Pensiero del Giorno 10 Aprile 2023
Ave Maria!
“Corsero a dare l’annuncio”
Dice il Vangelo della Santa Messa: «Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute a voi”. Ed esse avvicinatisi, gli cinsero i piedi e lo adorarono». I testi liturgici del tempo pasquale ci ripetono in mille maniere le stesse parole: «Rallegriamoci», non perdiamo la pace e la gioia; «Servite il Signore nella gioia», poiché non c’è un modo diverso di servirlo. «Stai vivendo giornate di esultanza, l’anima ricolma di sole e di colore. E, cosa strana, i motivi della tua gioia sono gli stessi che altre volte ti deprimevano! Come sempre: tutto dipende dal tuo punto di mira. Quando si cerca il Signore il cuore trabocca sempre di allegria».
Nell’ultima cena il Signore non aveva nascosto agli apostoli le avversità che li aspettavano. Però aveva anche promesso che la tristezza si sarebbe trasformata in gioia: «Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia». Tali parole, che in quel momento sarebbero potute risultare loro incomprensibili, si avverano per intero. Poco tempo dopo coloro che fino a quel giorno erano stati in preda alla paura se ne andranno dal Sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del Signore. Proprio l’amore per Dio nostro Padre, e per il prossimo, che porta a dimenticarsi di se, è la fonte della gioia del cristiano. È un modo di essere tanto abituale, per chi segue Cristo, quanto gli devono essere, invece, estranei il pessimismo e la tristezza: sarebbe anzi urgente, se ci fossero, porvi rimedio.
Allontanarsi da Cristo, finire fuori strada: ecco l’unica possibile fonte di turbamento, capace di rapirci questo dono così prezioso. Impegniamoci, pertanto a trovare il Signore nel lavoro e in tutte le nostre attività, mortificando i nostri capricci ed egoismi nelle più varie situazioni della giornata. Ciò servirà a mantenerci attenti alle cose di Dio e a tutto quanto possa rendere la vita più gradevole agli altri. La lotta ascetica dona all’anima una particolare giovinezza di spirito. Non vi è giovinezza più vera di quella di chi si sa figlio di Dio e agisce con questa certezza.
Se talora dovesse capitarci la disgrazia di allontanarci da Dio ci ricorderemo del figliol prodigo, e, con l’aiuto del Signore, torneremo di nuovo a Dio, col cuore contrito. Quel giorno, in cielo e nella nostra anima, ci sarà una grande festa. Ed è quanto succede tutti i giorni per piccole cose. Così, con molti atti di contrizione, l’anima vive in uno stato abituale di pace e serenità.
Dobbiamo risvegliare sempre l’allegria e l’ottimismo e allontanare la tristezza, che è sterile, e lascia l’anima in balia di molte tentazioni. La nostra allegria è uno stimolo per gli altri; la tristezza, invece, incupisce l’ambiente e fa danno.
Vivere con gioia è un modo di ringraziare Dio per tutti i doni che riceviamo da Lui; l’allegria è il primo tributo che gli dobbiamo, il modo più semplice che siamo coscienti e grati dei suoi doni naturali e soprannaturali.
Francisco Fernandez Carvajal, Parlare con Dio, Vol II, Ed.Ares
SANTA GIORNATA!