Pensiero del giorno 10 maggio 2022
Novena alla Madonna di Fatima 7° giorno
Inquadramento generale della consacrazione a Maria e linee storiche di sviluppo.
Postato il 6 dicembre 2017 di Tempi di Maria
Cos’è la consacrazione a Maria?
In breve si può definire la consacrazione a Maria come la perfetta donazione di se stessi alla Madonna perché Lei disponga interamente di colui o colei che le si consacra, dipendendo da Lei come un piccolo bimbo dalla sua madre. La consacrazione a Maria ha radici anzitutto nella Sacra Scrittura: l’evangelista san Giovanni ci fa sapere che fu proprio Gesù il primo a consacrare a sua Madre il genere umano quando, dall’alto della Croce, le disse: « Donna, ecco il tuo figlio! » (Gv 19,26). Gesù ha inoltre chiesto all’umanità di consacrarsi a Maria, dicendo a Giovanni: « Ecco la tua madre! » (Gv 19,27) (1), cosa a cui Giovanni rispose accogliendo Maria “tra le sue cose più preziose”: « È stata poi la Madonna in persona a chiedere, con molta insistenza a partire da Fatima in poi, la consacrazione delle persone, delle famiglie e addirittura delle Nazioni intere al suo Cuore Immacolato. Perché? Perché Dio vuole che sia riconosciuta una cosa molto semplice, cioè che tutte le grazie e i doni che Egli fa all’umanità passano per le mani di Maria: fare la consacrazione a Maria, dunque, vuol dire riconoscere oggettivamente questa imprescindibile funzione mariana e consentire a Maria di fare nella nostra anima ciò che Gesù le ordinò dalla Croce; al tempo stesso ci impegna ad accoglierla nel nostro cuore, nella nostra vita interiore, nelle nostre scelte, cioè a metterci alla sua scuola come un figlio nei confronti della Madre, che da essa impara letteralmente tutto » (2).
Linee di sviluppo storico
L’atteggiamento di dono fiducioso di sé alla Madre di Dio, che in varie forme percorre la storia cristiana a cominciare dal Sub tuum præsidium, è sempre stato percepito e sentito dal popolo cristiano come un atteggiamento fondamentale della vita di Fede del battezzato. Agli albori della storia della chiesa non esisteva una formalizzazione o una formulazione strutturata della consacrazione a Maria. Più semplicemente questa pratica spirituale era vissuta come un atteggiamento che investiva la vita pratica dei discepoli del Signore che comprendevano bene la necessità, il potere e la vitalità della devozione e donazione di sé alla Madre di Cristo. Per le prime formulazioni bisogna aspettare i secc. VII-VIII.
La prima vera e propria formula di consacrazione a Maria è di san Giovanni Damesceno († 749):
« Anche noi oggi ti restiamo vicini, o sovrana. Sì, lo ripeto, o Sovrana, Madre di Dio e Vergine. Leghiamo le nostre anime alla tua speranza come ad un’àncora saldissima e del tutto infrangibile, consacrandoti [anathemenoi] mente, anima, corpo e tutto il nostro essere e onorandoti, per quanto ci è possibile, “con salmi, inni e cantici spirituali” (Ef 5,19) » (3). « San Giovanni Damasceno ha proposto una pratica di devozione mariana che sembra avvicinarsi molto al concetto di consacrazione alla Vergine Santa, come viene intesa e praticata nella pietà mariana odierna. Il verbo greco usato dal Damasceno, “anatithemi”, tra i vari significati ha anche quello di dedicare, consacrare, offrire in senso religioso. Pertanto esprime bene l’atto del servitore e devoto di Maria che offre tutto se stesso alla propria sovrana e signora. Una vera e propria consacrazione, chiaramente definita, dunque » (4).
