Pensiero del giorno 2 gennaio 2024

 

Betlemme, casa del pane

Ma torniamo ora a Betlemme, e vediamo questa Parola che il re ha realizzato e che ci ha mostrato. E’ la casa del pane, come già abbiamo detto, è bene per noi stare lì. Dove c’è la Parola del Signore non manca davvero il pane che fortifica il cuore, come dice il Profeta: fortificami nelle tue Parole. Proprio nella parola che procede dalla bocca di Dio vive l’uomo vive in Cristo, vive Cristo in lui. Là sorge, là si rivela; e non ama affatto il cuore esitante o vacillante, ma saldo e forte. Se qualcuno mormora, se
qualcuno esita, se qualcuno è irresoluto, se qualcuno pensa di ritornare nel fango, di ritornare al vomito, di abbandonare il voto fatto, di cambiare ciò che si era proposto di vivere, non è Betlemme, non è la casa del pane. Solo la fame, e una fame potente, lo costringe a scendere in Egitto, a pascolare i porci, ad aver fame di carrube, come colui che se ne va lontano dalla casa del pane, dalla casa del padre, in cui si sa che anche i mercenari hanno pane in abbondanza. Non nasce dunque Cristo in un cuore di questo genere, a cui manca la fortezza della fede, cioè il pane di vita, poiché la Scrittura testimonia che il giusto vive di fede poiché la vera vita dell’anima, che è Dio stesso, non abita in questo tempo nei nostri cuori se non per mezzo della fede. Come potrebbe nascere Gesù in lui, come potrebbe sorgere la salvezza per lui, dal momento che è assolutamente vera e certa quell’affermazione per cui soltanto chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato? Cristo non si trova affatto in lui, ed egli non è del numero di coloro a cui è detto: avete l’unzione del santo; e questo lo si sa soprattutto dal fatto che il suo cuore è senza dubbio riarso, dal fatto che ha dimenticato di mangiare il suo pane. Molto meno appartiene poi al Figlio di Dio un uomo simile, poiché lo spirito di Cristo non riposa se non sopra colui che è tranquillo, umile e teme le sue parole, e non c’è alcun rapporto tra l’eternità e una così grande mutevolezza, tra colui che è e colui che non rimane mai nella medesima condizione. Del resto per quanto siamo saldi, per quanto siamo forti nella fede, per quanto siamo pronti, per quanto abbiamo pani in abbondanza (e tutto questo perché ce lo concede colui a cui rivolgendoci ogni giorno nella preghiera diciamo: dacci oggi il nostro pane quotidiano, abbiamo comunque la necessità di aggiungere in seguito: e rimetti a noi i nostri debiti .
Altrimenti, se dicessimo che non abbiamo peccato inganneremmo noi stessi, e la verità non sarebbe in noi. Egli, infatti, è la verità, colui che non nasce semplicemente in Betlemme, ma in Betlemme di Giuda, Gesù Cristo, Figlio di Dio.

Fonte: San Bernardo di Chiaravalle, Sermoni per la Vigilia della Nascita del Signore, Sesto sermone nella Vigilia del Natale del Signore, Sull’ annuncio del Natale.

SANTA GIORNATA!