlemme, è vera Madre di Dio: Theotokos.

Basta recitare con attenzione le parole del nostro Credo, per scorgere quanto profondamente questi due Concili, che ricorderemo nel corso dell’anno 1981, siano organicamente legati l’uno all’altro con la profondità del Mistero divino e umano. Su questo mistero si costruisce la fede della Chiesa.

3. Nel primo giorno dell’Anno Nuovo desideriamo rileggere nella profondità di quel mistero il messaggio della pace, che, una volta per sempre, è stato rivelato nella notte di Betlemme: Pace agli uomini di buona volontà! Pace in terra! – Ecco ciò che il mistero della nascita di Dio vuole dirci ogni anno, e ciò che la Chiesa mette in evidenza anche oggi, primo giorno dell’anno nuovo.

“Dio mandò il suo Figlio, nato da donna…” perché noi possiamo ricevere la figliolanza di adozione.

“E che voi siete figli ne e prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio…” (Gal 4,6-7).

Tutta l’umanità desidera ardentemente la pace e vede la guerra come il pericolo più grande nella sua terrena esistenza. La Chiesa si trova totalmente presente in questi desideri e, in pari tempo, nelle paure e nelle preoccupazioni che affannano tutti gli uomini, manifestando questi sentimenti in modo particolare nel primo giorno dell’Anno Nuovo.

Che cosa è la pace? che cosa può essere la pace sulla terra, la pace tra gli uomini e i popoli, se non il frutto della fratellanza, che si dimostrerà più forte di ciò che divide e contrappone reciprocamente gli uomini? Di una tale fratellanza parla appunto san Paolo, quando scrive ai Galati “voi siete figli”. E se figli – i figli di Dio in Cristo – allora anche fratelli.

E in seguito scrive: “Quindi non sei più schiavo, ma figlio”. […]

Fonte: SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO, XIV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE, OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II, Basilica di San Pietro, Giovedì, 1° gennaio 1981

AUGURI DI UN SANTISSIMO ANNO NUOVO

RICCO DI GRAZIE E BENEDIZIONI CELESTI!