Il concetto di “servitù mariana” di Sant’Ildefonso di Toledo († 667)
Ma è già sant’Ildefonso di Toledo († 667) ad introdurre il concetto di “servitù mariana” per cui a lui va « il merito di aver espresso e diffuso l’idea della consacrazione a Maria » o più esattamente « della piena dedizione al suo servizio » (5). Il servizio di sant’Ildefonso verso Maria non è espressione puramente verbale o atteggiamento sporadico e superficiale. Sant’Ildefonso, al contrario, « appare come un gigante nella strutturazione di questa pratica del servizio a Nostra Signora »; anzi « in forma esplicita egli designa questa posizione spirituale di servizio a Maria come una devozione » (6). Leggendo il suo De verginitate Sanctæ Mariæ ci si accorge che il servizio-servitù verso Maria non è un atteggiamento superficiale, passeggero ma profondamente radicato a livello di pietà, teologicamente maturo. In un passo bellissimo di questo testo si legge: « O Gesù, fa che io serva la Madre tua in modo che io dimostri così di aver servito te stesso; fa che Ella mi tenga nel suo servizio cosicché riconosca d’esserti piaciuto; fa che la sua signoria mi conservi nella vita di questo mondo, affinché tu divenga il mio Signore per l’eternità » (7). Questo passo illumina bene la fondatezza teologica della servitù-devozione a Maria. Si nota, infatti, che essa è profondamente congiunta al servizio di Cristo, è naturalmente cristocentrica. Un dato importantissimo, questo, che ritroveremo, sviluppato a dovere, nella formulazione del Montfort della “perfetta consacrazione a Cristo per mezzo di Maria”. Il concetto di “consacrazione mariana” ha poi, lungo i secoli, avuto diverse modulazioni (8), approfondimenti, espressioni vitali che ne hanno fatto maturare la Teologia, la spiritualità, la coscienza della sua importanza nella vita dei singoli, delle comunità religiose e confraternite laicali e nella Chiesa nel suo complesso.
La consacrazione a Maria nel medio evo e nell’epoca moderna
Nel Medioevo incontriamo la “consegna di sé a Maria”, la “deditio” (dedizione) dei servi di Maria, l’ “amore cavalleresco” per Maria, il “patronato” della Vergine. Nell’epoca moderna l’ “oblatio” (oblazione, totale offerta) delle Congregazioni mariane, la “vita mariaforme” del Carmelo (9), il “contratto di alleanza” proposto da san Giovanni Eudes († 1680) sono state pagine gloriose scritte dalla penna e dalla vita di tanti testimoni eccellenti della vita di donazione-dedizione a Maria nelle sue più svariate e dettagliate forme, offrendo alla Chiesa grandi Dottori e grandi santi mariani. Nel sec. XVII si assiste alla nascita della cosiddetta “santa schiavitù” verso la Santa Madre di Dio, una tappa importante in questo sviluppo della spiritualità e della Teologia della consacrazione. La prima testimonianza di un’associazione di schiavitù riguarda Alcalá, dove suor Ines Bautista de san Pablo, Francescana Concezionista, ne fondò una nel 1595 (10). La spiritualità della schiavitù a Maria cominciò ad avere più larga diffusione con il card. Pierre de Bérulle († 1629), che fondò in Francia la nota “Scuola francese di spiritualità”. Nel 1614-1615 imponeva all’oratorio e alle Carmelitane il voto di servitù perpetua a Gesù Cristo e a Maria. La formula del De Bérulle sottolinea molto la centralità di Cristo e della Trinità, fine ultimo a cui conduce e vuole condurre la consacrazione a Maria: “faccio voto a Dio di perpetua servitù alla Santissima Vergine Maria Madre di Dio”. Questa spiritualità, sigillata da un voto perpetuo, comporta non solo un rapporto di servitù verso Maria ma anche di oblazione e schiavitù.
La teorizzazione e formulazione strutturata della Consacrazione a Maria di San Luigi Grignon de Monfort (n. 1673 – m. 1716)
San Luigi è stato il primo a teorizzare la Consacrazione a Maria sia quella semplice che quella più radicale; essere schiavi di Maria vuol dire essere totalmente di proprietà di Maria. San Luigi Grignon de Monfort (n. 1673 – m. 1716) ha fondato due ordini religiosi i Padri Monfortani e le Figlie della Sapienza. Un amico di san Luigi descrive la sua premura di parlare continuamente della Madonna e di renderle continui omaggi era dovuta al fatto che aveva talmente impresso nel suo cuore e nel suo spirito il ricordo della Madre di Dio che non la perdeva mai di vista, senza alcuno sforzo, San Luigi si trovava sempre sotto lo sguardo ed alla presenza di Maria Santissima. In San Luigi si manifestava in modo tangibile l’appartenenza totale a Maria ad imitazione di Gesu che aveva vissuto sottomesso alla maternità di Maria (Lc 2, 41-52). Sono tanti gli scritti di San Luigi atti a spiegare la realtà della vera consacrazione a Maria. Gli scritti di san Luigi contengono anche delle profezie. Leggendo le opere di san Luigi si percepisce un carisma fortissimo che ti trasporta e ti trasmette una esperienza di alta spiritualità cristocentrica – mariana. In particolare ricordiamo: il Trattato della vera devozione a Maria; Il Segreto di Maria; la lettera agli amici della Croce; il meraviglioso segreto del santo rosario; la preghiera infuocata. San Luigi Maria Grignon de Montfort accentua molto la verità dogmatica della maternità spirituale di Maria, noi siamo figli e Lei da buona Madre e Regina, ci governa in tutto e per tutto nella nostra vita.
La radicalizzazione del concetto di consacrazione a Maria di San Massimiliano Maria Kolbe (1894 – 1941)
San Massimiliano Maria Kolbe sulla scia dei suoi predecessori francescani che si erano impegnati profondamente per il riconoscimento dell’Immacolata Concezione di Maria, preferisce partire proprio dall’ Immacolata Concezione. Proprio per questa purezza Maria è degna di essere la Madre di Dio, mediatrice di tutte le grazie, canale di grazia e modello supremo per tutti gli uomini, la Madonna è Tutta di Dio ed è anche il vincolo che ci lega a Gesù. L’incontro di Dio e di Gesù avviene per noi tramite Maria. Più l’anima si avvicina alla Madonna più troverà il Signore; in base a queste verità dogmatiche si giustifica la consacrazione a Maria. Per San Massimiliano l’anima deve donarsi all’immacolata incondizionatamente, illimitatamente perché lei è la mediatrice e solo tramite lei ci si può avvicinare a Dio. L’anima del consacrato deve tendere ad identificarsi in Maria Immacolata. Questo è un punto chiave della consacrazione di San Massimiliano. Il fine ultimo è di rendere l’anima un docilissimo e dolcissimo strumento nelle mani dell’Immacolata come una penna nelle mani di uno scrittore. Più noi ci mettiamo nelle mani della Madonna e più la nostra anima compirà meraviglie, l’anima opererà tutta attraverso la Madonna – fare tutto per mezzo di Maria diceva san Luigi – tutto sarà fatto da Maria attraverso di noi. Questo è possibile solo attraverso una donazione totale di se alla Madonna. La sua forte esperienza spirituale mariana in continuità con la devozione Mariana dei frati minori conventuali cui apparteneva, e il suo impegno pastorale, portò San Massimiliano a fondare nel 1917 la “Milizia dell’Immacolata”. L’obiettivo era di diffondendone nel mondo la devozione a Maria nel modo più rapido e con tutte le forze possibili, attraverso ogni mezzo a disposizione: la cultura, l’arte e i nuovi mezzi di comunicazione come la stampa e la radio.
Note
1) Si può dire che è precisamente questo il fondamento scritturistico più forte, più evidente della Teologia della consacrazione mariana. Non è un caso, infatti, che san Giovanni Paolo II, il Papa mariano per antonomasia, il papa del “Totus tuus”, abbia prediletto questo riferimento evangelico più di tutti gli altri. È stato il testo che ha commentato con maggiore abbondanza e maggior trasporto, veicolando attraverso di esso riflessioni di spiritualità della consacrazione mariana davvero splendide.
2) Don L. M. Pompei, La Consacrazione a Maria, Casa Mariana Editrice, Frigento 2008, pp. 12-13.
3) San Giovanni Damasceno, Omelia I sulla Dormizione, in G. Gharib – T. Gambero – G. Di Nola, Testi mariani del primo millennio, Città Nuova, Roma 1989, vol. II: Padri e altri autori bizantini, p. 519.
4) L. Gambero, Maria nel pensiero dei Padri, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1991, p. 465.
5) I. Bengoechea, Doctrina y culto mariano en san Isidoro de Sevilla,in De cultu mariano sæculis VI-XI, Acta Congressus Internationalis Mariologici‑Mariani, in Croatia 1971, Pontificia Academia Mariana Internationalis, Romæ 1972, vol. III: De cultu mariano sæculis VI‑XI in scriptis Summorum Pontificum, Patrum et theologorum necnon in Conciliis particularibus, pp. 249-263.
6) J. M. Cascante Dàvila, La devoción y el culto a María ne los escritos de s. Ildefonso de Toledo (s. VII), in De cultu mariano sæculis VI-XI, vol. III, pp. 239, 243.
7) Sant’Ildefonso di Toledo, Libro sulla verginità della santa Maria contro tre negatori, XII: Elogio della verginità di Maria, n. 4, in Testi mariani del primo millennio, Città Nuova, Roma 1990, vol. III: Padri e altri autori latini, p. 685.
8) Si consulti la voce “consacrazione” del Nuovo dizionario di Mariologia del De Fiores, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, pp. 358-413.
9) Il testimone più qualificato di questa spiritualità è certamente il grande Michele di sant’Agostino († 1684), il quale ha vissuto e proposto la “vita mariafome e mariana” come esperienza di continua conversazione, identificazione e adesione di amore a Maria, in modo tale da vivere più intensamente la vita divina. Vita mariaforme è vita conforme alla volontà di Maria, esecuzione pronta e gioiosa di quanto piace a Dio e a Maria. Vita in Maria è conversazione filiale, affettuosa e innocente dell’anima, una “respirazione amorosa” di Maria. Vita per Maria è impegno di tutte le forze perché Maria sia onorata e glorificata in ogni cosa e il regno del suo figlio Gesù sia promosso, realizzato ed esteso. La vita mariaforme e mariana raggiunge la perfezione quando l’anima è lasciata animare dallo spirito di Maria fino a essere trasformata in Lei: cf S. De Fiores, Consacrazione, in Maria. Nuovissimo Dizionario, vol. 1, p. 370.
10) « Fu proprio nel ramo francescano delle Concezioniste spagnole che la consacrazione a Dio per mezzo dell’imitazione dell’Immacolata Concezione si concretizzò nella forma radicale della schiavitù mariana. Nella formula usata dalle Concezioniste […] troviamo gli elementi fondamentali di questa consacrazione a Maria: l’offerta totale di se stessi alla Vergine, come Cristo si donò a Lei e come Lei si donò a Dio Trinità. Il concetto fa parte della tradizione francescana a partire da S. Francesco in poi e in cui S. Massimiliano Kolbe, uno dei più grandi giganti della Consacrazione mariana, si inserisce pienamente, anzi la porta a perfezione perché addita l’Immacolata come la donazione più totale e l’offerta più perfetta che l’uomo possa fare a Dio »: padre S. M. Cecchin, I fondamenti francescani della mariologia di padre Kolbe, conferenza presentata al Convegno su san Massimiliano M. Kolbe dal titolo Il Santo dell’Immacolata, Maestro-Martire di fede e carità. A trent’anni dalla Canonizzazione di San Massimiliano M. Kolbe (10.10.1982-2012), Roma, 8-10 ottobre 2012.
Preghiera della Novena:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Preghiera preparatoria
“Mio Dio, io credo, adoro, spero e Ti amo. Ti chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano”.
“Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Ti adoro profondamente e Ti offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Ti chiedo la conversione dei poveri peccatori”. Santissima Vergine di Fatima, che hai rivelato ai tre pastorelli un messaggio di pace e di speranza, e hai mostrato i tesori di grazie che possiamo ottenere attraverso la recita del Santo Rosario, la devozione al Tuo Cuore Immacolato e la Comunione Riparatrice dei Primi Cinque Sabati, donaci di compiere queste devozioni con amore sincero, in modo che otteniamo le grazie che insistentemente ti chiediamo, in particolare, … (dire la grazia che si desidera ottenere), se sarà per la maggior gloria di Dio, il tuo onore e la salvezza della mia anima. Amen.
Madonna di Fatima, hai insegnato ai pastorelli a pregare Dio per le anime del purgatorio, specialmente per le più abbandonate. Raccomandiamo all’inesauribile tenerezza del Tuo cuore materno tutte le anime sofferenti in quel luogo di purificazione, in particolare quelle di tutti i nostri familiari, amici e dei più bisognosi. Allevia le loro pene e porta queste anime alla luce e alla pace, dove possano cantare in eterno la tua misericordia.
(3 Padre Nostro, 3 Ave Maria, 3 Gloria)
Preghiera finale :
Padre Eterno, il cui Figlio Unigenito, con la sua vita, morte e risurrezione, ci ha meritato il premio della salvezza eterna, noi Ti preghiamo di concederci la grazia desiderata (enunciare nuovamente la grazia), da Nostro Signore Gesù Cristo Tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo. Amen.
SANTO ROSARIO con Meditazioni di FATIMA
Fonte sito web diocesi di S Marino- Montefeltro:
MEDITAZIONE-DEI-MISTERI-DEL-ROSARIO-ATTRAVERSO-IL-MESSAGGIO-DI-FATIMA